Con trepidazione, pensando ai 1200 soldati, la maggior parte di origine sarda, impegnati in Libano, giungono al Circolo sardo di Biella i versi di Nicola Loi di Ortueri (Nuoro) dal titolo: “Cun ispera / Con speranza”: “Sa lumera ‘e sa paghe est istudada, / Sena fiama est s’umanidade”; “La luce della pace è spenta, / senza fiamma è l’umanità”.
Nello scorrere degli endecasillabi, già dall’incipit il Poeta traccia pennellate di denuncia, che culminano in preghiera, con rimando a quelle radici cristiane di cui sovente si parla: “Una cumbata in numen de Deus, / Cale Vangelu faeddat de gherra?”; “Un combattimento in nome di Dio, / quale Vangelo parla di guerra?”
La denuncia cede poi il passo a speranzosa invocazione, “Como semus andende a su Nadale, / Est a frimare su masellu umanu”; “Adesso stiamo andando verso il Natale, / È da fermare il macello umano”.