Il Sole ottagonale di Oropa: simbolo di rinascita tra arte, astronomia e fede, conversazione con Battista Saiu

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Battista Saiu svela i segreti astronomici degli affreschi trecenteschi di Oropa nell’incontro di “Vita d’Artista” a Graglia. Il Casolare dei Campra si trasforma in osservatorio culturale per una serata dedicata ai simboli celesti nascosti nel Santuario mariano. Giovedì 3 luglio 2025, alle ore 21, l’antropologo guiderà il pubblico alla scoperta di un linguaggio artistico che univa fede, scienza e mistero nella tradizione medievale biellese.

L’evento, a ingresso libero e gratuito con prenotazione obbligatoria (tel. 015-2593649 o 339-5405600), rappresenta un’occasione imperdibile per approfondire la comprensione del patrimonio artistico e spirituale del territorio biellese. La manifestazione, giunta al suo venticinquesimo anniversario, conferma la propria vocazione di crocevia culturale, offrendo al pubblico conferenze, dibattiti, proiezioni e momenti conviviali che arricchiscono il panorama intellettuale locale.

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Pettinengo: riapre il Museo delle Migrazioni, tra Sardegna e Biellese un ponte di memorie e futuro

descrizioneIn regalo un libro raro per chi visita tre musei. Un volume dedicato a Vittorio Besso, primo fotografo professionista biellese, testimone della Sardegna dell’Ottocento.

Domenica 6 luglio 2025, dalle 14:30 alle 18:30, riaprirà al pubblico il Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo. Situato nel cuore della Rete Museale Biellese e curato con passione dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe”, il museo sarà visitabile ogni domenica fino a settembre, con accesso gratuito e accompagnamento guidato. Un’opportunità per immergersi in un racconto corale di partenze, ritorni e incroci culturali che uniscono il Biellese alla Sardegna.

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“Biellesos et Sardos umpare/ansema/insieme”: la festa del Popolo sardo nel cuore del Piemonte

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Domenica 15 giugno 2025, la città di Biella ha reso omaggio aSa Die de sa Sardigna”, la Festa del Popolo Sardo, con una cerimonia intensa e partecipata che ha unito simbolicamente Sardegna e Piemonte nel segno della memoria, dell’identità e della condivisione civica. Una giornata che, pur affondando le sue radici nella storia dell’Isola, ha trovato qui, ai piedi delle Alpi, un significato rinnovato e condiviso, grazie al monumento di Nuraghe Chervu, luogo simbolico che incarna il legame profondo tra due comunità.

Davanti alle possenti pietre, che richiamano le antiche architetture nuragiche, si è rinnovato l’orgoglio di appartenere a una cultura millenaria, che continua a vivere e a trasmettersi anche al di fuori della terra d’origine. Blocchi di pietra che parlano, che custodiscono storie: quelle di ieri e quelle che ogni anno si aggiornano, mantenendo viva la memoria. A fare da cornice, l’infiorata dell’area monumentale, i petali profumati coltivati nei vivai biellesi di Rosa e Alessandro Serra, utilizzati per decorare con garbo e simbolismo il sito commemorativo. Le rose, bianche e rosse, colori delle mostrine della Brigata Sassari”, hanno composto mazzi con alloro, deposti ai piedi del monumento dedicato ai Caduti sardi e biellesi della Prima Guerra Mondiale.

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Biella, la Sardegna canta nel cuore del Piemonte: il “Festival delle Identità” unisce territori e memorie

descrizioneLa Schola Cantorum “Villa del Mas” inaugura alla Basilica di San Sebastiano il nuovo “Festival delle Identità tra Piemonte e Sardegna”. Un ponte tra culture, musica, memoria e spiritualità. Al centro, la figura di Alberto La Marmora, emblema del legame storico tra i due territori.

La potenza della musica e il respiro della storia si sono incontrati sabato 14 giugno a Biella per l’inaugurazione del “Festival delle Identità tra Piemonte e Sardegna”, un nuovo progetto culturale nato per promuovere il dialogo tra due terre apparentemente lontane, ma unite da profonde affinità culturali e spirituali.

L’evento si è svolto nella Basilica di San Sebastiano, uno dei luoghi simbolo della città, che custodisce le spoglie di Alberto Ferrero della Marmora, generale piemontese e studioso della Sardegna, autore del celebre Voyage en Sardaigne (1826). La sua figura rappresenta un ponte ideale tra Biella e l’Isola, tanto che la cima più alta del Gennargentu – Punta La Marmora – porta il suo nome, a testimonianza di un legame secolare tra territori e culture.

