Iniziative del mese di marzo a Su Nuraghe di Biella

Annullo filatelico speciale su francobollo Sartiglia
Annullo filatelico speciale su francobollo Sartiglia IPZS, Roma 2010.

Il calendario delle attività dei primi mesi del nuovo anno del Circolo Culturale Sardo di Biella si presenta particolarmente ricco di iniziative, grazie alle proposte dei Soci, prontamente accolte dal Consiglio Direttivo. Trenta giovani studenti sono coinvolti nel progetto “Esperienza di Restauro”, attivato in convenzione tra “Su Nuraghe” e il Liceo Scientifico “Amedeo Avogadro” di Biella, nell’ambito del recupero a canton Gurgo di Pettinengo dell’oratorio di s. Grato d’Aosta e s. Eusebio da Cagliari.
La Sezione sportiva del Circolo, coordinata dai mister Giovanni Mocci e Pietro Lecca, scende in campo con la formazione “Su Nuraghe Calcio Biella”, per partecipare con altri ragazzi al “campionato di calcio a 7”, organizzato dal Comitato di Biella dell’A.C.S.I (Associazione Centri Sportivi Italiani).
Dopo settimane di prove al Circolo, sabato 28 marzo, al Teatro Don Minzoni andrà in scena il “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, proposto da giovani talenti biellesi che fanno capo alla nostra Associazione (locandina allegata).
Tra loro, Sardi di seconda e di terza generazione, con il coinvolgimento intergenerazionale del Maestro pittore Ilio Burruni, socio decano, nato a Ghilarza nel 1917, giunto in Piemonte nel 1925. (foto allegata).
Inoltre, altri nostri giovani partecipano attivamente alle iniziative del Coordinamento giovani della F.A.S.I., Federazione Associazioni Sarde Italia, con Greta Cogotti, Consigliere comunale a Biella, incaricata di rappresentarci a Magenta nel prossimo fine settimana.Continua a leggere →

Amore per l’Isola e senso del dovere, l’eredità di Renzo Cabras

Renzo CabrasIeri pomeriggio, a Biella, nella chiesa di san Biagio si sono svolti i funerali di Renzo Cabras, 76 anni, di Monti (Sassari), ex maresciallo della Guardia di Finanza. Lascia nel dolore la moglie Valentina, il figlio Alessandro con Francesca, il fratello Tonino con famiglia, le sorelle Maria Antonietta e Francesca con famiglie.
Figlio di Francesco e di Vittoria Seddaiu, Renzo, a 18 anni, seguendo le orme del padre, appuntato della Guardia di Finanza, si arruola nello speciale corpo di Polizia dipendente dal ministro dell’Economia e delle Finanze.
Nel 1965, dopo aver trascorso dei periodi nel Lazio, in Liguria e nelle zone di frontiera con la Svizzera, giunge definitivamente a Biella per essere assegnato al Nucleo di Polizia Tributaria. Autodidatta, promosso per meriti di servizio, per le sue spiccate capacità investigative viene assegnato alla sezione di Polizia giudiziaria, lavorando, ai tempi di “tangentopoli”, fianco a fianco con i Procuratori della Repubblica di Biella Gumina, Panichi e Ferrari.
Profondamente legato alla sua terra di origine, fintanto che ha potuto, ha trascorso con la famiglia, a Santa Teresa di Gallura, tutte le estati e molte feste di Natale e Pasqua, “per respirare – diceva – i profumi di casa“, facendoli assaporare ad Alessandro e alla moglie nata in provincia di Rovigo, travasando nell’unico figlio, maresciallo dei Carabinieri in servizio a Treviso, l’amore per l’Isola e il senso del dovere avuti in eredità.

Battista Saiu

I nomi sardi, tra i più antichi del Mediterraneo, distinti da quelli italici

pettirosso
Pettirosso (foto Franco Lorenzini).

Mi permetto con modestia di presentare qua appresso le etimologie relative ai dodici uccelli di Su Calendariu 2015 (alcune moltiplicate in omaggio ai molteplici nomi di certi pennuti), premettendo che, essendo spesso i nomi sardi tra i più antichi del Mediterraneo, hanno in generale un nome che li distingue molto o poco da quello italico (e da quello latino). Si tratta però, ancora e sempre, di arcaici nomi mediterranei, che sono rimasti incistati soltanto in Sardegna per il carattere conservativo della sua cultura. Va da sé che dal 1720 l’influsso italiano ha soffiato sempre più forte sulla cultura popolare sarda, ed i nomi della fauna ne hanno risentito, talché in molti casi sta prevalendo – purtroppo – il nome italico, che le giovani generazioni, piallate dalla cultura televisiva, stanno adottando. Un esempio è quello di Rùndine (il volatile messo in copertina di Su Calendariu 2015), che nella Sardegna più arcaica viene chiamato Rùnkina (aviònimo autenticamente sardo, che ha prodotto anche un cognome).
RÙNKINA ‘rondine’ (Hirundinidae) ha il significato arcaico di ‘falce perfetta’ (a causa della forma delle ali in volo), dal sum. rum ‘perfetto’ + kin ‘falce’: rum-kin.
BRABÍSI ‘pettirosso’ (Barigadu), anche brinci. Altrove vien detto barbarùbia (letteralmente: barbarossa), ma è una paronomàsia dovuta all’incontro tra brab-ìsi ed il rosso del suo petto. Per brabísi, da un antico *barbísi, la base etimologica è l’akk. bāru (un sinonimo per ‘aperta campagna’) + bīšu ‘proprietà, possesso’: bār-bīšu = ‘signore dei liberi spazi’, causa l’ubiquità di questo bel passeraceo.
GRISOTTI, grisu, kilísi, criḍḍólu ‘pettirosso’ (Erithacus rubecula) (Sarrabus). Base etimologica nel sum. gir ‘dono, gift’ + šud ‘preghiera, benedizione’: gir-šud ‘dono della benedizione’ (notisi la considerazione che veniva fatta a questo uccello, che nei tempi arcaici doveva essere considerato sacro, o quantomeno uccello-guida nel ver sacrum).Continua a leggere →

