Susy Gazzara Cuccuru: il mio raporto con la natura e la Sardegna

Sabato 16 novembre 2013 – A Biella, alle ore 21, nelle sale del Punto Cagliari, in via Galileo Galilei, 11, nuovo appuntamento con Su Nuraghe Film, lezioni di cinema “per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore”. Ingresso libero.

Susy Gazzara Cuccuru
Susy Gazzara Cuccuru.

La serata sarà presentata da Susy Gazzara Cuccuru, nata a Biella nel 1967, da madre sarda di Pozzomaggiore (Sassari) e padre della provincia di Cuneo. Mamma di due figli, è sposata con Carlo Rossetti, Biellese di Borriana.
Il suo sogno nel cassetto: studiare “veterinaria”, interrotto per andare a lavorare prima come operaia in fabbrica e, poi, nel settore della ristorazione.
Attualmente, con la crisi che a Biella morde particolarmente, la sua attività si sta trasferendo nel Bresciano, a contatto diretto con la natura, presso un grande centro agrituristico “con oltre cento cavalli e laghetto per pesca sportiva“, informa Giusy con un sorriso luminoso.
Il mio rapporto con la natura e la Sardegna in particolare, è sempre stato molto forte e intenso, vissuto da figlia verso la Terra madre che scalda il cuore come solo chi è nato lì, e i figli come noi, nati lontano dalla nostra Isola, possono capire“, afferma con un velo di orgoglio e malinconia. “Mi sono recata in Sardegna nella tarda primavera di quest’anno, prima di decidere se intraprendere il nuovo lavoro lontano da Biella – continua – andando a trovare e salutare i numerosi parenti che vivono tra Pozzomaggiore e Cagliari, sperando, non lo nascondo, di andare a vivere ad Alghero per lavorare lì, tra il mare cristallino, la piana della Nurra e le affascinanti colline dell’entroterra“.

Giovanni Usai

Su Nuraghe film: “Il lino di Busachi”

LocandinaIl film che Susy Gazzara Cuccuru presenterà sabato 16 novembre 2013, tratta delle fasi di produzione e lavorazione del lino a Busachi, piccolo centro del Barigadu, regione della Sardegna centrale.
L’opera, per la regia di Ignazio Figus, della durata di 40 minuti, prodotta nel 1997, è stata messa a disposizione dall’I.S.R.E., Istituto Superiore Regionale Etnografico della Regione Autonoma della Sardegna e proviene dalla Cineteca e dagli archivi di antropologia visuale del “Museo regionale della Vita e delle Tradizioni popolari sarde” di Nuoro.
Tratta della riproposizione della tradizionale attività produttiva di fibre tessili nobili di origine vegetale: il lino, pianta coltivata fin dall’antichità.
L’opera di Ignazio Figus documenta nel tempo presente, il progetto voluto dalla locale Associazione culturale “Collegiu”, avvalendosi del sostegno dell’ERSAT, Ente Regionale di Sviluppo e Assistenza Tecnica in Agricoltura.
Per l’occasione sono stati coinvolti numerosi anziani del paese, detentori del “saper fare”: testimoni indispensabili e preziosi per la coltivazione, per la raccolta e per le successive lavorazioni della fibra.
Quella del lino, è una tecnica di produzione diffusa in tutto il Mediterraneo e nel Vicino Oriente, attiva in Sardegna fino al recente passato.

La zona grigia, il dovere di ricordare e tramandare memoria

LocandinaVenerdì 8 novembre, alle ore 21.15, al Teatro “Don Minzoni”, a Biella – Nel gennaio di quest’anno il Circolo Su Nuraghe, per la Giornata della Memoria allestì il bellissimo spettacolo di Francesco Logoteta, “La zona grigia”, con grandissimo successo. Questa settimana esso viene replicato su iniziativa della Chiesa Valdese, al Teatro Don Minzoni, venerdì 8 novembre alle ore 21,15.
La “zona grigia” è un concerto in acustico pensato come uno spettacolo teatrale per la Giornata della Memoria; canzoni di Niccolo Fabi, Carmen Consoli, Cristina Donà, Edoardo Bennato, Fabrizio De André, Roberto Vecchioni; testi di Primo Levi, Nezdad Maksumic, Mariangela Gualtieri, Etty Illesum, Leonardo Tondelli, George Bernard Shaw.
Citazioni varie di Giovanni Falcone, Indro Montanelli, dati storici estratti da testi sulla Shoa e sulla guerra.
Giorni or sono le cronache ci hanno riportato alla mente, con le vicende di uno dei più noti criminali che si sono macchiati di infamia con le loro gesta, ma non è abbastanza. Dobbiamo fare in modo che la Shoa non venga dimenticata, non venga tramandata alle future generazioni come una favola, seppure tragica. Vigiliamo perché i disegni dei negazionisti non prevalgano come è loro disegno scellerato.Continua a leggere →

IV Novembre, memoria sempre viva tra i Sardo-Biellesi

Biella, IV Novembre 2013, fiori e bandiere nell'area monumentale di Nuraghe Chervu
Biella, IV Novembre 2013, fiori e bandiere nell'area monumentale di Nuraghe Chervu.

