L’ultimo saluto a un Cavaliere della Fede e della Storia

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Nel cuore pulsante della città laniera, venerdì quattordici novembre, la cattedrale ha accolto l’estremo commiato del Nobile Uomo Mario Coda

Venerdì 14 novembre, nella cattedrale di Biella, una luce di memoria ha accompagnato l’addio a Mario Coda, figura di spicco della vita civile e culturale biellese. Dopo la Santa Liturgia presieduta dal vescovo di Biella, mons. Roberto Farinella, il nipote Giorgio Biollino ha delineato la lunga parabola esistenziale del nonno, intrecciando ricordi familiari e dedizione pubblica: un cammino sorretto da fede incrollabile, lealtà verso Casa Savoia e profondo rispetto per la Repubblica, che lo aveva insignito delle alte onorificenze di Cavaliere del Sovrano Ordine di Malta, Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Nel banco delle autorità sedevano il vice­sindaco Sara Gentile, con la fascia tricolore, e numerosi sindaci e amministratori che, nel tempo, hanno guidato la Comunità biellese, testimoniando l’impegno di Mario Coda nei banchi del Consiglio comunale di Palazzo Oropa. Figura solida e rispettata, aveva ricoperto ruoli di rilievo alla guida di istituzioni locali, dall’Ospizio di Carità al Santuario di Oropa, contribuendo a rafforzare i legami tra territorio, tradizione e solidarietà.

Prima della partenza verso il cimitero del santuario di Oropa, Battista Saiu, presidente del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe”, ha trasmesso alla famiglia le condoglianze più sincere della comunità sarda. In suo onore – per ricordare il contributo prezioso che Coda offriva alla rubrica mensile Una paròla piemontèisa al mèis, dono dei Sardi dell’Altrove alla terra di accoglienza – le “Voci di Su Nuraghe”, dirette da Roberto Perinu, insieme ai coristi di Casapinta e ai cantori della Confraternita di Graglia, hanno intonato s’Hymnu sardu nationale. Le sue note, cariche di storia e appartenenza, hanno risuonato anche sull’organo della basilica antica di Oropa, accompagnando l’amico, il concittadino illustre e l’amato confratello nel suo ultimo viaggio.

Composto nel 1845, l’inno attraversò il Risorgimento segnando il passaggio dal Regno di Sardegna al Regno d’Italia e divenne vessillo ideale durante la Grande Guerra, quando più di seicentomila giovani caddero al fronte. Nel 1937, venne eseguito a Roma, per volontà di Re Vittorio Emanuele III, dal Coro della Cappella Sistina diretto dal maestro Lorenzo Perosi, celebre compositore originario di Tortona, ma legato profondamente a Biella per tradizione familiare e riconoscenza storica. Il 29 maggio 1991, risuonò ancora al Quirinale durante il ricevimento del Corpo diplomatico e, l’anno successivo, accompagnò il Presidente Francesco Cossiga al momento delle sue dimissioni.

Inno sacro della tradizione sabauda e colonna sonora della vita di Mario Coda, ha sigillato con solennità il suo ultimo passaggio nella basilica di Oropa, prima della tumulazione nel cimitero del santuario.

Un saluto carico di rispetto e gratitudine a un uomo che ha saputo unire radici sarde e impegno biellese, consegnando alla comunità un’eredità morale vibrante di cultura, servizio e umanità.

Salvatorica Oppes

Nell’immagine, Mario Coda ritratto nel suo studio accanto agli atti del secondo convegno linguistico di Su Nuraghe

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