Fede e radici: al Santuario di San Giovanni d’Andorno l’abbraccio tra Sardegna e Biellese

descrizioneDomenica 4 maggio 2025, alle ore 17:00, il Santuario di San Giovanni Battista d’Andorno, incastonato tra le montagne della Valle del Cervo, si trasformerà in un punto d’incontro simbolico tra la Sardegna e il Biellese. L’occasione è l’invito, rinnovato di anno in anno, del rettore don Paolo Santacaterina, che accoglierà fedeli e amici per una solenne celebrazione liturgica arricchita dai canti in Limba sarda, grazie al coro “Voci di Su Nuraghe”, diretto da Roberto Perinu e accompagnato musicalmente da Valentina Foddanu.

Un momento di intensa spiritualità che unisce la devozione alla cultura delle radici, suggellando l’antico legame tra le popolazioni della Bürsch e quelle della terra di Sardegna. Un vincolo profondo, alimentato da secoli di migrazioni, scambi e amicizie, che continua a rinnovarsi nella memoria condivisa e nei gesti di fraternità.

L’incontro al santuario rappresenta molto più di una semplice celebrazione religiosa: è la riaffermazione di una storia comune che affonda le sue radici nel XVIII secolo, quando, l’8 agosto 1720, i Savoia — Duchi di Savoia, Principi di Piemonte — divennero Re dell’antico Regno di Sardegna. Un’unione dinastica e politica che aprì nuove rotte tra l’isola e il continente, rinsaldando legami economici, culturali e spirituali. Un percorso culminato nel 1861, con la nascita del Regno d’Italia, sancita dalla legge sarda n. 4671 e dall’assunzione da parte di Vittorio Emanuele II del titolo di Re d’Italia, mantenendo il numero dinastico per sottolineare la continuità con l’antico regno isolano.

A testimonianza concreta di questo cammino condiviso, all’interno del santuario si conservano le tabulae gratulatoriae, che portano i nomi degli oltre 63 impresari originari della Valle del Cervo giunti in Sardegna nel corso di tre secoli per costruire più di mille opere architettoniche. Altri nomi sono incisi sulle pietre che adornano l’esterno del tempio, in un vero e proprio mosaico di storia migrante, fatto di fede, lavoro e integrazione.

“Li ricorderemo tutti – afferma Battista Saiu, presidente del Circolo Culturale Sardo ‘Su Nuraghe’ di Biella – nel clima pasquale della Santa Messa, unendo alla preghiera il canto della nostra lingua e il suono delle nostre tradizioni. Perché la memoria non è solo ricordo, ma identità viva che ci accompagna nel presente e ci proietta nel futuro.”

Nel silenzio austero della valle, tra le navate antiche del santuario, la voce della Sardegna incontrerà ancora una volta quella del Biellese, intrecciando fede e cultura, montagna e isola, passato e presente in un abbraccio che non conosce confini.

Eulalia Galanu

In allegato, Sardi in mostra a San Giovanni Battista d’Andorno (immagine di repertorio)

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