Cagliari e Atalanta, 4 Mori e la Dea, comunione di uomini e sport

Biella, Quattro Mori e la dea

Per il ciclo “conoscere la Sardegna attraverso gli scrittori contemporanei”, venerdì 10 aprile, nelle sale del “Punto Cagliari”, Giovanni Carta, bibliotecario di Su Nuraghe, ha illustrato “Quattro Mori e la dea”, di Marco Melis, alla presenza dell’autore, appositamente giunto da Bergamo, città dove risiede.
L’opera dello scrittore, cagliaritano di nascita, ma cresciuto in Lombardia, trae ispirazione dalla passione calcistica dell’autore, che con paziente lavoro di ricerca ha ritrovato ed intervistato i calciatori che dagli anni Sessanta al 2012 hanno militato nelle fila del Cagliari e dell’Atalanta.
Il risultato che ne emerge è una galleria di personaggi sportivi, ma anche di uomini con il loro vissuto di esperienze liete o difficili, con le vittorie e le sconfitte sui campi erbosi e nella quotidianità dell’esistenza di ciascuno di loro. Il tema sportivo calcistico, nell’intenzione dell’autore, sottintende però un altro aspetto non meno rilevante, vuole infatti fare emergere e sottolineare l’importanza del vincolo umano che si stabilisce, proprio attraverso lo sport, tra due città e due popolazioni, apparentemente così diverse tra loro, unite dal calore sportivo che permette di ritrovare valori umani di solidarietà e di amicizia spesso caratteristiche uniche ed irripetibili delle città di provincia quali Bergamo e Cagliari.Continua a leggere →

Gita a Torino con Su Nuraghe, visita a sacra Sindone e Superga

Biella Vernato, Casa della Sindone, affresco XVII secolo
Biella Vernato, Casa della Sindone, affresco del XVII secolo.

Domenica 10 maggio 2015, gita a Torino – Il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella organizza una visita guidata a Torino in occasione dell’ostensione della sacra Sindone.
Dibattuto dagli studiosi di ogni epoca, il santo lenzuolo più conosciuto e venerato verrà esposto presso il Duomo del capoluogo piemontese. È un’occasione rara per ammirare una delle più celebri testimonianze della Cristianità, nonché uno dei reperti iconici intorno al quale gli studiosi di tutto il mondo discutono ancora, da quando nel XIV secolo, in un villaggio francese, compare quella che diverrà l’icona più famosa di tutte, un telo con impressa l’immagine di Cristo martoriato.
La gita, con servizio di autopullman granturismo riservato, partirà alle ore 9,30 da piazza 1° Maggio.
L’ingresso al Duomo di Torino è previsto alle ore 13,15.
Al termine della visita, trasferimento in pullman verso la basilica di Superga, dove sarà possibile fare uno spuntino al sacco.
Il rientro a Biella è indicativamente previsto per le ore 19,15.
Il contributo spese della gita è fissato in € 12,00 a persona.
Sono ancora disponibili alcuni posti: chi fosse interessato può prenotarsi entro il prossimo 23 aprile presso il Circolo, tel. 015 34638, oppure Giovanni, cell. 347 304 5789.

Giovanni Carta

Melodie armene, da Biella a Cagliari, passando per Parigi

Andrea Manzoni Marongiu
Andrea Manzoni Marongiu.

