Luca Sanna, Sardo di Biella con mamma francese

Luca Sanna, nato a Biella nel 1978 da Antonio di Pozzomaggiore (Sassari) e da Elisabeth, mamma francese di Pont de L’Arn, sarà il protagonista del prossimo appuntamento di Su Nuraghe Film con la presentazione di “Il punteruolo rosso”, di Davide Mocci – Appuntamento sabato 21 novembre, alle ore 21, a Biella, nelle sale del Punto Cagliari – ingresso libero.

Luca SannaAltruista, molto legato alla famiglia e alla Sardegna, ha frequentato l’Istituto professionale CNOS-FAP presso i Salesiani Don Bosco di Vigliano biellese, ottenendo la qualifica di “montatore manutentore” come addetto alle macchine e ai sistemi automatici per l’industria metalmeccanica.
Ho cominciato a lavorare all’età di 18 anni appena uscito da scuola facendo per 5 anni il magazziniere – afferma con orgoglio Luca – poi ho trovato un’azienda metalmeccanica del settore aeronautico aerospaziale che mi ha dato la possibilità di diventare un operaio specializzato nel settore della galvanica aeronautica, facendomi fare corsi in Alenia Aermacchi di Venegono superiore e Torino e AgustaWestland di Vergiate. In questa azienda mi occupavo della produzione di particolari nel reparto galvanico e dei controlli per il mantenimento dei processi stessi, facendo anche la gestione del sistema qualità. Nel 2012 l’azienda è fallita in malo modo dovendo ancora versarmi quattro stipendi“.
Ma non si dà per vinto e continua il suo racconto: “Fino al 2014 ho trovato occupazione in un’azienda che produce contatti elettrici in materiali preziosi, adattandomi a fare anche il cantierista in quanto l’azienda era ancora in costruzione. Nel Febbraio 2014 mi è arrivata una proposta da una galvanica aeronautica di Gallarate, il mio nominativo è stato fornito da Alenia Aermacchi e AgustaWestland che conoscono le mie capacità nel settore e per una continuità lavorativa ho deciso di accettare, anche se devo fare molti sacrifici, perché tutti i giorni mi reco da Biella a Gallarate e viceversa“.

Su Nuraghe Film, “Il punteruolo rosso”, regia di Davide Mocci

Sabato 21 novembre, ore 21, a Biella, sale Punto Cagliari – Conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore – ingresso libero.

LocandinaIl pianeta terra è un meraviglioso contenitore della vita in tutte le sue forme. Gli esseri viventi hanno uno stretto legame tra loro e con l’ambiente in cui vivono, tutto dovrebbe coesistere in perfetto equilibrio ma in realtà, soprattutto nell’ultimo secolo, in epoca moderna, l’uomo per trarne profitto economico ha stravolto i delicati meccanismi che per millenni avevano garantito il perfetto interagire di tutti gli esseri viventi del pianeta terra.
In questo documentario osserveremo soprattutto un problema causato da una specie animale che dal suo ambiente originario è stata trasportata e introdotta in un ecosistema non compatibile. Il danno causato è enorme sia in termini ambientali che economici. Il Rhynchofhorus Ferrugineus, in lingua italiana Punteruolo rosso, è un coleottero che in fase adulta è lungo circa tre centimetri. Si nutre di vegetali, è un fitofago, in particolare ama le palme. Il mercato globale e controlli fitosanitari non adeguati hanno contribuito a diffondere il dannoso insetto nei paesi del Mediterraneo, tanto che nel 1994 compare prima sulle coste spagnole, poi in quelle francesi e nel 2005 raggiunge l’Italia. Il documentario racconta questo percorso e si concentra in particolare sull’evoluzione che questo piccolo animale ha avuto in Sardegna, mostra le immagini della situazione drammatica che esiste anche in Sardegna e grazie alle testimonianze degli esperti, in particolare del dott. Giorgio Falchi, uno dei massimi esperti del fenomeno, vengono ipotizzate e messe in campo le soluzioni possibili.

Salvatorica Oppes

Quando ci chiamavamo Regno di Sardegna

1720-2020 – inizio celebrazioni di trecento anni di storia comune tra Piemonte e Sardegna – Nel segno del riso: incontro di culture, racconto di genti, sapori, musica e tradizioni fra Isola e Continente – Castello consortile di Buronzo (VC), Domenica 22 novembre 2015 – ore 12.00

