Un esempio di collaborazione che crea valore per Piemonte e Sardegna
L’esperienza dell’Oasi delle Api – “Casiddos de Nuraghe Chervu” – alle porte della città di Biella, rappresenta un caso emblematico di come la collaborazione tra istituzioni, fondazioni e associazioni del territorio possa generare significative ricadute economiche, turistiche e culturali. Inserito nella rete nazionale, il progetto “+Api. Oasi fiorite per la biodiversità”, dimostra concretamente come iniziative locali possano trasformarsi in volani di sviluppo per intere regioni.
La genesi di un’alleanza strategica
La partnership tra diversi soggetti istituzionali avrà modo di trovare la sua massima espressione a Bra (19-22 Settembre prossimi) durante la XV edizione di Cheese 2025, con la conferenza nazionale “+Api. Un’alleanza per la Biodiversità” Durante l’evento (promosso da Filiera Futura – associazione che opera in campo nazionale nel settore agroalimentare – e Fondazione CRC insieme alla Fondazione Agrion e all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo), verranno dati in omaggio barattoli di miele biellese, completi di etichette con apposita dicitura dedicata alle Oasi per la Biodiversità di +Ap; barattoli prodotti, per l’appunto, nell’area gestita dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” e dall’Associazione Biellese Apicoltori. Questo gesto simbolico, mentre sottolinea l’impegno delle comunità locali nella salvaguardia ambientale e nella protezione degli insetti impollinatori, trasforma prodotti del territorio in ambasciatori di valori condivisi.
Una rete di eccellenze al servizio della biodiversità
Il successo del progetto “+Api. Oasi fiorite per la biodiversità” – lanciato tre anni fa da Filiera Futura e oggi sostenuto da ben quattordici Fondazioni di origine bancaria – trova nell’attuazione pratica biellese uno dei suoi esempi più rilevanti.
L’Oasi delle Api “Casiddos de Nuraghe Chervu”, sostenuta della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, coinvolge attivamente il Comune di Biella (Assessorato Parchi e Giardini) e beneficia della collaborazione attiva del Circolo Culturale Sardo, di cui è diretta filiazione. La strategia adottata ha saputo integrare operatività di diversa natura: dalla competenza tecnico-scientifica dell’Associazione Biellese Apicoltori, guidata dal presidente Paolo Detoma, alle conoscenze ambientali, fornite dalla professoressa Paola Ferrazzi – già ricercatrice presso l’Università degli Studi di Torino – e dall’agronomo Andrea Gesiot, libero professionista, imprenditore agricolo esperto in apicoltura. La qualità scientifica di tali interlocutori ha garantito non solo la solidità dell’iniziativa, ma anche la sua potenziale replicabilità in altri contesti territoriali.
Il valore aggiunto della dimensione interegionale
Particolarmente significativo è il contributo di FoReSTAS, l’agenzia forestale della Regione Autonoma della Sardegna, che ha fornito essenze botaniche mediterranee nell’ambito di progetti di educazione ambientale e promozione dell’Isola. Questa collaborazione ha creato un ponte simbolico e operativo tra Piemonte e Sardegna, arricchendo il giardino mediterraneo dell’area monumentale e favorendo percorsi di conoscenza reciproca tra i territori. L’apporto sardo non si limita alla fornitura di piante: il Circolo Culturale “Su Nuraghe”, curatore dell’intera area dal 2008, costituisce un preciso punto di riferimento tra le due regioni. Questa dimensione interregionale amplifica il potenziale attrattivo dell’iniziativa, creando narrazioni turistiche innovative, che collegano paesaggio, storia e biodiversità.
L’educazione come investimento nel futuro
L’Oasi delle Api si distingue per la sua forte vocazione educativa, accogliendo annualmente studenti di ogni ordine e grado, dalle scuole dell’infanzia agli istituti superiori. Particolare rilievo assume la collaborazione con l’Istituto Agrario “Vaglio Rubens” di Biella, i cui studenti partecipano attivamente alla realizzazione dell’area dedicata all’apicoltura, apprendendo sul campo i principi della cura delle api e del territorio. Le tre arnie, protette da speciali gabbie di volo, costituiscono un laboratorio didattico unico che fa regolarmente registrare numerose prenotazioni per visite guidate gratuite. Questa formula, che coniuga accessibilità e qualità formativa, attira sia cittadini interessati all’approfondimento naturalistico sia scolaresche desiderose di comprendere l’ecosistema degli impollinatori.
L’imprenditoria agricola come motore di cambiamento
L’esempio di Roberto Mercandino, titolare dell’Azienda Agricola “La Torre” e aderente alla Rete Agricola Biellese “TeriTori”, dimostra come l’imprenditoria privata possa amplificare l’impatto delle iniziative pubbliche. La decisione di Mercandino di estendere spontaneamente la semina di essenze mellifere a circa due ettari di terreni di sua proprietà, situati nelle vicinanze dell’area monumentale di Nuraghe Chervu e nel contiguo Comune di Candelo, è un caso esemplare di intervento attivo della comunità imprenditoriale locale. Questo comportamento, favorito e incentivato dal progetto di Filiera Futura e Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, evidenzia come le politiche di sensibilizzazione possano generare effetti moltiplicatori che trascendono gli obiettivi iniziali, creando una rete di buone pratiche diffusa sul territorio.
