Dolce Sardegna a tavola nei mosaici di Su Nuraghe

Dolce Sardegna

Il lungo periodo di confinamento in casa dovuto all’incalzante succedersi di restrizioni governative e dal susseguirsi delle diverse disposizioni emanate anche dalle strutture periferiche dello Stato, in tutti noi ha sollecitato cambiamenti nel modo di relazionarci con gli altri per cercare di mantenere un minimo di socialità. Per venire incontro a questo bisogno, già dall’inizio della pandemia, il Circolo Su Nuraghe di Biella ha attivato diversi canali social destinati ai diversi gruppi di interesse e di affinità presenti nella comunità sarda che vive all’ombra del Mucrone. Dalla base del gruppo più numeroso la realizzazione di una serie di mosaici a tema. L’ultimo prodotto è formato da immagini postate in occasione delle recenti festività pasquali. Racconta una “dolce Sardegna a tavola” per la principale ricorrenza della Cristianità. Particolari i dolci provenienti dell’universo contadino con al centro le “tericcas/telicas” specialità a base di vin cotto, indicatore di chi possedeva la vigna; candite, con il loro ripieno di mostarda e canditi, fanno il paio con le “casadinas/pardulas”, il cui ingrediente principale è formaggio o ricotta a seconda delle località. Ogni paese di Sardegna ha la sua ricetta con l’aggiunta di miele o uvetta per edulcorare o zafferano per dare colore e quale succedaneo di quelle che una volta erano le più preziose uova, quindi impiegate in minore quantità.
Quando eravamo poveri, nell’economia di villaggio, pastori e contadini facevano festa assieme con il poco che avevano, nel virtuoso rapporto dello scambio di dono e contro-dono. Oggi che siamo ricchi, in tempi di costrizioni e con altre modalità, questi doni vengono ora scambiati in modo virtuale, nella speranzosa attesa di ritornare “a su connottu”, vale a dire, nelle modalità del “conosciuto”.

Eulalia Galanu

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