Da Biella a Miami, l’orgoglio di una ragazza sarda di 17 anni

Giorgia Cacciatore
Giorgia Cacciatore con il compagno.

I sogni son desideri!
Lei, Giorgia Cacciatore, di origini sarde da parte di mamma, balla fin da piccola, girando diverse scuole di ballo.
Ha un sogno nel cassetto: andare a ballare in America.
Qualche tempo fa, conosce Andrea Bosonotto e Silvia Accossato, della scuola Extravagance Dance&Company di Grignasco.
Subito notano il suo talento e, nonostante la giovane età, inseriscono Giorgia nella loro scuola, come assistente di liscio con l’insegnante Massimo Furlani.
Giorgia inizia a collaborare con loro, dividendosi tra lo studio alle superiori e la danza, accrescendo le sue competenze.
Poi, la proposta di far parte delle tre coppie che, a Dicembre 2012, andranno a Miami per partecipare al World Latin Dance Cup, il campionato mondiale di danza Latino-Americana per professionisti.
Il sogno inizia ad avverarsi! L’organizzazione della trasferta, a 17 anni, per la più giovane del gruppo, è già Il Sogno: andare a Miami, in Florida per partecipare al campionato!
Come tutti, è partita forte della sua professionalità, ma ben conscia di trovare altri gruppi, altri avversari e, come sempre, il solo talento non basta: servono la costanza e la determinazione che devi mantenere fino all’ultimo passo di ogni esibizione.
Così, gara dopo gara, inizia a prospettarsi la finale e, lì, il Sogno ha avuto ragione su tutto: è diventato realtà con il primo posto nella gara di Bachata a gruppi.
Per gli altri, solo gradini, per Giorgia, a 17 anni, solo il primo dei Sogni che le si prospettano davanti.
Da parte nostra, l’orgoglio per una ragazza sarda che, a soli 17 anni, porta il suo talento in giro per il mondo.
Congratulazioni a Giorgia e tanti auguri alla sua famiglia, soprattutto ai nonni (Caterina Orrù e Mario Zara, socia e consigliere storici del nostro circolo) che, a dispetto di lingua e fuso orario, sono rimasti incollati al televisore a guardare la loro bimba con gli occhi pieni di orgoglio.Continua a leggere →

Nel Biellese ci sono 96 specie di farfalle diurne, 23 sono in pericolo

Vanessa cardui
Vanessa del cardo, Vanessa cardui - Farfalla migratrice, frequenta diversi ambienti. È comune sia in Sardegna che nel Biellese, dove si spinge sino ai 2500 metri.

Le farfalle trovano l’ammirazione di tutti! Chi non è rimasto rapito dalla magica cromia dei colori delle ali o chi non è rimasto a bocca aperta vedendo una di queste meraviglie volanti suggere il nettare di un fiore esposto sui nostri balconi. Le farfalle sono indubbiamente tra gli animali più apprezzati e ricercati dall’uomo nei secoli. Molti poeti, scrittori, scienziati e personaggi illustri ne hanno decantato la bellezza, la leggiadria, la vita effimera. Cosa sarebbe una primavera senza farfalle? Sarebbe come una laguna senz’acqua, una montagna senza neve, qualcosa di impensabile! Eppure in molte parti d’Europa, d’Italia, del Piemonte, del Biellese le farfalle si fanno via via sempre più rare, e in alcuni casi sono addirittura scomparse! Perché? A causa della distruzione dell’habitat, dell’impiego massiccio in agricoltura di insetticidi che uccidono sia insetti dannosi che buoni, di erbicidi che colpiscono le piante nutrici dei bruchi, dell’inquinamento in generale, del collezionismo lucroso che colpisce le specie più rare, del commercio mondiale di farfalle esotiche, del disinteresse della gente verso il mondo degli insetti. A livello locale Raviglione e Boggio, nel loro straordinario testo sulle farfalle del Biellese, ci informano che nel Biellese ci sono 23 tra le 96 specie di farfalle diurne (superfamiglia Ropaloceri o Papilionoidi) in pericolo citate dal Consiglio d’Europa.Continua a leggere →

Su Nuraghe film, un Carnevale di Barbagia di Paolo Piquereddu

LocandinaSabato 12 gennaio 2013, ore 21 – Nelle sale del Circolo Su Nuraghe, di Biella, riprendono le lezioni di cinema per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore“, tenute da Sardi di seconda e di terza generazione. Irene Maolu presenterà “Don Conte a Ovodda“, un film-documentario di Paolo Piquereddu, della durata di 20 minuti, realizzato nel 1996 dall’ISRE, l’Istituto Superiore Regionale Etnografico, della Regione Autonoma della Sardegna.
Il Carnevale della Barbagia – territorio montano della Sardegna centrale – è caratterizzato da una particolare atmosfera, un po’ triste ed inquietante, dovuta alla presenza delle maschere tradizionali dei pastori; queste sono fatte di pelli di pecora, campanacci e maschere facciali grottesche. Le più conosciute sono quelle dei “mamuthones” di Mamoiada.
Dal generale tono malinconico dei Carnevali della Barbagia si stacca solamente la manifestazione di “Don Conte”, ad Ovodda. Qui, il Mercoledì delle Ceneri, ha luogo un singolare happening all’insegna di un’allegra trasgressione, attorno ad un fantoccio denominato Don Conte.
A chiunque si presenti nella piazza principale del paese, viene immediatamente imbrattato il viso con del sughero bruciato, in una sorte di “memento mori” che precede l’immersione in un piccolo quanto coinvolgente “mondo alla rovescia”. La festa giunge al culmine quando, al calar della notte, viene dato fuoco al pupazzo; talvolta l’accensione fa seguito ad un processo e condanna, talvolta si procede senza, essendo comunque inevitabile che don Conte, responsabile dei mali della comunità, subisca la giusta punizione.
La sua fine sembra lasciare tutti soddisfatti, anche se qualcuno piange sconsolatamente con “attitidos“, tradizionali lamenti funebri.

