Rispetto dell’ambiente, tesori ecologici e sociali nel film di Forestas

su nuraghe film

Sabato 12 Gennaio 2019 sono stati proiettati nelle sale del Circolo “Su Nuraghe” di Biella i filmati tratti dal dvd “Un’Isola di sentieri”. Opera editoriale promossa dall’ormai soppresso Ente Foreste della Sardegna – sostituito con legge regionale n.8/2016 con l’agenzia pubblica Fo.Re.S.T.A.S. -, essa illustra 76 sentieri rivolti ad appassionati di trekking e semplici escursionisti, corredati di 12 mappe (reperibili, con i predetti filmati, sul portale SardegnaForeste), con l’obiettivo di promuovere la valorizzazione ecologica e sociale del patrimonio naturale e culturale isolano. Le relative riprese, compiute da Enrico Spanu nel maggio del 2009, danno testimonianza al pubblico dei lavori di realizzazione del cd. POR Sardegna – Programma Operativo Regionale – 2000-2006, progetto finanziato dall’Unione Europea.
La proiezione è stata, così, una nuova occasione per presentare, anche agli stessi Sardi emigrati, la Sardegna attraverso zone meno celebrate rispetto alle coste ed al mare che circonda l’Isola, in quanto custodi di paesaggi, specie botaniche e faunistiche particolari, strettamente relazionate al locale sviluppo storico degli insediamenti umani.
Una terra al centro del Mediterraneo, il cui paesaggio è stato caratterizzato a lungo dalla presenza di un immenso e ricchissimo patrimonio forestale e boschivo, oggi quanto mai ridotto rispetto al passato. Come testimoniano copiosi studi e documentazioni (tra i tanti: F. Caterini, Colpi di scure e sensi di colpa. Storia del disboscamento della Sardegna dalle origini ad oggi, Sassari 2013), dall’antichità fino agli albori dell’800 la Sardegna è stata considerata dai viaggiatori un’isola mitica e florida, una sorta di “terra promessa” al cui interno la ricchezza di risorse vedeva in primo piano foreste, sorgenti e corsi d’acqua. Una circostanza in netto contrasto con un’iconografia dell’Isola più recente, aspetto tanto più confermato anche dalle testimonianze lasciate dai testi dell’antichità e dai reperti archeologici attestanti risalenti culti religiosi strettamente connessi ai cicli della natura, quali i pozzi d’acqua e le fonti sacre di epoca preistorica e nuragica.
A partire dal primo ‘800 quattro quinti del patrimonio boschivo sardo è scomparso a causa delle opere di disboscamento e sfruttamento dei territori al fine di reperire risorse (in primis combustibile) per industrie esterne e attività economiche a valenza extra-isolana. Ciò ha determinato ripercussioni ambientali e trasformazioni antropologiche sulla stessa popolazione locale, dando luogo, dal finire del XIX Secolo, ad una Sardegna caratterizzata da aridità e siccità, ossia un territorio ove il cattivo uso delle risorse e la volontà di non rispettare il proprio ambiente di vita hanno trovato poi nel disagio economico e sociale, nel banditismo e nell’emigrazione risposta e corollari indotti e quasi scontati.
Dagli albori del ‘900 è sorta la necessità di “politiche” volte al rispetto ed alla responsabilità verso l’ambiente, in particolare quelle finalizzate a consapevolizzare le generazioni del presente e del futuro. A partire dal 1898, per iniziativa del Ministero della Pubblica Istruzione, periodici eventi partecipati dalla popolazione locale hanno visto la piantumazione di piante da parte di bambini, come nel caso della Festa degli Alberi celebrata il 3 Maggio 1909 a Nuoro per la «rinascita dei boschi scomparsi», documentata nelle lastre del fotografo Raffaele Ciceri (1870-1921), il cui archivio è oggi custodito dall’ISRE – Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna. Similmente è accaduto negli ultimi anni a Biella, come in occasione dell’ultima ricorrenza tenuta nell’area di Nuraghe Chervu il 25 Novembre 2018, con la copiosa partecipazione di studenti ed insegnanti delle scuole del territorio.
Il rispetto dell’ambiente e la conoscenza del territorio costituiscono un investimento sul futuro attraverso la conservazione di tesori non solo ecologici ed economici, ma anche di valore antropologico, quali le tradizioni delle popolazioni locali. Fo.Re.S.T.A.S., attraverso la propria opera sul territorio e la produzione di materiale divulgativo – quale i menzionati filmati sui sentieri di Sardegna -, si prefigge di fornire un contributo per “migliorare e accrescere le potenzialità turistiche e culturali del territorio sardo, preservando le risorse naturali e gli ecosistemi, e di migliorare il livello occupazionale”. Ma le istituzioni non possono e non devono essere lasciate sole in questa missione. Tutti possono trovare il modo di fornire un proprio apporto utile, anche solo suscitando la curiosità della scoperta di luoghi nuovi o di territori non completamente conosciuti ed apprezzati dagli stessi abitanti locali.

Ivan Solinas

Nell’immagine: partecipanti alla serata

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.