Custodire elementi identitari condivisi

I Sardi di Biella hanno accettato di salvare l’oratorio di San Grato di Gurgo dalla condizione di degrado con un intervento di recupero e restauro urgente e consistente. L’edificio sacro verrà riaperto al pubblico nella primavera 2011.

Colline della Serra, i corni del Giovedì SantoNella prospettiva delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia – lo storico passaggio dal Regno di Sardegna al Regno d’Italia – e con il dichiarato intendimento di tramandare comuni elementi identitari, la Comunità dei Sardi di Biella ha voluto partecipare nella terra di adozione ai riti del Venerdì Santo proponendo il Miserere, il “Salmo 50” cantato “a cuncordu“, invitando coristi di diverse formazioni biellesi: Valle Elvo, Burcina e Monte Mucrone, Sardi e Piemontesi concretamente uniti all’insegna di radici condivise.
Per l’occasione dodici cantori hanno indossato le mozzette della costituenda Confraternita di Sant’Eusebio, accompagnati da conterranei in berritta. Secondo il costume antico, in segno di rispetto per Cristo morto, le donne hanno partecipato con il capo velato di nero.

Quattordicesima stazione della Via Crucis è stato l’Oratorio di San Grato in frazione Gurgo, un edificio seicentesco di grande valore architettonico, storico e culturale che i Sardi hanno accettato di salvare dalla condizione di degrado con un intervento di recupero e restauro urgente e consistente. L’importanza dell’edificio è confermata dalla presenza di opere d’arte uniche nel biellese, tra le quali l’ancona (pala d’altare) la prima a contenere la rappresentazione della “Madonna di Oropa” e l’originale “portativo” settecentesco, unico esempio di organo mobile presente nella Diocesi biellese.

Battista Saiu

Nell’immagine: Colline della Serra, i corni del Giovedì Santo.

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