
Santa Messa alla Basilica di San Sebastiano in memoria di chi è morto lontano dalla terra in cui è nato
Sabato 22 novembre prossimo, alle ore 18:00, la comunità sarda del Biellese si riunirà nella Basilica di San Sebastiano per “sa Missa de is animas”, la tradizionale liturgia in suffragio dei defunti. La celebrazione, officiata dai religiosi francescani che custodiscono il tempio, sarà dedicata ai soci scomparsi dell’associazione “Su Nuraghe“ e a tutti coloro che hanno lasciato questa vita lontano dalla propria terra natia. Un appuntamento che rinnova annualmente il legame profondo tra la comunità sarda del Biellese e le proprie radici, in un dialogo costante tra memoria e speranza, tra esilio e appartenenza.
La scelta della Basilica di San Sebastiano non è casuale: questo gioiello dell’architettura rinascimentale piemontese, edificato nel XVI secolo su progetto di Sebastiano Ferrero, custodisce le spoglie dei quattro fratelli generali Ferrero della Marmora, protagonisti del Risorgimento italiano. Nella cripta riposano Alfonso (1754-1805), Carlo Emanuele (1788-1854), Alessandro (1799-1855) e Alberto (1789-1863), figure che hanno segnato la storia militare e politica dell’Ottocento.
Tra i quattro, Alberto Ferrero della Marmora si distinse come scienziato, cartografo e senatore del Regno di Sardegna, dedicando decenni allo studio approfondito dell’isola sotto ogni aspetto: geografico, geologico, naturalistico e antropologico.
A testimonianza della gratitudine dei Sardi verso l’illustre studioso, la vetta più elevata del Gennargentu, che raggiunge i 1.834 metri, porta il suo nome: Punta La Marmora. Inoltre, in piazza Castello a Sassari, la caserma comando della storica Brigata “Sassari” è intitolata al generale biellese, segno tangibile del legame indissolubile tra le due comunità.
Un riconoscimento particolare merita Vittorio Caprio, il cui impegno ha permesso l’intitolazione ad Alberto del sagrato antistante la basilica: luogo simbolico, custodito da frati francescani provenienti dall’Ucraina martoriata dalla guerra. La loro presenza invita la comunità a estendere la preghiera anche ai caduti dei conflitti attuali e passati, uniti nel ricordo oltre ogni appartenenza nazionale o militare.
L’evento costituisce un momento di profonda spiritualità per quella che il presidente del Circolo “Su Nuraghe”, Battista Saiu definisce la comunità dei “disterrados”, termine che evoca la condizione degli emigrati senza terra, strappati dalle radici insulari.
La solennità liturgica sarà arricchita dalle melodie delle “Voci di Su Nuraghe”. Durante la celebrazione, accanto all’altare, sarà possibile esporre le fotografie dei propri cari defunti, creando un ponte visivo e spirituale tra i vivi e coloro che non ci sono più.
Simmaco Cabiddu
Nell’immagine, Biella, sagrato di San Sebastiano, piazzetta intitolata ad Alberto Ferrero della Marmora
