
Nuraghi incorniciati da corbezzoli in frutto e in fiore sono immagini ricorrenti in Sardegna. Non così a Biella.
Sui primi contrafforti alpini, alle falde del Mucrone, unico caso al mondo, sorge “Nuraghe Chervu”, Nuraghe Cervo, eretto nell’anno 2008 per celebrare la fine della Prima Guerra Mondiale e ricordare i Caduti sardi e i Caduti biellesi, abbraccio fraterno di comune memoria.
Inserito nell’area monumentale del parco fluviale del torrente Cervo, attorno all’imponente torrione di Nuraghe Chervu (oltre sette metri di altezza, 23 di circonferenza), sono state piantumate diverse essenze tipiche della macchia mediterranea, quali lecci, sughere, allori, ginestre, rosmarino, mirto, lentischio, ferula, pancrazio, finocchio selvatico e un piccolo boschetto di corbezzoli.
Per la presenza di diverse piante mediterranee, il giardino botanico di Nuraghe Chervu si affianca, pur in sottordine, al ben più noto “Parco della Burcina” situato tra i Comuni di Biella e di Pollone; giardino privato della Famiglia Piacenza donato alla Comunità. Entrambi i parchi sono accomunati dalla presenza di essenze provenienti dalla Sardegna.
Da sempre, almeno a partire dal 1720, da quando il Piemonte è divenuto “possedimento di Terraferma del Regno di Sardegna”, la sensibilità dei Biellesi è stata attratta, fascinata dalla Sardegna. In molte antiche case alpine, non è raro trovare oggetti provenienti dalla grande Isola: sedie, cassapanche e oggetti di arredo, cesti di palma, rafia o asfodelo; tappeti, coperte e pizzi di corredo, tessuti con lino e lana sardi.
Nei giardini e nei boschi biellesi si incontrano roverelle e lecci sardi: sulla Serra di Zubiena e nell’Alta Valle Cervo. Ai Valligiani è ben noto il boschetto di piante sarde impiantato a Quittengo da Giorgio Martinero nella seconda metà dell’Ottocento. Ad ogni viaggio, portava con sè dall’Isola piante da mettere a dimora nella sua proprietà.
Oggi, quelle piante crescono rigogliose e danno frutto, così come carichi dei primi frutti sono i corbezzoli di Nuraghe Chervu, a Biella.
Bonas Pascas, Bona Pasca de Nadale, a Largos Annos.
Battista Saiu