Pietre da tutta Italia a Nuraghe Chervu, inizia la posa di quelle biellesi

Biella, posa delle prime pietre della pavimentazione di Nuraghe Chervu

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È iniziata, presso l’area monumentale di Nuraghe Chervu, alle porte della Città di Biella, la posa di lastre di pietra locale provenienti dai comuni della Provincia di Biella, sulle quali sono incisi nome del paese e numero dei caduti durante la Prima Guerra Mondiale.
La fattibilità del progetto di pavimentazione ad opus incertum, formato da materiale lapideo di dimensioni massime 30x40x6 cm, è stata monitorata dagli Uffici “Parchi e Giardini” su indicazioni dell’Assessore Valeria Varnero, coinvolgendo i 78 comuni viciniori. Con apposita deliberazione, il Comune di Biella ha accolto la proposta del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” per il completamento dell’area monumentale con pietre delle regioni d’Italia. L’iniziativa è accreditata nel programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli Anniversari di interesse nazionale.
Attraverso gli Uffici Territoriali del Governo, il Prefetto di Biella, dott.ssa Annunziata Gallo ha esteso l’invito a fornire una pietra di riuso con inciso nome del Comune e numero dei Caduti durante il Primo Conflitto Mondiale ai 1.197 comuni piemontesi e ai 377 comuni sardi.
La vasta area monumentale alle porte della città, chiamata “Nuraghe Chervu”, prende il nome dal Torrente Cervo, luogo in cui sorge. Eretta nell’anno 2008, in Corso Lago Maggiore, è dedicata alla Brigata “Sassari” e ai Caduti biellesi della Prima Guerra Mondiale. Si tratta di un monumento formato da massi di melafiro estratti dalle cave di Curino, a ricordo degli studi scientifici che il geologo Alberto Ferrero della Marmora compì nel Biellese, prima del suo forzato trasferimento in Sardegna. Isola che La Marmora amò, al pari delle genti che l’abitavano, componendo su di essa oltre cinquanta lavori scientifici, iniziati nel 1819. Alla sua morte (1863), Quintino Sella volle che nella basilica di san Sebastiano, tempio civico della Città di Biella, tre lastre di melafiro, provenienti dalle cave ora dismesse di Graglia, decorassero il monumento funebre dedicato all’amico Generale, Senatore del Regno di Sardegna, dimenticato nella sua terra di origine.
La scelta dei blocchi di roccia biellese vuole significare l’antico legame tra Biella e la Sardegna. Le altre pietre, provenienti da ogni parte d’Italia, vogliono rievocare il dolore delle guerre e dei sacrifici che hanno contribuito alla creazione dell’Italia moderna. Una memoria collettiva affievolita che con Nuraghe Chervu si vuole rinvigorire e tramandare.

Battista Saiu

Nell’immagine: Biella, posa delle prime pietre della pavimentazione di Nuraghe Chervu

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