Il 4 novembre rappresenta una data di profondo significato per l’Italia: la giornata dedicata alla celebrazione delle Forze Armate e della vittoria nella Prima Guerra Mondiale. All’ingresso della città di Biella sorge il Nuraghe Chervu, imponente opera realizzata con blocchi di pietra biellese estratti dalle cave di Curino, monumento che da oltre un decennio costituisce il cuore di una commossa tradizione.
Edificato nel 2008, il memoriale commemora inizialmente i soldati sardi e piemontesi caduti nel primo conflitto mondiale, rendendo omaggio in particolare alla leggendaria Brigata “Sassari”, quella formazione militare i cui componenti venivano temuti dalle truppe Austro-ungariche per il loro straordinario valore in combattimento, riconoscibili dalle caratteristiche mostrine bianche e rosse.

È mancato a Biella, all’età di 61 anni, Gian Franco Corda, originario di San Vito, nel Sarrabus cagliaritano. La sua storia è quella di tanti Sardi che hanno cercato fortuna nel Nord Italia: nel 1967, quando aveva appena quattro anni, lasciò la sua terra insieme ai genitori, Virginia Cireddu e Luigi, giungendo a Massazza, primo approdo della famiglia in Continente, per poi stabilirsi definitivamente a Benna, dove avrebbe trascorso l’intera esistenza, completando gli studi e costruendo il proprio futuro.
Alla Libreria Giovannacci l’autore Gesuino Némus presenta “La donna che uccideva le fate”, edito da Elliot.
Tra papassinos e castagne bollite, la notte tra 1 e 2 novembre unisce Sardegna e Piemonte nel rito millenario dell’ospitalità oltre la morte