Calendariu 2007 – La Sardegna del Novecento nella fotografia di Mario Pes

(Terranova, 22 ottobre 1887 – Cagliari, 21 dicembre 1963)

Discendente dei marchesi Pes di Villamarina di Tempio Pausania, Mario Pes, compiuti gli studi tecnici a Sassari, si trasferisce successivamente a Cagliari, quando il padre, don Gerolamo, assume l’incarico di direttore dell’Ufficio Centrale Telegrafico della Sardegna.
Vincitore di concorso da capostazione, presta servizio ad Arzana presso le Ferrovie Complementari della Sardegna, ma, con l’avvento del fascismo, viene “purgato” per il rifiuto di iscriversi al partito.
Con il fratello maggiore, Giovanni, che aveva appreso le basi della futura professione in Egitto nel laboratorio fotografico dell’esercito inglese, apre a Cagliari, in viale Regina Margherita, il suo primo studio fotografico. Mario si dedica alla documentazione di alcuni aspetti della vita cagliaritana e del suo circondario. Nel frattempo, mentre Giovanni si trasferisce a Roma presso l’Amministrazione delle Poste, Mario continua da solo la sua attività con campagne fotografiche commissionate dalla Società Elettrica Sarda che, a seguito della Legge speciale a firma di Francesco Nitti, inizia la costruzione della diga del Coghinas.
Il 5 maggio1922, comincia a documentare la costruzione dell’argine del “nuovo alveo del rio Mogoro nella regione Candelaris“, una delle prime opere di canalizzazione per il prosciugamento delle paludi su cui sorgerà “Mussolinia“, l’odierna Arborea. Con le immagini attesta la nascita di edifici pubblici e privati della nuova cittadina. Il suo obiettivo registrerà le varie fasi della bonifica, con visitazioni che continueranno fino al 1938. Risalgono a questo periodo le circa duecento immagini conservate negli archivi dell’Ente Bonifiche Sarde, in cui sono ritratti anche alcuni aspetti della vita sociale della comunità che sta nascendo.
Grazie al riconoscimento della sua professionalità, che via via si va affermando, riceve incarichi dalla Soprintendenza e dal Genio Civile per fotografare siti archeologici e opere d’arte e per documentare le opere di industrializzazione e di urbanizzazione che, in quegli anni, si stanno realizzando in diverse parti dell’Isola. Alcune di queste immagini varcano i confini isolani e le ritroviamo custodite negli archivi sardi della Valle dell’Elvo a Biella.
In seguito alla partecipazione alla Fiera di Milano del 1928, alcune sue fotografie vengono usate per una serie di cartoline illustrate. L’anno successivo, dal 28 aprile al 3 maggio 1929, documenta la visita del re Vittorio Emanuele III in Sardegna.
Il Direttore delle Regie Saline e il Segretario Generale del Consiglio fascista delle Cooperative “Sardegna“, “Mussolini” e “Farinacci“, dimentichi della originaria fede politica socialista libertaria, chiamano Mario Pes a registrare i lavori delle saline di Cagliari e di Quartu Sant’Elena.
Il 9 giugno 1935, durante la prima visita di Benito Mussolini a “Mussolinia“, e in quella del 1942 a Cagliari, Mario Pes è chiamato a registrare l’importante evento. In tale occasione, sceglie di avvicinarsi al palco delle autorità in abiti civili considerati “stravaganti”: unica camicia bianca in mezzo all’orbace nero dei gerarchi.
I disastrosi bombardamenti anglo-americani del 1943 radono al suolo alcuni quartieri di Cagliari e distruggono il laboratorio fotografico di viale Regina Margherita, costringendo Mario Pes a riparare a Seulli assieme alla sua famiglia. Finita la guerra, riaprirà il laboratorio presso la sua abitazione in via San Giovanni: purtroppo, il resto dell’archivio fotografico, scampato alle bombe alleate, andrà inesorabilmente distrutto durante un imprevisto allagamento dei locali di Quartu Sant’Elena in cui erano custoditi.
Personaggio inspiegabilmente ancora in penombra, anche se importante per lo studio della storia isolana del Novecento, di Mario Pes sono conosciute essenzialmente le fotografie dei primi tempi cagliaritani. Tra di esse, spiccano quelle che ritraggono “Is picioccus de crobi“, i ragazzi che trasportavano con i loro cesti la spesa delle signore in cambio di una piccola ricompensa. Ancora oggi sono riprodotte per il forte pathos, testimoni della bravura e della sensibilità del fotografo professionista, cui questo cadenzario 2007 vuole rendere omaggio.
Come già per le precedenti annate, il mese di dicembre viene illustrato con un’immagine continentale e, in questo caso, tutta biellese: “la vagliatura delle castagne alla cascina Agnei di Sordevolo“. La fotografia, realizzata nel 1963 da Lionello Bertazzolo, proviene dall’archivio di Alfonso Sella di Biella.

Battista Saiu


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