Pane di Sant’Eusebio distribuito ai Consiglieri della Città

Identità e antiche tradizioni, radici cristiane sarde e piemontesi – l’Assessore alla Cultura Andrea Delmastro illustra e offre ai nuovi eletti di Biella il “Pane di Sant’Eusebio da Cagliari”, un Sacramentale preparato dalla Comunità sarda, distribuito in apertura di seduta durante il primo Consiglio Comunale.

dipinto di Irene Rossi, realizzato per lo stendardo processionale benedetto dal Card. Tarcisio Bertone nell'anno giubilare 2000La Chiesa ha ereditato alcune ritualità precedenti, plasmate sulla tradizione cristiana, sussumendole, conservandole e tramandando, attraverso la religiosità popolare, alcuni aspetti di antiche tradizioni.
Sulle orme di Sant’Eusebio da Cagliari, primo evangelizzatore del Piemonte, la Comunità dei Sardo-Biellesi, con il suo operare, intende contribuire a difendere e a diffondere le comuni radici cristiane che, proprio grazie ad Eusebio, affondano nell’Isola di Sardegna. Infatti, secondo la tradizione, risale ad Eusebio da Cagliari l’introduzione del culto mariano a Serravalle di Crea (Alessandria), e ad Oropa (Biella): Oropa, cuore battente per i Biellesi, luogo sacro e caro anche al cuore dei Sardi.
Da quindici anni, a Biella, viene prodotto il “Pane di Sant’Eusebio“, un Sacramentale preparato in occasione di Sa Die de sa Sardigna, la grande Festa della Comunità sarda, e distribuito alla fine della Missa Majore, la solenne celebrazione eucaristica.
Si tratta di una neotradizione radicata su antiche consuetudini cristianizzate, già attestata nella Chiesa del IV secolo e che ancora permane – a volte decontestualizzata – nel Piemonte della tradizione.
Con un apposito stampo, detto “pintadera“, è stato riprodotto sul pane benedetto di Sant’Eusebio 2009 il sole degli affreschi dell’antico sacello, simbolo ottagonale conosciuto come “stella di Oropa”.

Un rimando esplicito che indica l’asse solstiziale su cui sono stati edificati l’antico tempio eusebiano di Oropa e quello di San Bartolomeo, identica linea astrale su cui sono eretti i nuraghi di Sardegna e su cui è stato allineato Nuraghe Chervu di Biella.
Sul fronte dell’immagine allegata al pane di Sant’Eusebio da Cagliari è stato riprodotto il dipinto di Irene Rossi, realizzato per lo stendardo processionale benedetto dal Card. Tarcisio Bertone, attuale Segretario di Stato del Vaticano, nell’anno giubilare 2000.
L’icona riproduce, rielaborandola, un’antica immagine del 27 agosto 1820 – 3° centenario di incoronazione del simulacro di Oropa, e ritrae la Vergine nera presentata da Sant’Eusebio da Cagliari, raffigurato mentre schiaccia con il piede la testa dell’eretico prete Ario. In basso, a destra, due angeli reggono lo stemma dei Quattro Mori di Sardegna.
Nel retro, con “nulla osta” del Cappellano di Su Nuraghe Don Ferdinando Gallu e “approvazione ecclesiastica”, sono ristampate alcune parti di Su Rosariu cantadu, le preghiere in Lingua sarda periodicamente intonate nelle Chiese della Diocesi di Biella.
Alle Confraternite, antiche forme di aggregazione tra laici (conosciute in Piemonte come Badie), dette anche Compagnie (da “cum-panis“, con pane), veniva affidato il compito di organizzare il tempo festivo e di distribuire il pane ai poveri o quello rituale come quello di Sant’Eusebio da Cagliari.
A Biella, prima della Grande Guerra, sono attestate tre Badie, già menzionate negli Statuti della Città, ciascuna presieduta da un “Re dei giovani“, a cui veniva affidata l’organizzazione del tempo festivo.
Le associazioni giovanili biellesi scompaiono con la Grande Guerra.
Emblematico il caso del Carnevale di Biella che riprende, profondamente modificato e senza le antiche Badie, dopo anni di lutto, un funerale ogni tre giorni durante il Primo Conflitto (523 Caduti nella sola Biella – come risulta dal censimento effettuato da Su Nuraghe, e circa 2400 Caduti nel territorio dell’attuale Provincia).

Pani benedetti di Piemonte

Si tratta di manifestazioni analoghe nella forma e nella rappresentazione, seguite da distribuzione di diversi tipi di pane benedetto, rituale o votivo, classificabile come Sacramentale.
Secondo quanto afferma Mons. Mario Righetti, Perito del Concilio Vaticano II, “La Chiesa conobbe assai presto l’uso dei Sacramentali. Il mondo sensibile nella concezione cristiana antica era considerato di fatto sotto l’immediato influsso degli spiriti malvagi, e l’opera della chiesa doveva mirare a liberarlo e a consacrarlo a Dio mediante una larga effusione della virtù divina su tutte le creature. I mezzi per ottenerla erano due: la preghiera a Dio, e la mediazione di Cristo, espressa col segno della croce sulle persone e sulle cose“. […] Nei Sacramentali sono presenti due aspetti: “il lato apotropaico e il desiderio cristiano, secondato e guidato dalla Chiesa, di far servire per quanto possibile tutti gli elementi a bene dell’uomo“.

