Da Biella solidarietà ai pastori sardi nella poesia di Nicola Loi

Lotta dei pastori sardi

Laboratorio linguistico – prossimo appuntamento, martedì 30 marzo 2021, alle ore 21:00 in Italia, ore 17:00, dall’altra parte dell’oceano.

Alla lotta dei pastori sardi che, nel mese di febbraio 2019, protestavano per il prezzo del latte ovino sottopagato, fa riferimento la poesia di Nicola Loi di Ortueri. Tradotti in italiano da Grazia Saiu e curati da Roberto Perinu, i versi, scritti in lingua sarda del tempo presente, verranno inseriti tra i testi per il prossimo appuntamento del Laboratorio Linguistico “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant”, per imparare a leggere e scrivere in lingua materna contemporanea. Incontro mensile transoceanico tra i circoli sardi di Biella e di La Plata (Argentina).
Due anni fa, “dopo aver bloccato il traffico sulla Carlo Felice – scrive il quotidiano La Nuova Sardegna parlando del prossimo rinvio a giudizio di alcuni di loro – i pastori avevano gettato decine di litri di latte sulla strada, altri avevano intercettato un camion che trasportava generi alimentari verso il sud dell’isola e lo avevano saccheggiato, sparpagliando parte del carico sull’asfalto”.
Protesta popolare ampiamente condivisa anche fuori i confini dell’Isola che, al di là di immancabili tracimazioni, dà la cifra dell’attacco che subisce l’economia isolana, particolarmente quella agropastorale. A tutt’oggi, “tutte le promesse non sono state mantenute – informa il quotidiano L’Unione Sarda per bocca degli avvocati dell’Associazione “Libertade” che segue la vicenda – e il prezzo del latte si sta riavvicinando ai valori bassissimi che scatenarono le proteste“.
All’epoca, tra le innumerevoli attestazioni di solidarietà, da Biella anche quella dai Sardi dell’Altrove che vivono all’ombra del Mucrone, con l’allestimento, al Ricetto di Candelo, della mostra fotografica “Nel nome del latte”, a cura di Francesco Pintore e “Ambasciata di Sardegna”. Da quella esposizione è tratta la bella immagine della locandina che annunciava l’evento promosso da Stefano Maullu, Europarlamentare milanese di origini sarde, con mostre in successione a Milano (Palazzo delle Stelline) e a Strasburgo presso il Parlamento Europeo.

Simmaco Cabiddu


Pastores in gherra

Unidos la faghimus sa bardana,
Est a difender’ vintunu pastores.
No semus sa colonia italìana,
No los cherimus cussos disonores.

Ministros e mercantes de su casu,
Sos meres de sa terra e de sa banca.
Meres in monte e su campu rasu,
Cumandare cheriant dogni tanca.

Ne lepas, ne istrales, ne fusiles,
No la faghimus gai sa trincea.
Unidos dae totu sos cuiles,
Una sola ‘oghe in s’Isula intrea.

Benint batinde promissas issoro,
Pro che poder’ trampare calchi votu.
Ma sos pilos chi amus in su coro,
At a fagher’ intender avolotu.

Sa cadena chi nos ant postu in tuju,
La segant sos pastores laureados.
Ca niunu caminat a su buju,
Cun fizos professores avocados.

Si che abbarrent in Roma sos barones,
Sos chi cherent pro fortza dare neghe.
Nois gherramus pro lat’e anzones,
Pro difender’ su frutu ‘e sa erveghe.

Sa zente nd’est bessida dae sa mola,
E at segadu s’antigu juale.
At mezoradu, at fatu iscola,
Est zente abberu chi possedit sale.

Sardos abberu oe no permitimus,
De ponner’ frades a palas a terra.
Si unidos sa gherra la faghimus,
Paris totue dae badde in serra.

E bastat custa barra a buca manna,
Ma oe cherent dare iscola a chie?
Che lis serramus in cara sa janna,
Ballende a ballu tundu rie-rie.

Sardos no nde torramus pè a segus,
Est a mustrare tota sa rejone.
E totucantu gia sezis cun megus,
Custu andet a bolu che puzone.

Bogade fora cudda sardidade,
Cudda de Ospitone e Eleonora.
Ca si nos cherent in disamistade,
Dae custa terra los cherimus fora.

Nigolau Loi, su 10 de martu 2021

Pastori in guerra

Uniti facciamo questa bardana,
È per difendere ventuno pastori.
Non siamo la colonia italiana,
Non li vogliamo quei disonori.

Ministri e mercanti del formaggio,
I padroni della terra e della banca.
Padroni in monte e il campo spoglio,
Comandare vorrebbero ogni campagna.

Né coltelli, né accette, né fucili,
Non la facciamo così la trincea.
Uniti da tutti gli ovili,
Una sola voce nell’Isola intera.

Arrivano portando promesse loro,
Per poter ingannare qualche voto.
Ma i peli che abbiamo nel cuore,
Faranno intendere l’insurrezione.

La catena che ci hanno messa al collo,
La spezzano i pastori laureati.
Perché nessuno cammina al buio,
Con figli professori e avvocati.

Che rimangano a Roma i baroni,
Coloro che vogliono per forza incolpare.
Noi lottiamo per latte e agnelli,
Per difendere il frutto della pecora.

La gente è uscita dalla mola,
E ha reciso l’antico giogo.
Ha migliorato, è andata a scuola,
È gente davvero che ha sale.

Sardi davvero oggi non permettiamo,
Di mettere fratelli con le spalle a terra.
Se uniti la guerra facciamo,
Assieme dappertutto da valle a monte.

E basta questa mascella dalla bocca grande,
Ma oggi vuole dare scuola a chi?
Gli chiudiamo in faccia la porta,
Ballando a ballo tondo sorridendo.

Sardi non ritorniamo passi indietro,
È da mostrare tutta la ragione.
E tutti già siete con me,
Questo vada in volo come uccello.

Tirate fuori quella sardita’,
Quella di Ospitone ed Eleonora.
Perché se ci vogliono in inimicizia,
Da questa terra li vogliamo fuori.

Nicola Loi, 10 marzo 2021


Nell’immagine: Lotta dei pastori sardi (foto di Francesco Pintore)

1 commento

  1. Buongiorno a tutta la redazione, la poesia di Nicola Loi è davvero bella, vorrei precisare che purtroppo alle nostre manifestazioni in particolare quelle all’aperto dei nostri figli laureati o politicamente impegnati non c’e’ mai stata traccia se non a priori qualche attestato di solidarietà.
    Auguri per il Vostro lavoro.
    Saluti Felice Floris

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