Bandiere a Nuraghe Chervu per la Festa della Repubblica Italiana

Biella, 2017, bandiere a Nuraghe Chervu

A Biella, come in tutte le piazze d’Italia, il Tricolore è stato esposto su balconi, issato su pennoni pubblici e domestici. Il Vessillo nazionale, affiancato alle insegne di Europa, Sardegna, Piemonte e della Città di Biella è stato innalzato anche presso l’area monumentale di Nuraghe Chervu eretta a ricordo dei Caduti sardi e dei Caduti biellesi. Una grande bandiera italiana ha fatto da sfondo alla cerimonia che si è svolta in piazza del Duomo, a Biella. Sul palco, allestito utilizzando il piccolo dislivello sollevato di poco più di uno scalino rispetto al pubblico, hanno trovato posto le massime autorità del territorio con al centro Annunziata Gallo, nuovo prefetto di Biella, che ha dato lettura del messaggio inviato dal Presidente Mattarella.
Nelle parole di saluto istituzionale il riferimento alla “nuova forma di stato”, due anni prima che la nuova Costituzione venisse adottata, fonte di diritto che molti ci invidiano, “a cui parteciparono per la prima volta anche le donne”, superando lo Statuto promulgato cento anni prima (4 marzo 1848) dal Re di Sardegna Carlo Alberto.
Pagine di storia particolarmente presenti nella memoria del Popolo sardo e di quello piemontese: 297 anni di storia comune uniscono Sardegna e Piemonte, risalenti all’8 agosto 1720, quando Vittorio Amedeo II di Savoia ricevette – sottratto alla Corona di Spagna – l’antico regno sardo, in forza dei trattati di Londra (1718) e dell’Aia (1720); 156 anni di Unità d’Italia frutto della trasformazione dell’antico Regno di Sardegna in Regno d’Italia, divenuto la Repubblica oggi celebrata. Con la “nuova forma di stato”, il Tricolore continua a tingere cieli e piazze d’Italia.

Simmaco Cabiddu

F come FARAḌḌA, una parola sarda al mese: discesa

Significato di parole sarde secondo antichi dizionari – laboratorio linguistico, storia e cultura sarda a Biella

incipit F in Giampaolo Mele (a cura di), Die ac NocteFARAḌḌA sassarese ‘discesa’; fara ‘scendere’, logud. falare ‘idem’. Nelle parti più lontane dal Sassarese la ‘discesa’ è meglio detta faladòrza; in campidanese kalái ‘scendere’ è l’unica forma. Tali termini sono frequenti anche nei condaghes, come dire che queste voci passano attraverso il Medioevo provenendo dalla più remota antichità.
La Faraḍḍa per antonomàsia, ossia La Discesa, è la Festa dei Candelieri di Sàssari, la più antica della Sardegna, una delle più antiche del Mediterraneo, tra le più belle del mondo. La chiamano pure La Fełta Manna ‘la Festa Grande’, perché è la più importante di Sassari. I Candelieri attraversano tutta la città vecchia, che è in discesa, l’attraversano da mura a mura (oggi quasi sparite), da piazza Castello a Porta sant’Antonio. Ed è una ‘Discesa’ mitica: un immane tripudio di folla, almeno duecentomila persone, tutta Sassari e l’intero hinterland si riversa per le strade partecipando attivamente al passaggio dei 9 colossi (da quattro anni portati a 10 per placare beghe d’elettorato). L’incontenibile fiumana, come i polmoni d’un titanico drago, si stringe e s’allarga, avvolge e sommerge i pesantissimi Candelieri per poi lasciarli correre liberamente nelle antiche vie, portati da cori festanti e variopinti e seguiti dai gremi, antichissime corporazioni rigorosamente imbustate negli splendidi costumi dell’ultimo dominatore, quello catalano.Continua a leggere →