Biella, IV Novembre 2013 – Al sorgere del pallido sole autunnale, sui pennoni dell’area monumentale di Nuraghe Chervu è stato issato il Tricolore italiano affiancato dalle bandiere dell’Unone Europea, della Regione Autonoma della Sardegna, della Regione Piemonte e dal vessillo della Città di Biella.
Quasi un secolo fa, il 24 Maggio 1915, l’Italia entrava in guerra contro l’Austria-Ungheria, pagando un tributo altissimo di giovani vite: 600.000 morti; oltre un milione tra feriti e invalidi.
Pochi giorni dopo, il 30 Maggio 1915, Biella piangeva il suo primo Caduto.
Le pietre di Nuraghe Chervu accomunano nel ricordo i 13.602 figli di Sardegna e i 523 giovani biellesi tra gli oltre 3.000 Caduti degli 82 Comuni che formano l’attuale Provincia di Biella.
Tra questi, cinque dei quattordici soldati biellesi incorporati nel 151° Reggimento Fanteria “Brigata Sassari”, morti sul Monte Zebio e sul Monte San Michele per ferite riportate in combattimento.
Quattro i soldati sardi morti a Biella. Tre di loro riposano nell’Ossario-Sacrario cittadino, lontano dalla loro Isola, accanto a 106 soldati italiani deceduti all’Ospedale Militare di Riserva di Biella, di cui sei prigionieri Austro-Ungarici, unitamente ad altri Caduti in Guerra, provenienti da altri Cimiteri.
A nome e per conto della Comunità sarda di Biella, vasi di fiori bianchi e rossi sono stati concordemente deposti a Nuraghe Chervu dalla famiglia Carta, discendenti del Socio cofondatore del Circolo sardo di Biella, Antonio Carta; tra questi, garofani bianchi e rose rosse con Tricolore italiano e fiocco bicolore dei Fanti della “Sassari”, sono ulteriore testimonianza visiva della memoria sempre viva tra i Sardo-Biellesi che vivono ai piedi del Mucrone.

Simmaco Cabiddu

Sapori e saperi della tradizione sarda a Biella

Biella, Su Nuraghe
Alcuni partecipanti alla serata sos suspiros othieresos.

La serata di sabato 2 novembre, al circolo Su Nuraghe, è stata dedicata ai dolci tipici, i Suspiros di Ozieri, a base di mandorle e ricoperti da una golosa glassa di zucchero, offerti da Mariolina Bosincu e da lei preparati. Familiarmente seduti intorno a un tavolo, i presenti hanno ascoltato la presentazione di Battista Saiu, che ha tra l’altro richiamato i significati attribuiti alla mandorla. Siccome l’albero è il primo a fiorire dopo l’inverno, la mandorla è considerata simbolo di nascita e di ri-nascita: ecco perché questi dolci non possono mancare alle feste di battesimo e sono molto usati anche nei matrimoni.
Mariolina ha poi illustrato gli ingredienti e le varie fasi della preparazione. Si tratta di una ricetta antica, come si può dedurre dalle dosi, che sono facilmente riconducibili ai circa 400 grammi corrispondenti alle libbre, in vigore prima dell’adozione del Sistema Metrico Decimale.
Si è parlato di mandorle dolci e di mandorle amare e il discorso è stato portato da una socia piemontese sull’uso, nell’Italia del Nord, delle armelline, ossia dei semi contenuti nei noccioli delle albicocche. Un tempo le famiglie conservavano i noccioli delle albicocche e i loro semi erano usati al posto delle mandorle per alcuni dolci locali, come gli amaretti; i gusci, poi, in un’economia che non sprecava nulla, venivano bruciati nella stufa. Sono stati fatti confronti con altri dolci e poi, tutti insieme, in allegria, hanno gustato ed apprezzato l’opera di Mariolina.Continua a leggere →

Saggio di launeddas e balli sardi a “Su Nuraghe in musica”

LocandinaSabato 9 novembre, ore 21 in via Galileo Galilei, 11, a Biella, XI edizione di “Su Nuraghe in Musica“, saggio musicale con Matteo Muscas e Tore Agus che accompagneranno con il suono di launeddas (strumento di canna, a fiato continuo) ed organetto diatonico, danze e balli sardi coordinati da Maurizio Caria.
Due nuovi laboratori – di launeddas e di danze e balli tradizionali sardi – sono stati recentemente attivati a Biella dal Circolo Su Nuraghe con lo scopo di conservare e far conoscere saperi appresi e tramandati attraverso il gesto e la parola.
L’evento, unico nel suo genere fuori dalla Sardegna, avrà inizio già nel pomeriggio di sabato 9 novembre, alle ore 15, con la prima lezione del “Corso sperimentale di launeddas“, per imparare a suonare l’antico strumento musicale caratteristico della grande Isola.
Al Corso di launeddas è associato un breve laboratorio per la costruzione e manutenzione dello strumento, tenuto da Tore Agus che, insieme a Matteo Muscas e con la supervisione di Orlando Mascia, porteranno i corsisti a suonare e riprodurre antiche melodie isolane.
Gli strumenti saranno appositamente costruiti e personalizzati per ciascun corsista.
Infine, durante l’incontro pomeridiano sarà concordato il calendario degli appuntamenti successivi.
La sera, alle ore 21, sarà possibile immergersi nelle melodie che accompagneranno i passi solenni delle danze tradizionali. Il ritmo cadenzato dei balli e il suono delle launeddas si fonderanno e si completeranno a vicenda in un momento pubblico di gioia collettiva, presentando e facendo apprezzare al pubblico i progressi raggiunti.
(Per informazione e iscrizioni, Federica: 3471134662)

Efisangelo Calaresu