L’industrializzazione dal Mucrone al Limbara

Biella, Gigi Riva, Franco Piras, Ermanno Strobino

Mese di Ottobre. Su Calendariu 2017 è il messaggio, tangibile e visivo, attraverso il quale la Comunità dei Sardi di Biella vuole fornire il proprio contributo alla memoria quale elemento fondamentale per la consapevolezza nell’affrontare il presente e costruire il domani.

Il radicamento industriale del Biellese, sorto a partire dal ‘700 grazie alla presenza di acque “leggere” particolarmente idonee alla lavorazione dei tessuti, ha mosso nel tempo migliaia di migranti, anche Sardi, verso le pendici delle Alpi per portare la propria manodopera. Viceversa tanti laboriosi biellesi, a partire dai primi decenni dell’800, hanno realizzato impegnative opere in Sardegna trasferendo capacità imprenditoriali e competenze tecniche apprezzate e significative: tra questi, Amerigo Boggio Viola, originalissima figura dell’Alta Valle del Cervo.
Conseguito il diploma di perito costruttore alle scuole professionali di Biella, al pari dei suoi padri, lasciò la propria casa di Oriomosso di Quittengo per seguire percorsi migratori. Come altri suoi conterranei trovò nell’Isola e nella sua gente, dall’identità molto marcata e dall’indole altera, in apparenza scontrosa, analogie forti con i luoghi d’origine. A partire dal 1923, terminata la costruzione di villaggi operai a Dunkerque, sulla Manica, distrutta dalla guerra, Amerigo Boggio Viola, curioso di ogni novità e approfondito studioso dei territori in cui l’attività lavorativa lo conduceva, trascorse cinque anni in Sardegna. Ivi partecipò ad una delle prime edificazioni a valenza industriale moderna sull’Isola, ad Oschiri, in provincia di Sassari. Seguendo il progetto dell’ingegner Dolcetta, egli contribuì alla costruzione sul Coghinas di una centrale idro-elettrica con attigua una diga in pietra a gravità massiccia alta 79 metri, annessa ad una fabbrica di prodotti chimici denominata Sardammonia.

Gianni Cilloco

Nell’immagine: Gigi Riva “Rombo di tuono” a Biella, accolto da presidente di Su Nuraghe, Franco Piras e dall’ing. Ermanno Strobino, presidente onorario di Su Nuraghe

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