Piemonte, Veneto e Sardegna: storie e migrazioni di donne sole

graglia, vita d'artista, partecipanti alla conferenza

Lunedì scorso, un pubblico attento ha partecipato al terzo appuntamento svoltosi a Graglia all’interno della nuova edizione di “Vita d’Artista”, ospitata da diciassette anni nella storica “Ca’ di Celeste e di Rosa”, casa caratteristica dell’architettura biellese, messa a disposizione da Giuseppe Alfredo Campra, psicoterapeuta originario della Valle Elvo, residente a Torino, presidente dell’Università della Terza Età.
Durante la conversazione tenuta da Battista Saiu sono state proiettate immagini degli allestimenti del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli recentemente inaugurato a Pettinengo. Al centro figure femminili, rappresentate da manichini di tre donne in abiti tradizionali piemontesi, veneti e sardi: “siunere”, falciatrici alpine della Valle Cervo, con ampli grembiali per trasportare il fieno e calze a coprire le caviglie contro il morso delle vipere; mondine con capello di paglia a tesa larga e particolari calze a protezione dal sole e dalle sanguisughe; sposa di Oliena (Nuoro), abito nuziale della nonna, donato da Battista Medde.
Storie di migrazioni attraverso donne sole in viaggio in cerca di pane e lavoro sono state protagoniste nelle parole del relatore; storie di sofferenze, proprie di ogni migrazione – ieri come oggi – raccontate con immagini di un passato recente, quando a emigrare con la valigia di cartone e i cuscini legati sul baule, perché allora, non avevamo neppure il guanciale dove poggiare il capo per dormire.
Un’altra donna è stata presentata, stavolta con lacrime di pietra: la statua marmorea della “Madre dell’ucciso” di Francesco Ciusa, recentemente ritrovata e di cui si parlerà sabato 8 luglio, alle ore 21, a Pettinengo. Un doppio invito a Pettinengo anche per visitare il Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli, in via Fiume, 12. Aperto tutte le domeniche, ore 14-19 – ingresso libero.

Salvatorica Oppes

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