Capodanno in Sardegna alla scoperta della terra più antica d’Italia

“Sei giorni in cammino nel cuore del Parco Geominerario della Sardegna” lungo la via di Santa Barbara – Gita in Sardegna dal 29 dicembre 2012 al 4 gennaio 2013 – escursione evocativa del lavoro in miniera nella notte di capodanno con i minatori che illumineranno il cammino con le loro candele a carburo per salutare il nuovo anno

LocandinaPresentazione dell’evento – La Via di Santa Barbara è un itinerario storico, culturale, ambientale e religioso nel Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna riconosciuto dall’UNESCO che, a partire dalla Città di Iglesias, consente di percorrere per intero il vecchio bacino minerario del Sulcis Iglesiente Guspinese, nella Sardegna Sud Occidentale, attraverso un percorso di oltre 250 Km alla scoperta della terra più antica d’Italia.
La Via di Santa Barbara si sviluppa lungo gli antichi cammini minerari consentendo ai turisti-escursionisti-pellegrini di raggiungere gli edifici di culto dedicati alla Santa Patrona dei minatori per conservare la memoria di una grande tradizione civile e religiosa che ha caratterizzato nei secoli l’aggregazione sociale e spirituale dei minatori e delle loro famiglie, fino a diventare in tutto il mondo il simbolo identitario della gente di miniera.
Attraverso i luoghi di culto dedicati a Santa Barbara si possono riscoprire i cammini storici delle miniere costituiti dai sentieri percorsi dai minatori per recarsi nei posti di lavoro e dalle vecchie mulattiere e ferrovie realizzate in passato per il trasporto dei minerali grezzi e mercantili, lungo i quali è conservato l’immenso patrimonio tecnico-scientifico, storico-culturale, paesaggistico-ambientale e socio-antropologico della millenaria epopea mineraria della Sardegna che ha contribuito a far nascere la civiltà industriale dell’Italia e del continente europeo.
Dai monti fino al mare, dai boschi di querce alle dune di sabbia e alle scogliere sarà possibile immergersi in uno straordinario contesto naturalistico e ambientale che l’opera dell’uomo ha plasmato in un unico e indelebile paesaggio culturale.Continua a leggere →

«Il Popolo di Bronzo»: armi, abiti ed utensili dei bronzetti nuragici

Ricostruite a dimensione reale armi, abiti ed utensili dei bronzetti nuragici – in mostra a Genova Sampierdarena, 1-13 Dicembre 2012 – Apertura: tutti i giorni feriali dalle ore 09.00 alle ore 18.00 – i giorni 2, 8 e 9 Dicembre sarà aperto dalle ore 15.00 alle ore 18.00 – testi in italiano, sardo, genovese e inglese – ingresso libero

LocandinaCon quest’esposizione si intende proporre una possibile ricostruzione di armi, abiti, accessori e utensili nuragici, realizzati con i materiali e antiche tecniche di lavorazione, basata sulla rigorosa osservazione dei bronzetti iniziata col libro “Il Popolo di Bronzo” (Angela Demontis 2005).
L’uso di tali materiali in epoca antica è avvalorato da citazioni storiche che ne testimoniano l’impiego. Proprio lo studio del piccolo “esercito” di bronzo ci fa vedere come dovevano essere abbigliate le persone in epoca nuragica, come una sorta di scatti “fotografici” dell’epoca.
Attraverso un’attenta analisi delle statuette di bronzo si acquisiscono informazioni sul gusto estetico, sull’articolazione sociale e sui mestieri di una società che veniva a contatto con diversi popoli dell’area mediterranea e che da questi contatti e confronti culturali acquistava e proponeva a sua volta stimoli importanti per la crescita e lo sviluppo delle diverse etnie.Continua a leggere →

Biella,«la pace dei popoli» cantillata in ebraico, la lingua di Abramo

Arrivo a Nuraghe Chervu
Arrivo a Nuraghe Chervu.