Giovedì 16 aprile, a Cagliari, in via dei Genovesi, nella suggestiva cornice di Palazzo Siotto, per non dimenticare il genocidio armeno, primo dei quattordici appuntamenti proposti dall’Associazione culturale Suoni&Pause, nell’ambito del XIV edizione della rassegna Le Salon de Musique, tra musica, poesia e cinema.
Ad inaugurare la serata, Andrea Manzoni Marongiu, Sardo di terza generazione, nato a Biella e Rosy Anoush Svazlian, Armena, nata a San Francisco, California.
Il concerto intitolato “Melodie armene” è il risultato del lavoro di oltre un anno tra ricerca, arrangiamenti, prove, registrazioni e produzioni. «È stato difficile entrare nella musica armena – dichiara Andrea – ho dovuto ascoltarne moltissima e lavorare per più di un anno per comprenderne i tre punti fondamentali: melodia, testo e aspetto ritmico. Ho accettato questo concerto a Cagliari – continua – perché è la mia prima opportunità in Sardegna e sono felice di ritornarci questa volta per lavoro. Poi, perché l’evento creato dall’associazione Suoni&Pause rientra in un progetto legato al genocidio armeno che sto portando avanti assieme alla cantante armena Rosy Anoush Svazlian».
Domani, mercoledì 15 aprile, “piano solo” anteprima di Andrea Manzoni Marongiu nelle prestigiose sale del Palazzo Vice Regio, a Cagliari, anticipazione del viaggio lungo i sentieri della memoria del popolo armeno al quale il popolo sardo dentro e fuori dall’Isola, si sente ed è particolarmente vicino.
«Mia madre si chiama Luciana Marongiu, figlia di nonno Mario che negli anni 30 è emigrato a Taranto per frequentare l’Accademia dell’aeronautica. Poi, conosciuta mia nonna, si è trasferito a Biella dove ha trascorso tutta la vita tornando, però, ogni estate a Porto Torres», ricorda il musicista sardo-biellese con un velo di nostalgia e un pizzico di orgoglio. E continua: «In Sardegna cerco di tornarci ogni anno anche se il mio lavoro me lo impedisce perché sono sempre in viaggio. Là, tra Sassari e Porto Torres, vivono i miei cugini e un pezzo del mio cuore».
Da un paio d’anni Andrea Manzoni Marongiu vive la sua emigrazione lontano da Biella, a Parigi, dove maggiori sono le opportunità e più ampi gli orizzonti. Ora, il ritorno nella terra degli avi per ricordare il dramma del popolo armeno e, con esso, quello dei tanti popoli che vivono la sofferenza della diaspora.

Simmaco Cabiddu

La Sardegna è casa mia, luogo di affetti e dell’anima

Massimiliano SiddiDall’età di 17 anni Massimiliano Siddi lavora come elettricista, dopo aver concluso il quinquennio di studi presso l’I.P.S.I.A., Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato, indirizzo elettronico.
A soli sette mesi, il suo primo viaggio in Sardegna, accolto da nonna Angelina Foddi, a Guspini. Meta e approdo in un ambiente familiare che, unitamente alla famiglia naturale, ha formato il suo imprinting, quel particolare attaccamento alle origini, caratteristico degli esseri viventi, che si forma proprio nei primi mesi di vita. Da allora ogni momento è buono per ritornare nei luoghi degli affetti e dell’anima, non essendo sufficienti i tre mesi estivi, vissuti finché era studente.
La Sardegna è casa mia, più mia che la stessa Biella in cui vivo e sono nato – afferma Massimiliano – perché, ogni volta che posso partire in Sardegna, mi coglie un senso di benessere, sia che vada sa solo, con amici o con la fidanzata. Dell’Isola – continua – mi piace la mentalità aperta e solare della mia gente, il modo in cui vengo accolto, non solo dai familiari, i sorrisi di quelli che incontro, il senso di rispetto e di valori che si percepisce in ogni gesto e comportamento. Già all’arrivo della nave a Porto Torres, mi sento arrivato a destinazione, anche se devo ancora attraversare tutta la Sardegna per arrivare alla casa dei nonni“.

Eulalia Galanu

Su Nuraghe Film, Dolce Pompìa di Davide Mocci

Sabato 18 aprile – A Biella, alle ore 21, nelle sale del Punto Cagliari, in via Galileo Galilei, 11, appuntamento con Su Nuraghe Film, lezioni di cinema “per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore”. In cartellone, Dolce pompìa – Regia di Davide Mocci – Ingresso libero.

Locandina filmLa serata sarà presentata da Massimiliano Siddi, nato a Biella nel 1972, da Antonello di Capoterra e da Renata Tuveri, di Guspini.
Il documentario mostra alcune peculiarità della Sardegna, alcune rare, altre uniche: la natura gradevole nella parte interna dell’isola ma soprattutto nelle coste, dominate sia da montagne che emergono dal mare che da candide spiagge dai fondali sabbiosi.
Le caratteristiche del clima e del terreno isolano favoriscono la produzione di numerose eccellenze alimentari e la crescita spontanea di altre, in certi casi salvate in extremis, prima di scomparire del tutto, fra queste l’antica tradizione della raccolta dei capperi nel Cagliaritano e la crescita di sa pompìa, un agrume sconosciuto in altre parti del mondo, una vera e propria rarità, esclusiva della Baronìa, territorio incastonato tra il mare e la montagna nella Sardegna orientale.
Le origini di questo agrume dalla forma rotondeggiante e dalla buccia bitorzoluta, sono tutt’oggi sconosciute.
Nel documentario scopriamo l’habitat degli alberi di sa pompìa e la preparazione di un dolce tipico che si ottiene lavorando l’agrume in base ad una antica ricetta tramandata oralmente.

Eulalia Galanu