Papassinos de Tertenia, Ogliastra e frinire delle cicale

Sabato 30 gennaio, Nella Lastrucci Scatta ha presentato sos papassinos de Tertenia – dolce appuntamento con i Sapori di Sardegna per conoscere l’isola attraverso il gusto – ricetta e degustazione – immagini della serata sono visibili nella sezione Fotografias

gruppo di amici con al centro Nella Lastrucci ScattaDa tre anni faccio parte del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella al quale mi sono avvicinata timidamente grazie alle svariate richieste della mia amica Alma.
Ho conosciuto la Sardegna all’inizio degli anni Ottanta e a poco a poco mi sono lasciata prendere dalla sua bellezza.
Il primo luogo che ho visitato è stato Barisardo e l’Ogliastra con Tertenia.
Negli anni a seguire, con le mie ragazze, allora bambine, ce la siamo visitata tutta.
Ho apprezzato la mutevolezza del suo territorio, dalle aspre montagne della Barbagia alle dolci colline che lentamente degradano verso il mare; quel mare così limpido!
La cosa che ancora oggi è rimasta impressa nella mia mente attraversando la provincia nuorese, sono state le nannai, le “nonne”, donne vestite di nero, austere nella loro semplicità.
Dell’Ogliastra ricordo gli svariati e genuini modi nel fare da mangiare, l’aria che profuma di mirto e d’abete nano mediterraneo che, d’estate, svela il frinire delle cicale.
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Gran favata, chi siamo e chi eravamo attraverso il gusto

LocandinaSabato 6 febbraio, alle ore 20, nei locali di via Galilei, il Carnevale dei Sardi di Biella inizia con la Gran favata, piatto tipico della tradizione contadina preparato con carne di maiale, fave e finocchi selvatici o con altre rare verdure di stagione.
Si tratta di una variante mediterranea delle note fagiolate ben radicate nel Biellese e presenti in altre località delle province vicine. Pochi sanno che per diffusione territoriale e per quantità di derrate consumate, il Piemonte orientale vanta un primato di tutto rispetto.
In Piemonte, i fagioli – nella ricercatissima varietà di Saluggia – hanno sostituito le fave, legume universalmente legato al culto dei morti.
In questo periodo dell’anno, le piazze di molte località alpine si animano di fumi e profumi, con fuochi che riscaldano persone e fanno ribollire delicate prelibatezze entro grandi paioli di rame.
Favata sarda o succedanea fagiolata piemontese sarebbero varianti del permanere di antiche ritualità legate al morire stagionale: banchetto funebre, pubblico refrigerium, in attesa del rifiorire della bella stagione.
La Favata proposta dai bravi cuochi di Su Nuraghe permetterà di avvicinarci “alle origini” attraverso antichi sapori: ulteriore contributo alla scoperta e valorizzazione di chi siamo e di chi eravamo attraverso il gusto.
Inoltre, durante la serata e nei diversi appuntamenti che in questo periodo si susseguiranno, sarà possibile gustare le caratteristiche cattas e zippulas, i dolci del Carnevale dei Sardi.
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Mamuthones sulle Alpi di Ardesio per chiamare l’erba

MamuthonesDalla Sardegna sono arrivati ad Ardesio, in provincia di Bergamo, sos Mamuthones e sos Issohadores di Mamoiada (Nu) per dar man forte alle Genti alpine per cacciar via gennaio durante la scasada del Zenerù.
Domani sfileranno con passo solenne, cadenzato e ritmato dal suono delle campane poste sopra sa garriga. I Sardi dovranno impegnarsi un po’ per ri-svegliare l’erba ancora ghiacciata, invitandola a germogliare ancora, uscire dalla terra e crescere di nuovo.
Zenerù è un rito di morte e di rinascita attestato – con altri nomi – in diverse parti dell’Europa folclorica; ad Ardesio si effettua il 31 gennaio, l’ultimo dei tre Giorni della Merla; periodo notoriamente predittivo che, con la Candelora, annuncia il definitivo allontanarsi dell’inverno.
All’imbrunire, tutti gli abitanti di Ardesio si muniscono di sonagli, campanacci o semplici pentole e barattoli, per produrre un infernale fracasso; por fine su una gran pira al freddo mese di gennaio oramai “vecchio” e finito; lasciare spazio al successivo nuovo mese della luna. Infatti, nel mondo della tradizione, la luna nuova di febbraio determina l’annata agraria e il successivo inizio dei lavori dei campi. Essa stabilisce il tempo del Carnevale e quello della Pasqua.Continua a leggere →