A dare il via alla rassegna è stata la Schola Cantorum “Villa del Mas” di Elmas (Cagliari), diretta dal Maestro Orlando Pittau, con un concerto che ha alternato polifonia e canti della tradizione sarda, incorniciato dalla maestosità architettonica della Basilica e dalla spiritualità del luogo. Il pubblico ha ascoltato un ricco repertorio che ha attraversato secoli e generi, rivelando una Sardegna sonora, colta e popolare insieme.

L’apertura musicale è stata affidata a “Su patriotu sardu a sos feudatarios”, inno ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna, composto nel 1794 da Francesco Ignazio Mannu. Un testo militante, nato durante i moti antifeudali, che incarna ancora oggi l’orgoglio del popolo sardo, esaltando valori di libertà e di giustizia.

La serata è stata guidata da Anna Collu, che, con tono ironico e appassionato insieme, ha introdotto il coro, raccontandone la nascita, la composizione – con coristi provenienti da diverse località del Cagliaritano – e il percorso umano e musicale. Il Maestro Pittau, già fagottista del Teatro La Fenice di Venezia e dell’Orchestra di Cagliari, ha fondato il coro nel 2006 con spirito volontaristico, animato dal desiderio di mettere la propria esperienza al servizio della comunità.

Particolarmente toccante l’esecuzione di “Non potho reposare”, brano tra i più noti della tradizione sarda, eseguito in omaggio a tutte le persone segnate dalla distanza e dalla guerra. La poesia, scritta nel 1915 da Salvatore Sini e musicata nel 1920 da Giuseppe Rachel, è stata dedicata al padre guardiano del convento di San Sebastiano, frate ucraino Oscar Malykh, che ha aperto la serata con il Segno della Croce in lingua sarda. In programma anche “Badde lontana”, struggente canto di denuncia, dedicato a tutte le vittime innocenti dei conflitti armati.

Il “Festival delle Identità tra Piemonte e Sardegna” è sostenuto dalla Regione Autonoma della Sardegna, dalla Città di Biella, dal Comune di Pettinengo e realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella nell’ambito del bando CultuHub, in collaborazione con i Frati Francescani Minori, l’associazione Pacefuturo odv, il gruppo MafaldaVoci di Donna e l’Associazione Culturale Sarda “Amedeo Nazzari” di Bareggio Cornaredo.

Più che un semplice cartellone musicale, il Festival si propone come spazio di incontro e di riflessione, dove la diversità culturale è vista come risorsa e occasione di crescita per le comunità locali. Le ricadute potenziali sono molteplici: promozione turistica, economia della cultura, scambi interregionali e valorizzazione del patrimonio immateriale.

Il secondo appuntamento è in programma per domenica 3 agosto prossimo, alle ore 15:00, presso il “Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli”, di Pettinengo, bene extraterritoriale della Regione Sardegna.

Protagonisti della giornata saranno i musicisti piemontesi del Trio Tribeba (Alessandro Zolt, Guido Antoniotti, Massimo Losito), che proporranno un viaggio sonoro tra le musiche delle Alpi, con strumenti riciclati e sonorità arcaiche, accompagnati dalle launeddassarde di Nicola Diana e Maurizio Caria.

Un’occasione per ritessere i fili della memoria, coltivare il senso di appartenenza e aprire nuove strade alla collaborazione tra territori, nel segno della musica come linguaggio universale e della cultura come bene comune.

Battista Saiu

Nell’immagine, Basilica di San Sebastiano, Schola Cantorum Villa del Mas davanti al monumento dedicato ad Alberto Ferrero della Marmora

“Mossu partidu mezus godìdu”/ “Boccone diviso dà più godimento”

descrizioneDìcios e Peràula de Deus / Proverbi e Parola di Dio – immagini e nomi sardi di fiori – Laboratorio linguistico transoceanico – appuntamento mensile tra il Circolo culturale sardo “Su Nuraghe” di Biella e il Circulo sardo “Antonio Segni” di La Plata (Argentina).

Nel proverbio: “Boccone diviso dà più godimento”, i nostri padri ci suggeriscono di essere generosi e di non temere a condividere con altri il poco che si ha. Il boccone, da intendersi qualunque bene, anche molto piccolo e di primaria importanza, se è diviso con altri dà maggiore gioia. Gioia rassomigliabile a quella goduta dal ragazzo, che, dando a Gesù, i suoi due pesci e cinque pani, ha visto sfamare cinque mila uomini.

Presentada de su dìciu: “Mossu partidu mezus godìdu”

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