L’Italia è l’unica nazione che non vuole sapere da chi è nata

carta geografica del Regno di Sardegna nel 1860

A seguito della pubblicazione da parte di Su Nuraghe del report “La Sardegna nei libri di scuola: simboli o attività produttive?” a firma di Marinella Lentini, “Sarda immigrata a Biella”, arriva ora un contributo da Luciano Sechi, già Ufficiale della Brigata “Sassari”, autore dell’Inno “Dimonios”, a sostegno del breve indignato articolo della Sarda/Biellese che rilanciava l’accusa dell’archeo divulgatore sardo Andrea Loddo in merito a una cartina d’Italia rivolta ai bambini dove Roma è rappresentata dal Colosseo e la Sardegna da una pecora. “L’Isola dai diecimila nuraghi – affermava Loddo – le torri preistoriche più alte d’Europa, le seconde strutture più alte al mondo all’epoca, la terra più archeologica al mondo, sui libri di scuola diventa l’isola della pecora mediterranea”.
Argomento, quello del nuraghe assunto come emblema identitario, tutt’altro che scontato, come nel caso del recentissimo progetto “Casa Sardegna”, in cui “fondamentale appare il logo del nuraghe”, ha recentemente affermato Christian Solinas nel presentare l’iniziativa regionale rivolta ai 121 circoli sardi nel mondo. “Ci ricorda – ha sottolineato il governatore – che, al netto delle omissioni della storia ufficiale, c’era un popolo capace anche di realizzare strutture architettoniche complesse”.
Con sguardo attento rivolto ai Sardi dell’Altrove, il Presidente della Regione Sardegna prende a modello il nuraghe costruito a Biella e quello di La Plata, in Argentina, rilanciando a Buenos Aires il progetto “Casa Sardegna” attraverso la Vice presidente della Giunta e Assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda.

Bravo dott. Loddo! C’è proprio da indignarsi! Dopo tutto, come dice il prof. Francesco Cesare Casula … L’Italia è l’unica nazione che non vuol sapere da chi è nata.
Natura, archeologia (sarebbe bastata un’immagine di Nora), endemismi della fauna e della flora, i nuraghi, le tombe dei giganti, i betili, l’epopea di Eleonora d’Arborea, il nostro importante e sconosciuto Medioevo, la Sardegna cantata da Dante, importanti scoperte scientifiche nate in Sardegna … tutto questo non conta … esistiamo solo come produttori di formaggio e allevatori di ovini…
Un po’ è colpa nostra, della nostra perenne sudditanza e vergogna dell’identità, portati a scimmiottare gli altri per compiacerli. Diceva il grande scrittore Pigliaru: “di essere Sardi non bisogna né vantarsi né vergognarsi”. Ma una sferzata di orgoglio in certi casi bisogna darla. Non voglio essere di parte ma bisognerebbe ricordare che in una gelida mattina del 1918 la Sardegna tutta, rappresentata dai Reggimenti sardi della “Sassari” fece da baluardo fermando il nemico nell’epica Battaglia dei Tre Monti, ribaltando gli esiti di una guerra dopo la disfatta di Caporetto, dando forza e motivazione a tutto l’Esercito e contribuendo in modo determinante alla vittoria finale. Non dobbiamo perdere occasione per rimarcare la nostra identità, non siamo solo spiaggia, mare, turismo, siamo un popolo degno di rispetto!
Un caro saluto a tutti i Sardi del Circolo di Biella per la preziosa opera di divulgazione e per il legame continuo con la nostra terra.
A risentirci presto!

Luciano Sechi,
già Ufficiale della Brigata “Sassari”, autore dell’Inno “Dimonios”

Nell’immagine: carta geografica del Regno di Sardegna nel 1860

2 commenti

  1. Gentilissimi curatori delle mail del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella!
    Nel ringraziarvi per l’invio delle vostre notizie che leggo sempre con attenzione, pur non essendo sardo, pur vivendo in Islanda, ovvero proprio per questi motivi (essendo un grande estimatore della Sardegna e dei Sardi e sapendo cosa vuol dire la difficoltà di curare i legami con la patria natia fuori dal contesto natio), vi scrivo per esprimere sintonia con quanto espresso nel vostro ultimo messaggio sulla scarsa passione degli Italiani per le proprie radici e per chiedere da quale fonte sia tratta la cartina che avete allegato. Effettivamente precisa nelle denominazioni (Regno di Sardegna, Tirolo, …) come poche lo sono.
    Grazie!
    Cordiali saluti!

    Maurizio Tani,
    toscano di Reykjavik

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