Unu fogaroni nasciri de sa pampixedda de unu alluminu

Atobiu in su Circulu Su Nuraghe de Biella Mannigos de Memoria – Su bintisesi de Gennarxu de su duamilla e dexi – fueddus in sardu campidanese-sulcitanu maurreddinu – s’importanzia chi podeus tenni nosu disterraus cun is Circulus chi funti is laboratorius po fai sa Limba sarda sempri prus bella
Resoconto dell’incontro (martedì 26 gennaio 2010) Mannigos de Memoria – Granai della MemoriaVeglie postmoderne – conversazioni in Limba coordinate da Piero Pinna per raccontare, ricordare e tramandare attraverso l’oralità – narrazioni nelle varianti locali della Lingua antica dei Sardi.

Franziscu MuraPigara su fueddu Pieru Pinna nendi ai sozius arreunius: labai ca custu atobiu pori parri mera pretenziosu, imbecis deu seu cunvintu ca unu grandu fogaroni puru, nasciri de sa pampixedda de unu alluminu e poi, acciungendi arrogheddus de linna, bessiri mannu.
Nosu puru arregordendi arrogus de sa vira nostra a partiri de candu fustus piticus e contendi is istorias nostras, in sardu, portaus de certu unu cuntributu po una mezoria de sa limba nostra.
Deu penzu ca sa cosa non depiri essi lassara a is proffessoronis universitarius poita ca su populu, in fatus de vira bera, tenniri de prus de contai; arregordus, bellus o leggius chi siant, funti is nostrus e si donant s’ocasioni po fueddai in limba, po donai a sa limba sarda e a is istorias sa manera de no essi screscias mai.
Su chi funti cumprendendi pagu in Sardigna est s’importanzia chi podeus tenni nosu disterraus cun is circulus chi funti is laboratorius po fai sa limba sempri prus bella, cumprendia e chistionara de totus i sardus. In cali citari o bidda de Sardigna suzzediri cussu chi nosu fareus dogna dì: unu grupu de prassonis chi s’agatant a pari, logudoresus, campidanesus, tatharesus, ogliastrinus, maurreddinus o cabesusesus e dogniunu chistionara su sardu de su logu su e totus ascurtant e imparant a si cumprendi totus a pari.
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Celebrata a Biella la festa della Sassari

Labari a Nuraghe Chervu prima della cerimonia dell'AlzabandieraGiovedì 28 gennaio è stata celebrata a Biella la Giornata della Festa di Corpo e della Bandiera dei Reggimenti Storici della Brigata Sassari (151° e 152°) nell’anniversario della conquista di Col del Rosso (1918)
Alle ore 9.40, i labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma di Biella hanno raggiunto l’area monumentale di Nuraghe Chervu per l’alzabandiera nel giorno della festa della Brigata Sassari.
La cerimonia è stata organizzata per la prima volta dal Nucleo Capitano Emilio Lussu, la nuova Associazione d’Arma recentemente costituita in città, a cui l’Associazione Nazionale Brigata Sassari ha affidato – in concorso con il Circolo Su Nuraghe – il mantenimento dell’Area Monumentale di Nuraghe Chervu, dedicata ai Caduti sardi e ai Caduti biellesi.
All’Alzabandiera erano presenti il Prefetto di Biella, Dott. Pasquale Manzo, il Questore della Provincia di Biella, Dott. Giuseppe Poma, il Ten. Col. Federico Maria Ruocco del Comando Provinciale dei Carabinieri, il Col. Salvatore Barca, Comandante Provinciale la Guardia di Finanza, le massime Autorità civili e militari di Biella, Vercelli e Novara.
Gli ordini militari per l’alzabandiera e per gli onori, scanditi dagli squilli e dagli inni del trombettiere di Su Nuraghe Paolo Mattinelli, sono stati impartiti dal Responsabile Fiduciario del Nucleo della Sassari, Magg. Giovanni Manunta.
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