Da “Su Nuraghe” una paròla piemontèisa al mèis, Luglio 2025, «T» come «TACÀ»

descrizione

Omaggio dei Sardi dell’Altrove alla terra di accoglienza, “omagià daj Sardagneuj fòra ’d Finagi” che fanno capo al Circolo culturale sardo “Su Nuraghe” di Biella – TACÀ è parola che accompagna il settimo mese dell’anno come si ritrova nella ricca produzione letteraria di “Tavo Burat”, Gustavo Buratti Zanchi.

Tacà agg. e p.p. appeso || che a surtiran da l’onda per fela ‘me ‘n lanin còtia candia, e suvé tramez j’arborn ëd l’Oropa tacà la stra do drago [Tavo] = che usciranno dall’onda per farla come un agnello morbida candida, ed asciugare tra i maggiociondoli del torrente Oropa appesa all’arcobaleno strada del drago.

Tacà prep. e avv. accanto, vicino ® tacà a loc.avv. accanto a || tacà a la cros patanùa … as sent an sla fiòca gelà lë schërziné d’un pass ch’a lassa pa ‘d pianà[Tavo] = accanto alla croce nuda … si sente sulla neve ghiacciata lo scricchiolìo d’un passo che non lascia impronta

Sergi Girardin (Sergio Maria Gilardino)

Nell’immagine: pagina con incipit “T”, Sacramentarium Episcopi Warmundi (Sacramentario del Vescovo Warmondo di Ivrea): fine secolo X, Ivrea, Biblioteca Capitolare, Ms 31 LXXXVI). Priuli Verlucca,1990, copia posseduta a Biella dal Comm. Mario Coda.

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