Quando i valori ereditati dai padri si trasformano in azione concreta: il circolo Su Nuraghe porta la cucina sarda nel cuore della Valtellina per sostenere chi ha subito errori giudiziari
Nel tessuto della comunità isolana che da decenni ha messo radici nel Biellese si conservano e si tramandano valori antichi. Valori di solidarietà, accoglienza e giustizia che non conoscono confini né si limitano ai cortili di casa. Lo dimostra eloquentemente la missione culinaria che lo scorso 11 ottobre ha visto protagonisti i membri del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella, partiti alla volta di Berbenno, in provincia di Sondrio.
L’iniziativa si inserisce nel contesto del tour nazionale del gruppo musicale “Istentales”, guidato dal carismatico leader Gigi Sanna. Una tournée partita da Burcei, che ha assunto un significato particolare: non solo musica etno-pop agropastorale – quella che da trent’anni racconta la Sardegna delle sue radici e delle sue contraddizioni – ma anche impegno civile concreto. Il gruppo, infatti, ha deciso di abbinare alle proprie esibizioni la raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che porta un nome emblematico: “Beniamino Zuncheddu e altri”.
Zuncheddu è l’ex pastore sardo che ha vissuto il più lungo errore giudiziario nella storia italiana: trentatré anni di carcere per una condanna all’ergastolo poi ribaltata nel gennaio 2024 dalla Corte d’Appello di Roma, che lo ha assolto con formula piena per non aver commesso la strage di Sinnai del 1991. L’iniziativa legislativa, promossa dal Partito Radicale con la tesoriera Irene Testa – garante dei detenuti della Sardegna – e Gaia Tortora come presidente d’onore, si propone di colmare un vuoto normativo drammatico: garantire un sostegno economico immediato a chi viene assolto in attesa del risarcimento definitivo, che può richiedere anche otto o dieci anni.
La chiamata da Berbenno e la risposta biellese
«Siamo stati contattati dal gruppo “Istentales” – spiega Gianfranco Pilloni, consigliere del Circolo “Su Nuraghe” e organizzatore dell’operazione – dato che ci siamo già conosciuti a Biella, quando erano venuti da noi per una Festa sarda. Ci hanno cercato per sopperire alla mancanza di arrostitori esperti nella zona. Servivano Sardi che sapessero cucinare nel modo tradizionale: arrostire porcetti, preparare il sugo e la pasta tipica delle feste con i tradizionali malloreddus alla campidanese, tagliare formaggio e salsiccia sarda per tutti i commensali».
Il posto era un birrificio locale, spazio dove si produce birra artigiana. Ma per quella serata speciale serviva ben altro: serviva quel sapere antico che si tramanda di generazione in generazione, quella maestria nella cottura lenta che richiede pazienza, attenzione costante e passione autentica. «Non avendo loro un’équipe adeguata per l’occasione – prosegue Pilloni – noi ci siamo offerti come gruppo di spiedi di “Su Nuraghe” di Biella».
Quattro ore di fuoco e tradizione
Dodici porcelletti da arrostire secondo l’antica tradizione: «Abbiamo montato la nostra attrezzatura e spiedato all’antica i maialini – racconta con orgoglio Pilloni – Abbiamo fatto quello che ci riesce meglio, ossia arrostire secondo la tecnica tradizionale, a fuoco indiretto, in compagnia, sempre vigilanti sulla cottura che dura oltre quattro ore».
È il segreto della perfezione: pazienza, presenza costante accanto al fuoco, esperienza. Quando i musicisti degli Istentales sono arrivati, tutto era pronto per organizzare la serata. L’obiettivo era servire maialini dalla pelle croccante e dalla carne morbida, accompagnati dai malloreddus preparati con cura, dal formaggio stagionato e dalla salsiccia sarda, in un trionfo di sapori che racconta l’Isola lontana.
Oltre il piacere del palato: un impegno di giustizia
Non era soltanto un momento conviviale. Ogni piatto servito, ogni sorriso scambiato, ogni firma raccolta hanno compiutamente rappresentato un tassello di una battaglia di civiltà. La proposta di legge prevede un assegno mensile che parta dal momento dell’assoluzione fino alla sentenza definitiva di risarcimento del danno, pari al doppio dell’assegno sociale. La misura intende evitare che persone uscite innocenti dopo anni di carcere si trovino abbandonate dallo Stato, costrette a umiliarsi per chiedere aiuto, quando non ridotte a compiere atti disperati per sopravvivere.