Il pettirosso nidifica in Piemonte e Sardegna, migra nel Grande Nord

Il pettirosso è l’immagine guida del mese di marzo di Su Calendariu 2015, edito dal Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella – Fotografie di Franco Lorenzini – testi di Lucio Bordignon – In italiano, latino, piemontese e sardo i nomi degli uccelli ritratti: pettirosso – Erithacus rubeculapiciuruss, petrussbarbarubia, grisotti, grisu, princiotta, fra gavinu.

pettirosso

Il pettirosso è un uccellino molto conosciuto, perché, spesso si avvicina alle case in cerca di cibo, soprattutto in inverno, quando frequenta i nostri giardini in cerca di bacche, frutta e lombrichi. Ama molto frequentare le mangiatoie per uccelli dove predilige il pastone per insettivori e le briciole di pane. È una specie di foresta che nidifica nei nostri boschi, ricercando i posti più freschi e umidi, spesso esposti ai quadranti settentrionali. Se abbiamo una popolazione locale che nidifica, sia in Piemonte che in Sardegna, è pur vero che vi è anche una popolazione che migra verso il Grande Nord, spingendosi in estate sino al Circolo Polare Artico dove si riproduce nelle foreste di aghifoglie, dette in gergo “taiga”, che abbandona col sopraggiungere del freddo, per venire a svernare nel bacino del Mediterraneo interessando sia il Piemonte che la Sardegna. È proprio in questo periodo che diventa visibile, perché esce dal fitto della foresta dove ha allevato i suoi piccoli, per spingersi nelle campagne, negli orti, nei frutteti, negli uliveti e nei parchi. In questo periodo diventa talmente confidente da stare a pochi metri dall’uomo, aspettando che questi gli lanci del cibo, o seguendolo passo passo nelle operazioni di preparazione della terra, che portano alla luce vermi e altri insetti di cui il pettirosso è ghiotto. Sverna copiosamente anche nella macchia mediterranea ed è una delle specie invernali più frequenti in Sardegna, mentre è piuttosto localizzato sull’Isola in estate a motivo del clima caldo-secco. Territoriale all’eccesso, difende con estrema violenza il suo territorio dai suoi simili, sia durante la riproduzione, l’inverno ma anche durante le soste migratorie, caso raro tra gli uccelli. Specie in buono stato di conservazione.

Lucio Bordignon

È morto Giuseppe Petretto di Giave (Sassari), comandante a Biella

Giuseppe PetrettoCircondato dall’affetto dei suoi familiari, è mancato Giuseppe Petretto, di 89 anni. Ne danno il triste annuncio i figli Vanni, Pina, Marina, Donatella, Sandro e Loretta, con i rispettivi consorti e gli adorati nipoti; la sorella Amelia, unitamente ai parenti tutti.
La sepoltura sarà celebrata martedì 3 marzo alle ore 15.00 nella chiesa parrocchiale di Chiavazza. Il caro Giuseppe sarà tumulato nel cimitero di Chiavazza. Il santo Rosario sarà recitato lunedì 2 marzo, alle ore 17.00 nella cappella della casa di riposo OASI di Chiavazza.
Nato a Giave (Sassari), nel 1926, ancora giovanissimo, nel 1944, Giuseppe entra nell’Arma dei Carabinieri per essere assegnato al comando delle stazioni di Nuragugume, Dualchi, San Gavino Monreale.
Attraversato il mare, si trasferisce nelle Marche, a San Lorenzo in Campo, in provincia di Pesaro. Nell’agosto del 1970, il definitivo trasferimento, a comandare l’importante Stazione dei Carabinieri di Biella, per dieci anni, fino alla pensione, dopo essere stato onorato delle insegne di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana e la Medaglia d’Oro per lungo comando.
Ai piedi del Mucrone, il maresciallo Petretto si è circondato di amorevole rispetto per serietà, capacità e umanità profuse nello svolgimento dei suoi compiti, lodate da ufficiali e subalterni. Uomo che ha saputo trasmettere valori a figli e nipoti; la sua figura integerrima è ancora oggi ricordata.
Nostalgicamente legato alla terra di origine, da sempre seguiva le mitiche vicende della squadra di Gigi Riva e di Gianfranco Zola. La domenica, con l’orecchio incollato per la radiocronaca diretta, dalla finestra di casa con vista sui campi di calcio, osservava i ragazzi giocare. Passione che non lo ha mai abbandonato, rimanendo davanti alla televisione a seguire il suo “Cagliari”, fino agli ultimi giorni.
Con gli amici e coi figli era solito dire: “Unu carru e a bidda”, a significare la volontà di ritornare a trascorrere il resto della sua vita in Sardegna: ma l’amore per i figli e i tanti nipoti l’ha ancorato a Biella. A Giave, nella parrocchia in cui è stato battezzato, le campane hanno suonato a lungo. Suoneranno ancora domani durante suo ultimo viaggio. Riposerà nel cimitero di Chiavazza accanto alla moglie, Maria Sogos, che l’ha preceduto di un anno.

Battista Saiu