Quando ci chiamavamo Regno di SardegnaDomenica 22 novembre 2015, ore 12.00, castello consortile di Buronzo: “Quando ci chiamavamo Regno di Sardegna”, un evento organizzato dal comune di Buronzo e dall’associazione Cuncordu di Gattinara, dedicato al contatto fra due culture, quella della Baraggia piemontese e quella della Sardegna, nel segno di un elemento comune: il riso. E questo tema sarà lo spunto, negli splendidi saloni affrescati del castello, per un viaggio tra narrazione, sapori e folclore. In tavola – offerta dagli esperti cuochi dell’Associazione Cuncordu – una rassegna di quanto di meglio offre la cucina isolana, dagli squisiti salumi e formaggi tipici agli gnocchetti alla campidanese preparati a mano, passando per piatti di carne della più robusta tradizione contadina come la pecora in cappotto e la salsiccia cotta alla griglia, sino alla conclusione con mirto e fragranti seadas al miele, il tutto arricchito dai vini migliori di Sardegna e alto Piemonte.
Durante il pranzo, secondo un format nuovo e agile, si alterneranno brevi interventi proposti da voci autorevoli e qualificate: a raccontare di riso e risicoltura – tra produzioni d’eccellenza e sviluppo del territorio.
Con Cinzia Lacchia (Strada del Riso Vercellese di Qualità) e Marianna Celsi (SA.PI.SE. – Sardo Piemontese Sementi), parleremo di riso, e della sua affascinante cultura, in una cornice in cui si sposano ricerca scientifica e valorizzazione territoriale. Una cultura, quella del riso, che è anche lavoro e fatica, che è vivacità imprenditoriale e capacità di saper scrutare un mercato glocal: di questo ci parleranno Giovanni Bodo (tenuta Castello – Villarboit) e Gianvittorio Manachino (Pileria a filiera corta Azienda Agricola Praino – Villarboit), giovani interpreti della tradizione risicola di Baraggia.Continua a leggere →

Palestra del cuore e dell’anima, grinta, bravura e un pareggio (3-3)

Su Nuraghe Calcio Biella e Cossa7calcio

Dopo la strepitosa vittoria della scorsa settimana che conferma Su Nuraghe sui gradini più alti della classifica del campionato che si svolge sotto l’egida di A.C.S. (Attività Sportiva Confederale), promosso da A.C.S.I (Associazione Centri Sportivi Italiani), l’incontro di ieri sera si è concluso con il pareggio (3-3), tra Su Nuraghe Calcio Biella e i bravi giocatori di “Cossa7calcio” che sfidavano i padroni di casa nel campo del Centro Sportivo “Vittorio Pozzo” di Ponderano. Una partita combattuta con grinta da entrambe le parti, con i giocatori con lo stemma della Sardegna sul cuore in brillante rimonta dopo un primo tempo (2-0), vedeva in netta superiorità la squadra ospite. Molte le occasione mancate da entrambe le parti. Arbitraggio in musica, cadenzato dal vivace fischietto del direttore di gara Angelo Zambon che ha cercato di contenere alcune intemperanze anche con l’esibizione del cartellino giallo. Immancabili gli eccessi in una partita che, disputata tra amici, ha fatto venir fuori grinta e voglia di dimostrare preparazione e bravura. Sfida appassionata seguita e sostenuta dalla tifoseria che dagli spalti incoraggiava i propri beniamini. Palestra del cuore e dell’anima conclusa con un dignitoso pareggio.Continua a leggere →

Donne del filet, a Su Nuraghe per tramandare antichi saperi

donne del filet

Dopo la pausa estiva, da settembre sono ricominciati gli incontri settimanali del mercoledì pomeriggio delle “donne del filet” presso il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella. Si tratta di un gruppo molto affiatato di una ventina di donne, accomunate dalla passione per tutto ciò che si può creare con le mani e con il filo.
Da quando è cominciato il corso, tutte hanno imparato a fare la rete del filet, hanno imparato a stenderla sul telaio e a ricamarla: così sono nati centri, tende, bordi, tovaglie per l’altare di alcune chiese anche in altre diocesi, ecc. Ma negli incontri non c’è solo il filet di bosano o “su punt’e nù”, il punto annodato sardo a fili contati: ognuna porta le sue capacità, le mette a disposizione delle altre e così c’è chi ha imparato a fare il chiacchierino, il punto filza, il punto svizzero; c’è chi sa ricamare a punto hardanger, a puncetto e fare tante altre cose.
Si aspetta il mercoledì non solo per lavorare insieme, ma anche e soprattutto per incontrare le amiche, per portare i lavori fatti, per condividere idee, schemi, riviste, filati, magari davanti a una fetta di dolce fatto in casa secondo ricette di una volta. È anche un modo per tramandare gli antichi saperi di cui siamo depositarie e far sì che le tradizioni non si perdano, perché con esse perirebbe gran parte delle nostre radici. Sarebbe bello che il gruppo si allargasse ad altre donne con gli stessi interessi! Chi volesse aggregarsi, può telefonare e chiedere informazioni a Grazia 3294236841.

Agostina Becchia