«Abbiamo organizzato tutto nell’ambito della petizione e della raccolta firme per Beniamino Zuncheddu – sottolinea Pilloni con determinazione – affinché riceva il giusto indennizzo, sebbene questo non possa mai ripagare i trent’anni di carcere subito da innocente. E soprattutto perché queste cose, in un paese democratico e rispettoso dei diritti della persona, non dovrebbero mai essere accadute e non debbano mai più accadere».
Per rendere operativa la proposta servono cinquantamila firme da raccogliere. Ed è qui che la mobilitazione acquista una dimensione nazionale, grazie agli Istentales – il cui nome rimanda a una stella della costellazione di Orione che in passato guidava pastori e contadini nei loro lavori –, che hanno inserito la raccolta firme nel loro progetto musicale e nella tournée nella Penisola.
I Sardi dell’Altrove: custodi di valori e costruttori di ponti
Al fianco degli Istentales e del Circolo Su Nuraghe di Biella si schierano i cosiddetti “Sardi dell’Altrove”: quella rete di migliaia di isolani che vivono sulla terraferma, molti dei quali fanno capo ad altri circoli sardi distribuiti in tutta Italia; gli eredi di quei valori trasmessi dai padri – la solidarietà, il senso della comunità, la ricerca della giustizia – che trovano nelle associazioni sarde uno spazio per mantenersi vivi e trasmettersi alle nuove generazioni.
Nel Biellese, in particolare, la presenza sarda è forte e radicata – oltre seimila presenze che hanno fatto di quella terra piemontese una seconda patria.
Il Circolo Su Nuraghe, fondato oltre quarantacinque anni fa, rappresenta un punto di riferimento non solo per la comunità isolana ma per l’intero territorio. Organizza eventi, custodisce tradizioni linguistiche e gastronomiche, promuove iniziative di solidarietà. E, quando serve, sa trasformare la propria competenza culinaria in uno strumento di mobilitazione civile.
La trasferta a Berbenno ne è l’ennesima dimostrazione: saper arrostire alla perfezione un porceddu non è solo una questione tecnica o gastronomica. È l’espressione tangibile di un’identità culturale che si fa azione, che si mette al servizio di cause più grandi. È la prova che i valori custoditi nei luoghi dell’emigrazione non rimangono confinati tra le mura domestiche o nei locali delle associazioni, ma si espandono, creando reti di solidarietà che attraversano regioni e province, unendo persone diverse attorno a ideali condivisi.
La forza della musica e della tradizione per cambiare le leggi
Gli Istentales da quasi trent’anni calcano i palcoscenici più importanti con la loro proposta musicale che fonde folklore e impegno sociale. Hanno collaborato con artisti del calibro di Pierangelo Bertoli, Roberto Vecchioni, Elio delle Storie Tese, i Nomadi, Cristiano De André. La loro forza sta nell’utilizzo della lingua sarda come strumento di narrazione della vita quotidiana e della storia dell’Isola, tra battaglie sociali e culturali.
Oggi, quella voce, potente, si fa portavoce di una battaglia ancora più urgente: quella per i diritti di chi ha subito ingiustizie da parte dello Stato. E lo fa nel modo più autentico possibile, mescolando musica, tradizione culinaria e impegno civile in un unico grande abbraccio collettivo.
Quella sera, a Berbenno, tra il profumo dei porcetti che giravano sugli spiedi e le note degli Istentales che riempivano l’aria, si è consumato un piccolo ma significativo atto di resistenza culturale e civile. Un atto che dimostra come i valori ereditati dai padri – quando vengono praticati anche oltre i confini delle proprie comunità – possano diventare forza di cambiamento per l’intera società.
Per informazioni sulla proposta di legge “Beniamino Zuncheddu e altri” e per la raccolta firme, è possibile rivolgersi ai circoli sardi presenti sul territorio nazionale, consultare le pagine ufficiali dedicate all’iniziativa.
Battista Saiu
Nell’immagine, Gianfranco Pilloni, Damiano Locci e Francesco Fosci, “gli spiedi di Su Nuraghe” con Gigi Sanna e il suo gruppo davanti ai maialini preparati a Berbenno.
