La civiltà nuragica ha un posto nella storia… d’Italia?

Nuraghe Nieddu, Codrongianos

Costantemente offesa e insultata nelle cronache dei giornali, cancellata dalle cartine geografiche di siti e riviste specializzate, la Sardegna e la sua plurimillenaria storia continuano ad essere bandite anche dai libri di storia

Ma la civiltà nuragica ha un posto nella storia… d’Italia? Parrebbe di no, secondo la nuova collana per bambini STORIA D’ITALIA – edita da un noto settimanale, in occasione della sua prima uscita in edicola con il titolo “I PRIMI ITALIANI” – che non le ha dedicato alcuno spazio. Questo è quanto apprendiamo dall’articolo di Barbara Atzeri “La civiltà nuragica sminuita dalla didattica”, pubblicato il 9 settembre 2020 sul corrieresardo.it.
Quindi, nuovamente la Civiltà nuragica, la nostra storia o meglio la storia di tutti gli italiani, viene sminuita e non trova spazio nei libri di storia, ma viene relegata nei manuali didattici dedicati all’infanzia.
È curioso, però, che possa essere sfuggita l’importanza della civiltà nuragica, potente civiltà del Mediterraneo attiva già nel II Millennio a.C. – come descritta anche da Wikipedia – sviluppatasi in Sardegna dal 1600 a.C., Età del bronzo, fino al II sec d.C., Età del ferro, ovvero la “preistoria d’Italia”.
Eppure, la Civiltà nuragica ha prodotto e ci ha lasciato testimonianze straordinarie per numero di monumenti, altezza e dimensioni degli oltre settemila nuraghi censiti: disseminati su tutta l’Isola, sono tra le più imponenti costruzioni megalitiche presenti in Europa. Si tace sugli straordinari pozzi sacri, sui numerosi menir semplici, antropomorfi e armati, sulle maestose tombe e statue dei giganti come quelle di Monte ‘ Prama. Quest’ultimo, in particolare, è il primo esempio scultoreo a tutto tondo nell’antico continente, coevo a quello egizio, precedente le civiltà greca e romana, a testimonianza, se ancora ce ne fosse bisogno, di una società articolata e complessa, che non merita, certo, di essere relegata a fantasia o a storiella per bambini. Eppure, tutto questo rischia di non essere conosciuto, vietato ai più, non trovando spazio nei testi che descrivono la storia della nostra Italia. Come se non bastasse, di questa storia, la nostra storia e le nostre tradizioni, siamo in attesa, ancora oggi, del riconoscimento UNESCO.

Marinella Lentini

Nell’immagine: Nuraghe Nieddu, Codrongianos (Sassari) – Foto di Marco Collu

1 commento

  1. Grazie per la cultura divulgata,
    concordo in pieno, e posterò l’articolo molto interessante, sulla mia pagina facebook Musica Poesia e Arte, Bravi!

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