Domenica 25 novembre – Di lingue liturgiche e di popolo i meravigliosi affreschi e le sobrie colonne rinascimentali della basilica di San Sebastiano (1500-1540) debbono averne sentite diverse, ma le parole di Nabucodonosor (Sacra Bibbia, Daniele, 4:1), cantillate in ebraico, certamente ancora no. L’occasione è stata fornita dalla presenza di tre capi amerindiani (un urone, un algonchino e un cri), intervenuti al convegno «Le lingue dei popoli», organizzato dall’associazione culturale Su Nuraghe di Biella. Durante la parte della messa dedicata alle preghiere dei fedeli, Sergio Maria Gilardino, il linguista che ha coordinato la parte scientifica del convegno, ha letto la preghiera della pace universale nella lingua di Abramo: «Nabucodonosor, il re, a tutto il popolo, a tutte le nazioni, di tutte le lingue, che vivono sulla terra: possa la pace prosperare tra di voi…». Subito di seguito, a beneficio degli ospiti e dei fedeli, la stessa preghiera è stata ripetuta in inglese, in francese, in piemontese sabaudo (la lingua di casa reale), in sardo e in italiano.Continua a leggere →

Convegno a Su Nuraghe, le lingue dei padri, tesoro dell’umanità

Immagini del convegno nella sezione Fotografias

Relatori
Relatori partecipanti al convegno La lingua dei popoli.

Sabato, 24 novembre, con il titolo de «La lingua dei popoli», si è tenuto a Biella, presso la sede di Su Nuraghe, il convegno sulle lingue ancestrali. Vi hanno partecipato i rappresentanti di ben sette idiomi storici: il walser, il provenzale, il piemontese, il sardo, l’algonchino, l’urone, il cri. Come ha spiegato Sergio Maria Gilardino nella sua relazione d’apertura, tutte le lingue parlate da un popolo per centinaia, a volte migliaia di anni, sono lingue ancestrali, cioè lingue dei padri, lingue degli antenati. Che poi in tempi più recenti siano andate lentamente in disuso non vuole dire che non hanno mai avuto tutte le parole necessarie alla vita di un popolo. «Non esistono lingue superiori o lingue inferiori» ha precisato il relatore, «ma solo lingue conosciute e parlate bene e lingue conosciute e parlate meno bene». Il nucleo delle parole storiche, ha spiegato il coordinatore del grande dizionario della lingua germanica dei walser e ora di quella del provenzale alpino, consiste invariabilmente di circa 40.000 parole, non solo per nominare piante, erbe, animali, lavori, tempo, ma anche religioni, miti, tradizioni e sentimenti. I giovani d’oggi invece utilizzano un lessico di poco meno di 3.000 parole e sanno sempre meno cos’è l’ancestralità e cosa sono le tradizioni dei popoli.Continua a leggere →

Solidarietà della F.A.S.I. con i lavoratori sardi in lotta

Comunicato stampa – Documento della FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia), approvato dal Consiglio Direttivo Nazionale (Milano, 25 novembre 2012)

FasiIl Consiglio Direttivo Nazionale della FASI composto dai presidenti delle 70 associazioni aderenti, riunito a Milano il 25 novembre 2012, ha discusso e approvato la relazione sulle attività realizzate nel 2012, a cominciare dalla battaglia sulla continuità territoriale, e sulle linee programmatiche, sulle progettualità e sulle azioni prefigurate per il 2013.
Sono stati messi in evidenza alcuni punti.
1. La FASI è solidale con i lavoratori sardi in lotta per la difesa del posto di lavoro: dall’Alcoa alla Vilyns, dalla Carbosulcis alle piccole e medie imprese in difficoltà.
2. A fronte dei gravi problemi economici della Sardegna i circoli FASI si impegnano a rafforzare il loro operato nella direzione della promozione della cultura sarda, dei prodotti sardi, del turismo verso l’isola. A questo fine si è deciso di rafforzare l’impegno nel settore dei viaggi e del turismo di gruppo e di sperimentare la costruzione di una piattaforma unitaria di tutti i circoli nella promozione del prodotto sardo.
3. Il Consiglio Direttivo Nazionale della FASI
a) richiama l’attenzione dell’Assessorato al Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna, della Giunta, del Consiglio regionale e delle Commissioni Bilancio ed Emigrazione sulla grave situazione e sul rischio di estinzione della rete organizzata dei circoli dell’emigrazione se lo stanziamento delle risorse in bilancio diminuisse al ritmo degli ultimi due anni;
b) richiama l’attenzione sulla discussione della legge “Per i sardi nel mondo” (sostitutiva della storica L.R. 7/1991) portata in Giunta dall’Assessore al Lavoro e approvata. Questo testo non è stato assolutamente condiviso durante la discussione nell’ambito della Consulta per l’emigrazione e quindi è necessario che sia ridiscusso in Commissione e in Consiglio, con l’apporto dei gruppi consiliari e ascoltando le proposte delle organizzazioni dell’emigrazione.Continua a leggere →