Gragliesi in Sardegna per «trasformare le pietre in oro»

Graglia – “Ortus Otii – Vita d’artista”, un mese di appuntamenti – Dal 2 al 30 luglio, ogni sera un incontro con cocktail finale – serate musicali, conferenze, lezioni, poesie, proiezioni, giochi di prestigio, cene itineranti e tanto altro ancora – ingresso libero

Marco Astrua
Marco Astrua e alcuni partecipanti alla conferenza mostrano buste e lettere commerciali di Ditte gragliesi operanti in Sardegna.

Mercoledì 4 Luglio 2012 – A Graglia, presso la sede di Hortus Otii, in via del Canale, 3, all’interno del Dodicesimo ciclo di iniziative “Vita d’artista”, con il patrocinio della Provincia di Biella, l’arch. Marco Astrua ha tenuto la conferenza “Gragliesi in Sardegna”.
Durante l’incontro il relatore ha parlato della famiglia di Stefano Bertino, nato a Graglia nel 1831, ma originario di Settimo Vittone che, con la moglie Maria Giovanna Toreno, Valdostana, emigrò in Sardegna. “Dopo il 1861, troviamo Stefano Bertino a Nuoro, con il primogenito Antonio, nato in Piemonte – afferma Marco Astrua – nella casa progettata dall’architetto piemontese Giacomo Galfré (nonno materno dello scrittore Salvatore Satta), prospiciente la via Garibaldi, strada costruita e selciata dall’impresa Bertino”.
Di Stefano Bertino scrive Salvatore Satta ne “Il giorno del Giudizio”: “Quel piemontese, figlio di piemontesi, alto due metri, di cui qualche vecchio diceva di averlo visto da bambino scalpellare col padre le lastre di granito del corso: ma se era così se ne era dimenticato perché appena aperti gli occhi sulla misera terra sarda, si era dato agli appalti […] uno dei continentali che trasformavano le pietre in oro”.
Anche la scrittrice contemporanea Bianca Pitzorno, sassarese di Graglia, biellese da parte di madre, proviene dalla frazione Merletto, Casale Margari, da cui partì per la Sardegna il trisavolo Stefano Bertino.
La Sardegna, a quell’epoca, si trovava in una situazione economica e sociale difficile. L’Isola era completamente priva di infrastrutture; l’economia era basata sulla pastorizia, stentata l’agricoltura; la pesca praticata con sistemi arretrati; vaste zone dell’Isola erano malariche e necessitavano di opere di bonifica, altre erano insicure per la presenza di delinquenza diffusa.
Al pari dei Bertino, altri Gragliesi emigrarono in Sardegna, tutti impegnati nel settore delle costruzioni: Ercole Borrione che lavorò nell’impresa edile Delpiano di Biella; Giacomo Vittino; Gennaro Cantone; Alessio Vigna. Imprese impegnate nella costruzione di imponenti infrastrutture: strade, ponti, acquedotti, bonifiche agrarie, pozzi, trivellazioni, dighe, caserme dei Carabinieri, costruzioni ad uso rurale o produttivo, villaggi per dipendenti, con lo scopo di controllare meglio il territorio, migliorare la sicurezza e permettere un maggiore sfruttamento economico dell’Isola.

Simmaco Cabiddu

Coordinatrici: Francesca Cuoco e Anna Lasiu – contatti: 3337999982 – 3473842687

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