Le ricadute turistiche e l’economia dell’esperienza
L’Oasi delle Api diviene, a tutti gli effetti, un’attrattiva ideale per il cosiddetto turismo lento e consapevole, intercettando una domanda crescente di esperienze autentiche, direttamente legate alla natura. La sua posizione strategica alle porte orientali di Biella facilita l’accessibilità, mentre la presenza del giardino mediterraneo e dell’aula didattica all’aperto ne arricchisce l’offerta. Il monitoraggio condotto dall’ASL, Distretto Sanitario Locale di Biella, che verifica lo stato di salute del territorio attraverso l’osservazione delle api, aggiunge valore scientifico all’iniziativa e rafforza la credibilità dell’intero operato. Questa certificazione, per quanto indiretta, della qualità ambientale costituisce un elemento distintivo impiegabile a pieno titolo nelle strategie di comunicazione turistica.
La dimensione sociale dell’inclusione
Il progetto dimostra particolare attenzione alla dimensione sociale grazie al coinvolgimento dell’Associazione Pacefuturo di Pettinengo, che si occupa della manutenzione del verde e della sicurezza degli spazi di Nuraghe Chervu.
L’associazione, nata dalla Carta di Oropa del 25 giugno 2003, promuove percorsi di pace e di futuro con progetti concreti di solidarietà rivolti alle persone fragili.
Significativo è l’apporto di Marc Gouda e di Toure Moriba, giovani migranti richiedenti asilo dalla Costa d’Avorio, che offrono tempo e lavoro per la cura dell’area.
Questo particolare tipo di scelta trasforma l’Oasi in un laboratorio di integrazione sociale, dimostrando come la cura del territorio possa diventare strumento di coesione comunitaria e di riconoscimento delle diversità culturali.
La difesa attiva della biodiversità: l’emergenza “calabrone asiatico”
L’impegno dell’Associazione Biellese Apicoltori si estende oltre la promozione dell’apicoltura, abbracciando la protezione attiva dell’ecosistema dalle minacce emergenti. Nell’ottobre 2024, il Presidente, dottor Paolo Detoma, ha coordinato l’individuazione del primo nido di calabrone asiatico (Vespa velutina) nel territorio biellese, precisamente nel comune di Verrone. L’operazione, realizzata grazie alla segnalazione dell’associato Mauro Borelli e alla collaborazione dei tecnici di Aspromiele ha utilizzato tecnologie avanzate: cattura di un esemplare, applicazione di sensori di tracciamento e localizzazione radar del nido a circa un chilometro di distanza. Questa specie invasiva, arrivata in Europa nel 2005 e diffusasi rapidamente fino a raggiungere la Liguria nel 2012, è una doppia minaccia assai grave: predatore delle api e pericolo per la popolazione civile. L’urgenza dell’intervento deriva dalla necessità di distruggere il nido prima che le numerose regine svernanti emergano per fondare nuove colonie in primavera. Questa particolare situazione dimostra come l’Oasi delle Api costituisca un presidio concreto e reale di monitoraggio territoriale, capace di mobilitare competenze tecniche e reti collaborative per la salvaguardia della biodiversità regionale.
Un modello replicabile per lo sviluppo territoriale
L’esperienza biellese suggerisce un paradigma innovativo di sviluppo territoriale basato sulla convergenza di obiettivi diversi: ambientali, educativi, culturali ed economici. La capacità di coinvolgere soggetti differenti – dalle istituzioni pubbliche alle fondazioni bancarie, dalle associazioni culturali agli imprenditori agricoli, dalle scuole alle organizzazioni del terzo settore – dimostra la possibilità di creare situazioni di reale collaborazione. Il successo dell’iniziativa coincide esattamente con la tutela della biodiversità legata alla formazione delle nuove generazioni; nel contempo, la valorizzazione culturale favorisce l’attrazione turistica, laddove l’innovazione agricola garantisce la sostenibilità ambientale. Un simile approccio multidimensionale crea le condizioni per impatti duraturi sul territorio, proponendo, nello stesso tempo, un modello esportabile in altri contesti regionali.
Prospettive di sviluppo e di replicabilità
L’interesse manifestato da Piergiorgio Bonci, presidente della Consociazione Apicoltori della Provincia di Torino, a riproporre, nelle cascine di “La Mandria” di Venaria Reale, l’esperienza sardo-biellese testimonia il potenziale di diffusione del modello. La possibilità di creare una rete di oasi per la biodiversità in Piemonte e in Sardegna, collegata da percorsi tematici e narrazioni comuni, può concretamente aprire scenari interessanti per lo sviluppo di un turismo specializzato e di alta qualità. L’interrelazione con il più ampio progetto nazionale “+Api”, appoggiato da quattordici Fondazioni di origine bancaria, garantisce solidità finanziaria e continuità temporale all’iniziativa, creando le condizioni per espansioni e approfondimenti futuri. La presenza di partner scientifici qualificati assicura, altresì, il mantenimento di standard elevati e, insieme, l’aggiornamento continuo delle metodologie adottate. In un’epoca caratterizzata dalle sfide imposte dal cambiamento climatico e dalla necessità di ripensare i modelli di sviluppo, l’Oasi delle Api “Casiddos de Nuraghe Chervu” può essere una risposta concreta e efficace, a dimostrazione dell’assunto che la collaborazione tra diversi attori territoriali può generare risultati significativi per la tutela dell’ambiente, per l’educazione delle comunità e per un sicuro sviluppo economico.
Battista Saiu
Nell’immagine, barattoli di miele biellese prodotto nell’Oasi delle Api, “Casiddos de Nuraghe Chervu”.