Inaugurato il ciclo del Carnevale dei Sardi di Biella

Sabato 7 febbraio – L’Assessore alla Cultura di Biella e “la bela Catlina” alla “Gran favata”

L’Assessore alla Cultura della Città di Biella, Doriano Raise e “la bela Catlina“, Mina Colaianni, storica figura femminile che accompagna il Gipin nel “Carvé” della città, hanno inaugurato ufficialmente il ciclo festivo del Carnevale dei Sardo-Biellesi.
Nel mondo della tradizione – nell’Isola e in Continente – a Carnevale si dà fondo alle scorte alimentari: chiudere la stagione del rigore invernale per far posto al nuovo, all’imminente primavera. Il tempo oramai passato, “vecchio”, deve essere processato ed ucciso ritualmente: bruciato sulla pira dei falò e le ceneri sparse nella prospettiva della grande festa equinoziale; tempo indicato dalla luna nera di febbraio che culminerà con l’unione sole-luna nel plenilunio di Pasqua.
Le fave, da sempre associate al culto dei morti, ricompaiono durante la ritualizzazione della morte del Carnevale, rappresentata dall’esecuzione capitale di figure antropomorfe, animali o vegetali. A Biella, ad essere ucciso è un animale, il “Babi”; in Sardegna “Su Jorzi”, piuttosto che “S’Urtzu”.
Ai pedi delle Alpi, le fave sono state selezionate una ad una e messe a bagno dentro capienti sciveddas, le conche tradizionali in terracotta, per essere servite durante l’atteso appuntamento culinario organizzato dal Circolo “Su Nuraghe”.
La “Gran favata” è stata il primo appuntamento, un piatto tipico della tradizione contadina i cui ingredienti sono le fave, la carne di maiale, i cavoli e i finocchietti selvatici. I componenti la ricetta isolana sembrano fare il paio con le gustose fagiolate alpine preparate su tutte le piazze del Biellese con le fave sostituite dai fagioli nella varietà Borlotti di Saluggia.
Entrambi i piatti ripropongono ben noti riti di ridistribuzione alimentare presenti nell’universo folclorico europeo, all’insegna della gioia, del piacere e del mangiar grasso. Molte le varianti delle ricette, sia per le fave che per i fagioli, segretamente custodite dai cuochi che sovrintendono alle diverse fasi della preparazione.
Per “Su Nuraghe”, chef indiscusso è stato Mario Ghisu, coadiuvato da Aldo Desogus e Giovanni Floris, che per questa occasione si è avvalso dell’aiuto di assistenti appositamente selezionati.
Una amichevole competizione in cui la bravura dei Soci è evidenziata anche nella preparazione di altri piatti tra cui i dolci tipici: “zippulas“, “cattas” e “bugie“, generosamente distribuiti durante il tempo del Carnevale.
Il ciclo di appuntamenti culminerà con il “Carnevale degli adulti” (sabato 14 febbraio) e quello dei bambini (domenica 15 febbraio).

Battista Saiu


Nelle foto:La bela Catlina” con l’Assessore Doriano Raise; gruppo di lavoro dei cuochi di Su Nuraghe; preparazione della “Gran favata”.

La bela Catlina

cuochi

preparazione favata

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