Canti e preghiere in Limba sarda e controcanto gastronomico alpino

Accoglienza dei Sardi davanti all'oratorio di Pettinengo

Martedì 30 maggio, sul far della sera, gli abitanti di canton Gurgo di Pettinengo hanno accolto la nutrita rappresentanza del Circolo Culturale Sardo di Biella per la chiusura del mese mariano. Un percorso di Fede e cultura che si rinnova e continua nel tempo presente nel nome di Maria “Deipara”, Madre di Dio, secondo la predicazione evangelizzatrice di Sant’Eusebio da Cagliari, primo vescovo di Vercelli, Patrono del Piemonte, inviato nel IV secolo da papa Giulio Primo a cristianizzare queste terre ancora pagane. Per trenta giorni, nell’aula del seicentesco oratorio di San Grato d’Aosta, liturgicamente intitolato anche a Sant’Eusebio da Cagliari, sono risuonate preghiere in italiano e in latino, culminate con le antiche melodie di “Su Rosariu cantadu”, il rosario cantato in lingua sarda. La Sardegna, luogo di deportazione di Cristiani, Giudei ed Egiziani ridotti in schiavitù – spesso “damnati ad metalla”, condannati a lavorare e morire nelle miniere del Sulcis-Iglesiente – è stata una delle culle del cristianesimo dei primi secoli dove, da sempre, poesia e preghiera si fondono nel canto “a tonu sardu”.
Percorso di Fede e cultura accolto e condiviso, oggi come allora, dalle popolazioni locali; culminati con il ricco ristoro offerto dagli abitanti di Pettinengo che hanno preparato caratteristici dolci della festa a base di cioccolato, tipici dell’arte culinaria alpina di qua e di là dei monti: controcanto gastronomico popolare ai più noti gianduiotti di Torino o all’esclusivo cioccolato svizzero.

Simmaco Cabiddu

Budelli, la Sardegna negli occhi e nel cuore dei ragazzi biellesi

ragazzi della Scuola Media di Mosso in visita a Budelli

Il plastico dell’Isola di Budelli fatto dai ragazzi della Scuola Media di Mosso verrà esposto sabato 17 e domenica 18 giugno alla Festa sarda di Biella “Sa Die de sa Sardigna” e al Museo delle Migrazioni di Pettinengo

Dalla Scuola Media di Mosso (Biella), la classe III B si è recata dal 20 al 23 maggio all’arcipelago di La Maddalena per la conclusione del progetto Non si sbudelli l’Italia. I ragazzi hanno portato nell’isola il pannello recante i nomi di tutti i sostenitori e la destinazione dei fondi raccolti, ovvero la realizzazione di una rete di videosorveglianza dell’isola che servirà anche attraverso webcam a raggi infrarossi ad ammirare a distanza l’isola della spiaggia rosa anche di notte.
Due i momenti salienti del viaggio a cui hanno preso parte, oltre ai ragazzi, la dirigente Patrizia De Fabiani e l’ex dirigente Raffaella Miori e i docenti Nicoletta Gatteschi, Riccardo Ongaretto, Giuseppe Paschetto, e Elena Salmistraro: la pulizia delle spiagge di Caprera e il momento ufficiale con il commissario del Parco Nazionale comandante Deri.
Domenica mattina con il Parco, la Marina Militare e la Protezione civile i ragazzi sono stati impegnati nella pulizia di diverse calette di Caprera invase di rifiuti di plastica spiaggiati o lasciati da frequentatori incivili. Si è trovato di tutto, dai bidoni di plastica alle bottiglie di vetro rotte, pezzi di cucina, reti, tantissime buste di plastica a pezzi, cannucce, bottiglie…Continua a leggere →

Sardi e Biellesi, intreccio di preghiere e di opere a Pettinengo

San Grato e Sant'Eusebio di GurgoMartedì 30 maggio, alle ore 20.00, a Pettinengo, nella chiesa di San Grato d’Aosta e Sant’Eusebio da Cagliari risuoneranno le note di Su Rosariu cantadu. I Sardi di Biella si uniranno in preghiera agli abitanti di Canton Gurgo nel nome di Maria attraverso la recita del santo Rosario in Limba, in lingua materna. Continua il percorso di Fede e cultura che affonda le radici nel IV secolo: da 1.700 anni permane e dà frutti l’opera evangelizzatrice di Sant’Eusebio da Cagliari, primo vescovo di Vercelli, patrono del Piemonte, introduttore del culto mariano ad Oropa.
Preghiere ed opere del tempo presente che si intrecciano e si fondono nella parola e nell’azione, come il recupero del seicentesco oratorio di Pettinengo destinato alla demolizione per far spazio a un parcheggio; salvato grazie all’intervento della comunità dei Sardi di Biella e del loro cappellano, don Ferdinando Gallu, unendo le forze con abitanti e Associazioni che operano a Pettinengo.
Progetto ambizioso iniziato con la messa in sicurezza dell’edificio sacro seguito da più lotti di lavori che permettono di continuare ed accogliere attività cultuali e culturali. Processo virtuoso che va oltre i confini del Biellese. Tra gli ultimi lavori, il restauro dell’antica pala posta dietro l’altare maggiore, una delle prime raffigurazioni pittoriche della Madonna d’Oropa, ad opera della dott.ssa Camilla Fracassi, grazie al finanziamento dell’Associazione Pacefuturo Onlus che ha permesso di restituire il dipinto all’originario splendore.Continua a leggere →