Nel mondo della tradizione nulla avviene per caso

Sindaco, Vicesindaco e nuovi Assessori partecipano ufficialmente alla quindicesima edizione di Sa Die de sa Sardigna a Biella – “identità del cuore” – Presenze importanti, segni beneaugurali, speranze, attese e presagi positivi.

Il Vicesindaco di Biella Livia Caldesi con Padre Accursio in Piazzetta Alberto Ferrero della Marmora, alla festa dei Sardi di BiellaBiella, sabato 20 giugno, ore 21. Nella suggestiva cornice del borgo storico del Piazzo di Biella, si è tenuto l’annunciato spettacolo di canti, danze a balli sardi con Mazzimo Zaccheddu e il Gruppo folcloristico Traccas e Sonus di Villamar (Cagliari). La pioggia battente ha consigliato di eseguire lo spettacolo in forma ridotta. L’appuntamento non poteva essere rinviato perché si trattava di una serata speciale per i Sardi che per la prima volta sceglievano di tenere la loro festa nel borgo medievale della Città. Giorno singolare anche per la nuova Amministrazione cittadina che decideva di far presenziare due Assessori per l’inaugurazione ufficiale; per tutti si trattava di una sorta di battesimo: Andrea Delmastro, Assessore alla Cultura di Biella ha portato il saluto ufficiale a nome del nuovo Sindaco della Città, a cui sono seguite le parole di Massimiliano Gaggino, Assessore agli Eventi e Manifestazioni.
Nel suo intervento Delmastro, parafrasando un filosofo spagnolo di inizio Novecento, ha parlato di “identità del cuore” riferita al Popolo basco, ben cogliendo l’essenza del sentire del Popolo sardo. L’applauso, affatto scontato, ha confermato la sensibilità del nuovo Amministratore che ha colto nel segno, catturando con il gesto e la parola, la simpatia della Comunità dei Sardi di Biella.

Presenze gradite e parole condivise, registrate nella mente e nel cuore, come affermato dal presidente di Su Nuraghe Battista Saiu in risposta al suo saluto, durante la consegna dei doni offerti dal Gruppo ospite ai nuovi Amministratori.
Il giorno successivo, il Vicesindaco Livia Caldesi indossava per la prima volta la fascia tricolore della città per presenziare alla Missa Majore: un ulteriore segno di attenzione, culminata con la presenza del Sindaco Dino Gentile al pranzo sociale, svoltosi presso i saloni ANFFAS di Gaglianico.
Sulle le note dell’Imnu Sardu Nationali, magistralmente eseguito dalla Banda Musicale di Candelo, è iniziato il culto divino, officiato da Padre Accursio, accompagnato dal suono delle Launeddas di Giovanni Aru e dalle note dell’organo del M° Pier Felice Grosso.
Alle 12.30, nell’area monumentale di Nuraghe Chervu, l’omaggio ai Caduti sardi e ai Caduti biellesi con la benedizione impartita dal Cappellano di Su Nuraghe Don Ferdinando Gallu, presente anche il Consigliere di minoranza Nicoletta Favero. Le “Donne del grano” hanno riproposto l’antico rito della benedizione con il frumento, scandito dalle note beneaugurali dei “Fucilieri di Su Nuraghe”.
Nel mondo della tradizione nulla avviene per caso.
Presenze importanti, segni beneaugurali, speranze, attese e presagi positivi. Per tutti.

Breve allocuzione del Presidente di Su Nuraghe

Il saluto e il ringraziamento alle Autorità presenti, al nostro Cappellano don Ferdinando Gallu e a tutti voi che avete scelto di essere di nuovo qui, in quest’area monumentale di Nuraghe Chervu, luogo simbolo della Comunità dei Sardi di Biella, dedicata alla memoria di quanti hanno dato la loro vita per la creazione dell’Italia moderna.
Con solenni cerimonie abbiamo intitolato e dedicato questo luogo alla Brigata “Sassari”, ai Caduti sardi e ai Caduti biellesi.
Per ricordare e tenere sempre presente – a noi prima di tutto – quei giovani che hanno sacrificato la loro giovane vita per questa Italia nata dal passaggio dal Regno di Sardegna al Regno d’Italia.
Molti non sanno e parecchi pare abbiano dimenticato come la Sardegna abbia contribuito alla formazione dell’Italia, dando nome, fondamento giuridico, istituzioni.
Nella pietra dedicatoria sono indicate alcune date: 1297, l’istituzione, ad opera del papa Bonifacio VIII, del Regno di Sardegna e di Corsica;
1861 indica il passaggio dal Regno sardo a quello italiano.
1918, la fine della Grande guerra, la Quarta del Risorgimento italiano che ha visto per la prima volta la partecipazione popolare dei Sardi e il loro sacrificio con i 13.602 morti, molti dei quali arruolati nella Brigata “Sassari”.
Anche alle musica è stato anche affidato il compito di comunicare questo messaggio con l’esecuzione dell’Inno di Mameli e dell’Imnu Sardu Nationali, della Leggenda del Piave e dell’Inno della Brigata “Sassari”, Dimonios.
Con la benedizione religiosa in Limba sarda e con l’antico rito del getto grano abbiamo sacralizzato questo luogo.
Il contrappunto dei fucileri hanno offerto un nuovo ulteriore contributo sonoro con le loro salve beneaugurali.
Oggi ripetiamo quei gesti, riconsacrando questo luogo con la preghiera e con i riti beneaugurali secondo le antiche tradizioni.
Questo è un luogo della memoria e del ricordo che si proietta in avanti: è un luogo della vita, della nuova vita, del futuro.
Le pietre e le piante di ginepro testimoniano volontà e impegno: coltivare piante, allevare i nuovi nati, i nostri figli, il futuro della nostra società.
In questo luogo sono anche le pietre che ci parlano nell’imponenza della loro architettura.
E le pietre sono un po’ come gli uomini: sparse non hanno significato; mentre, se organizzate secondo un progetto, possono dirci molte cose, essere monumento, ricordare, conservare la memoria.
Come quello di questo Nuraghe Chervu che, sempre più, è nel cuore di tutti noi.

Battista Saiu


Nella foto: il Vicesindaco di Biella Livia Caldesi con Padre Accursio in Piazzetta Alberto Ferrero della Marmora, alla festa dei Sardi di Biella.

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