Irene Maolu, a stretto contatto con le tradizioni dell’isola

Irene MaoluIrene è nata a Biella nel marzo del 1964, figlia di Carmelo di Belvì e di Mariangela Cau di Lunamatrona.
Diplomatasi all’Istituto Tecnico Commerciale “E. Bona” di Biella, da 25 anni lavora negli uffici amministrativi di Città Studi. Sposata con Mauro Zanella dal 1989, è madre di due figli, Erica e Raffaele.
In casa Maolu le origini sarde non sono mai state dimenticate e, fin da piccola, Irene ha vissuto a stretto contatto con le tradizioni dell’isola. Inoltre, le vacanze estive trascorse in Sardegna a casa dei nonni hanno contribuito ad accrescere in lei, ancor più, il legame con la terra di origine.
Il film che presenta tratta del Carnevale della Barbagia, in particolare delle maschere di Mamoiada (i mamuthones) e della particolare manifestazione di Ovodda, paese situato a poca distanza dal massiccio del Gennargentu. Il protagonista assoluto è “Don Conte”, rappresentato da un grosso fantoccio dall’aspetto grottesco, con una grossa pancia fatta di stracci e il volto di sughero e cartapesta.
Il Mercoledì delle Ceneri, Don Conte viene fatto sfilare su un carretto trainato da un asino, addobbato con ortaggi, pelli d’animali e oggetti vari. Viene accompagnato, senza un percorso predefinito, da un largo seguito di persone lungo le vie del paese. Il corteo è seguito da “sos Intintos“, cioè “i colorati”, uomini vestiti con stracci e abiti vecchi, col volto annerito da fuliggine. Alcuni di loro, gli “intinghidores“, i “coloranti”, imbrattano con “zinziveddu, polvere di sughero bruciato, i malcapitati che incontrano per strada.Continua a leggere →

«Su Nuraghe» premia i meriti scolastici dei suoi figli

Ragazzi premiati
Ragazzi premiati e bambini con doni, genitori e nonni con la Commissione esaminatrice e Amministratori di Su Nuraghe.

Domenica, 6 gennaio, giorno dell’Epifania, a Su Nuraghe, l’attesa consegna di doni per tutti i bambini presenti: calze ricolme di doni e libri messi a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. Agli otto vincitori, altrettanti assegni con premio in denaro.
Per genitori e nonni, figli e nipoti, “su cumbidu“, l’immancabile rinfresco con panettone e canestrelli biellesi della Pasticceria Brusa.
Nell’edizione 2013 risultano premiati: Alessia Dessì, Matteo Eulisse, Maddalena Ghisu, Ludovico Laurora, Caterina Lai, Tommaso Lai, Samuele Ratti e Sebastiano Ratti.
Con l’assegnazione di Otto borse di studio, il Circolo Culturale Sardo di Biella premia per meriti scolastici i figli dei Soci: inizia così, all’insegna dei giovani e giovanissimi, l’attività del nuovo anno dell’Associazione dei Sardi di Biella che, fin dalla sua fondazione, mette al centro le nuove generazioni. Capita anche che tra i genitori di oggi, presenti con i loro figli, ci siano i ragazzi di allora che ricordano con piacere il giorno del loro riconoscimento scolastico.Continua a leggere →

Presepi sardi, abiti isolani e «Sos Tres Res», canto dei Re Magi

Vedi il filmato “Pozzomaggiore di Edvige Carboni canta Sos Tres Res

Presepe sardo di PozzomaggioreDal 2009, per Natale, nella chiesa parrocchiale di San Giorgio martire, a Pozzomaggiore, si realizza un presepe di ambiente sardo con personaggi che vestono gli abiti della tradizione isolana.
L’idea è del parroco, padre Quintino Manca, che, chiamando a raccolta diverse volontarie, ha chiesto di recuperare l’esperienza delle Pigotte realizzate per l’UNICEF, e si creassero personaggi in stoffa da inserire in un presepio che rappresentasse luoghi e situazioni del recente passato del paese.
L’allestimento, affidato a Pittoia (Maria Antonia) Cuccuru, Uccia Oppes e Maria Serra, ha visto l’entusiastica collaborazione di altre volontarie: Sabina Calaresu, Giuseppina Diana, Angela Manunta, Leonarda Mariani, Rita Meloni, Lucia Piras, Maria Bonaria Pitotto, Angela e Anna Serra.
Il progetto si è sviluppato dal nucleo centrale della natività collocata nell’abside della chiesa di Santa Croce, la più antica del paese. Poi, via via che nascevano personaggi e si creavano ambienti, l’idea ha preso forma e sono nate, spontaneamente, le scene della lavorazione del grano, l’abburattamento manuale della farina e la panificazione; il pascolo e la lavorazione del formaggio, la tessitura e il ricamo, l’incontro alla fonte e il lavaggio dei panni e molti altri lavori, agricoli e domestici.Continua a leggere →