A Biella Vernato, fino a pochi decenni addietro, si produceva il “Pane di San Nicola” di cui si conserva ancora lo stampo in metallo.
Ad Asigliano (Vercelli), in occasione della Festa di San Vittore, finita la Santa Messa e dopo la spettacolare corsa dei buoi, da un carro sontuosamente bardato di rosso, vengono distribuiti quintali di pane benedetto.
A Giaglione (Torino), il pane benedetto viene distribuito durante la Santa Messa, subito dopo la comunione dei fedeli.
A Bollengo (Torino), per la festa patronale Sant’Eusebio, escono le axentere, coppia di giovani spose con abiti uguali propri dell’occasione, che portano in testa le axente, canestri sormontati da grandi coni ornati di fiori e di nastri colorati.
Nella parrocchia di Vagna di Domodossola, durante la festa “dul Bambin“, dodici donne in abiti tradizionali portano su cercini le “cavagnette“, manufatti simili alle axente canavesi, che rimandano alle diffusissime “carità“, così dette per via della loro funzione di distribuire pane ai poveri.

Eusebio da Cagliari, 1° Vescovo di Vercelli, Santo, Patrono del Piemonte

Nato in Sardegna alla fine del III o all’inizio del IV secolo, Eusebio da Cagliari si trasferì a Roma, dove frequentò la Schola insieme al futuro Papa Liberio.
Per acclamazione popolare dei Vercellesi venne eletto Vescovo, sebbene straniero; il Papa S. Giulio ratificò l’elezione domenica 15 novembre 345 e lo ordinò primo vescovo di Vercelli e del Piemonte.
Nel 355, partecipò al Concilio di Milano, invitando i presenti a firmare il Simbolo Niceno, contro gli eretici difesi dall’Imperatore Costanzo. Per questo fu condannato all’esilio a Scitopoli in Palestina. Subì carcere e fame, violenze e minacce; venne successivamente trasferito in Cappadocia e poi in Tebaide, finché, nel 361, un Editto dell’Imperatore Giuliano l’Apostata lo rese alla libertà.
Nel 362, convocò il Concilio dei Confessori ad Alessandria d’Egitto, radunando, assieme a San Lucifero, Vescovo di Cagliari, i vescovi niceni.
Morì il 1° agosto del 371, all’età di settant’anni circa; le Sue reliquie riposano nella cattedrale di Vercelli, nella cappella a Lui dedicata.
Papa Giovanni XXIII, con Breve apostolico del 24 novembre 1961, elesse “S. Eusebio, Vescovo e Martire, Patrono di tutto il Piemonte, con gli onori e i diritti liturgici che competono ai Patroni“.
Nel 1995, il CardinaleTarcisio Bertone, all’epoca Arcivescovo di Vercelli, ha aperto l’Anno eusebiano con un Convegno internazionale sulla figura del Protovescovo Eusebio, protagonista di rilievo nell’Occidente latino durante la crisi ariana.
Il Cardinale di Milano, Carlo Maria Martini, ha concluso i lavori dell’incontro vercellese con una solenne concelebrazione insieme a tutti i Vescovi del Piemonte riuniti in Cattedrale e presieduti dal Cardinale Saldarini, Arcivescovo di Torino.
Nel 1996, (21 e 22 settembre) si è tenuto ad Oropa, presso il Santuario eusebiano mariano alpino di Santa Maria del Monte, un Convegno organizzato dal Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella.
L’incontro, promosso da Su Nuraghe di Biella in collaborazione con il Santuario di Oropa, e con la partecipazione di Docenti delle Università di Cagliari, di Sassari, di Vercelli e di Urbino, ha voluto rendere omaggio alla grande figura del Santo confessore, padre della Chiesa, offrendo un contributo al significato eusebiano e alla tradizione mariana in Terra biellese.
Il convegno oropense ha preceduto un’analoga iniziativa a Cagliari (10-11 ottobre 1996), a cura delle Università dell’Isola e della Facoltà Teologica della Sardegna.


Nell’immagine: dipinto di Irene Rossi, realizzato per lo stendardo processionale benedetto dal Card. Tarcisio Bertone, attuale Segretario di Stato del Vaticano, nell’anno giubilare 2000. L’icona riproduce, rielaborandola, un’antica immagine del 27 agosto 1820 – 3° centenario di incoronazione del simulacro di Oropa, e ritrae la Vergine nera presentata da Sant’Eusebio da Cagliari, raffigurato mentre schiaccia con il piede la testa dell’eretico prete Ario. In basso, a destra, due angeli reggono lo stemma dei Quattro Mori di Sardegna.

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