
Questa festa ebraica corrisponde alla nostra Pentecoste ma con significato diverso. Infatti festeggia il raccolto delle messi con un particolare significato per la primogenitura di ogni cosa, dedicata al Signore, ed anche completa il ricordo della liberazione ottenuta con la fuga dall’Egitto.
Shavuòt cade sette settimane (shavuòt) dopo Pèsach (la Pasqua ebraica che anche Gesù festeggiò). In quanto festa delle delle primizie e della mietitura è anche chiamata Ghang abikkurìm e Chang hakatzir. Poiché i Dieci Comandamenti furono promulgati sul Monte Sinai proprio cinquanta giorni dopo l’uscita del Popolo ebraico dall’Egitto, la ricorrenza di Shavuòt viene festeggiata come “tempo in cui è stata donata la legge”.
Il popolo Ebraico conquistò la libertà fisica con la liberazione dall’Egitto, ma fu solo quando ricevette i Comandamenti e la Legge che la liberazione arrivò al suo compimento anche spirituale. Le feste di Pèsach e Shavuòth sono collegate fra loro dal periodo dell’òmer che dura sette settimane.
Il passaggio dalla liberazione fisica a quella spirituale necessita di un periodo di purificazione. Sette giorni è il periodo di purificazione normale, quarantanove giorni è il periodo di purificazione necessario per liberarsi dalle influenze assorbite dalla cultura egiziana: il conto inizia la seconda sera di Pèsach e continua per quarantotto sere successive.
Lòmer è una misura di orzo pari a circa quattro litri che, ai tempi in cui esisteva il Tempio a Gerusalemme, veniva prelevata dal nuovo raccolto e offerta al Santuario, per la prima volta, proprio il secondo giorno di Pèsach.
Come gli Ebrei festeggiano oggi giorno Shavuòt: si usa trascorrere la prima notte della festività studiando tutta la notte su libri appositi in cui sono indicati i brani della Torà, del Talmud e dello Zohar da leggere. Si legge il Libro di Ruth.Continua a leggere →