Da Biella poesia di Nicola Loi in difesa dei pastori sardi

sversamento del latte, protesta solidale dei bambini

In difesa dei pastori sardi oggi chiamati alla sbarra, da Biella arrivano i versi di Nicola Loi di Ortueri (Nuoro). L’amaro titolo “Torrant sos barones/Il ritorno dei baroni” rimanda a un’epoca che pare non finire mai in quanto, come scrive il Poeta, “s’Isula intrea s’intendet ofesa/ l’intera Isola si sente offesa”.
La Sardegna, con gli oltre tre milioni di pecore allevate – il 60% di quelle presenti in Italia con produzione di circa il 70% del latte ovino italiano (il 10% di quello raccolto in Europa) – è una delle aree del mondo con la più alta densità ovina quotidianamente presidiata dai pastori. Lavoro in cui giorni festivi e feriali sono sempre uguali, ininterrottamente, in tutte le stagioni, col caldo e col freddo, con la pioggia e con il sole, tutto l’anno.
Due anni fa, la lotta per la giusta remunerazione del latte sversato per protesta sulle strade, aveva imbiancato le cronache bucando anche lo schermo delle televisioni mondiali.
Oggi, in diffusa sordina, l’Agenzia ANSA Sardegna, riporta la notizia che “in questi giorni si stanno svolgendo i processi, sempre più ravvicinati, in vari tribunali della Sardegna, con accuse di gravi reati per numerosi allevatori”.
All’epoca, anche da Biella era giunta la solidarietà della Comunità isolana che vive all’ombra del Mucrone con la mostra fotografica intitolata “Nel nome del latte”, allestita nella prestigiosa sala comunale del Ricetto di Candelo. Nell’esposizione, accanto a immagini della lotta dei pastori durante le proteste, istantanee del lavoro quotidiano nel mondo delle campagne sarde, opera di Francesco Pintore – giornalista professionista che lavora nella redazione del quotidiano “L’Unione Sarda”. Rassegna già presentata a Milano e al Parlamento europeo di Strasburgo, illustrata da Stefano Maullu, europarlamentare milanese di origini sarde.
Gli odierni versi di Nicola Loi verranno inseriti tra i testi del Laboratorio Linguistico “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant”, per imparare a leggere e scrivere in lingua materna contemporanea, incontri mensili tra il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella e il Circulo Sardo “Antonio Segni”, di La Plata, Argentina.
Prossimo appuntamento, martedì 29 giugno, alle ore 21:00 in Italia, ore 17:00 dall’altra parte dell’oceano.

Simmaco Cabiddu


Torrant sos barones

Proite sos pastores mi denuntzias,
Comente esserant mafias e camorras.
E su late pagadu no annuntzias,
Sa buscia ‘e su guvernu, no iscorras.

Palas a terra ponent su pastore,
Numenados comente sos bandidos.
Ca s’est difesu che trabagliadore,
E cundennas sos pagos atrividos.

Populu sardu lea sa difesa,
Totus unidos lis damus azudu.
S’Isula intrea s’intendet ofesa,
E tue como no abbares mudu.

Semper nos at campadu, late e lana,
In tempos bonos e in tempos feos.
Torra faghimus s’antiga bardana,
Si no mantenen totu sos impreos.

Poberu chie de giustitzia est curtu,
Cussu lu faghent pro dare iscola.
E tue de badas chi as tusu e murtu,
Si a cumbater’ restas a sa sola.

Su late in sas carrelas a trainos,
Est sacrifitziu chi bos batit frutu.
Unidos paesanos e bighinos,
Sa rebbellia che fogu allutu.

Gratzianu, Nigola e Antigu,
Cun ateras millenas totu a segus.
Su pastore est mere de su logu,
E so seguru ca sezis cun megus.

Custa no est zente pro su tribunale,
Lassadelos in paghe in su cuile,
Como in su modernu passiale,
S’erveghe totu s’annu est in abrile.

A inoghe arrivant dae totue,
E sunt tratados comente turistas.
Cheria chi no cumprendas male tue,
Custas no sunt peraulas ratzistas.

Ma su pastore faghet su dovere,
Ma tue sos diritos no li neghes.
Ca totu s’annu est teracu e mere,
Semper ligadu est a sas erveghes.

O Sardos, custa ‘oghe de lamentu,
S’Isula chi l’inghiriet totu intrea.
Custos no gherrant in su parlamentu,
Solu pro si mantenner sa cadrea.

Nigolau Loi, su 13 de maju 2021

Il ritorno dei baroni

Perché denunci i pastori,
Come fossero mafiosi e camorristi?
E non annunci che hai pagato il latte,
La borsa del governo, no spizzichi.

Mettono i pastori con le spalle a terra,
Nominandoli come banditi.
Perché si sono difesi come lavoratori,
E condannano i pochi arditi.

Popolo sardo prendi le difese,
Tutti uniti li diamo aiuto.
L’intera Isola si ritiene offesa,
E tu ora non stare zitto.

Abbiamo sempre vissuto di latte e lana,
Nella buona e nella cattiva sorte.
Facciamo di nuovo l’antica bardana,
Se non mantengono gli impegni presi.

Poverino chi è incappato nella giustizia,
Questo lo fanno per fare scuola.
E tu hai lavorato invano,
Se a combattere rimani solo.

Il latte (versato) nelle strade come rii,
È un sacrificio che darà i suoi frutti.
Uniti paesani e vicini,
La rivolta (è) come un fuoco acceso.

Graziano, Nicola e Antioco,
Con altri mille tutti al seguito.
Il pastore è il padrone del posto,
E sono certo che siete con me.

Questa non è gente da tribunale,
Lasciateli in pace nell’ovile.
Ora nelle moderne stalle
La pecora è come in aprile tutto l’anno.

Qui giungono da ogni dove,
E son trattati come turisti.
Vorrei che tu non intendessi male,
Queste non sono parole razziste.

Ma il pastore lavora duramente,
E tu non negargli i suoi diritti.
Perché tutto l’anno è servo e padrone,
Sempre legato (alla cura) delle pecore.

Sardi, questa voce di lamento,
L’isola la abbracci tutta intera.
Costoro non combattono in parlamento,
Solo per conservare la poltrona.

Nicola Loi, 13 maggio 2021


Nell’immagine: sversamento del latte, protesta solidale dei bambini (Foto di Francesco Pintore)

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