Cosa vuol dire studiare le migrazioni? Museo aperto a Pettinengo

trasferimento della statua La madre dell'ucciso di Francesco Ciusa

Domenica 13 giugno 2021, ore 14:30, apertura del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo – Rete Museale Biellese – via Fiume, 12, visitabile tutte le domeniche dalle ore 14:30 alle ore 18:30 – Info e prenotazione: Idillio, 3343452685 – Ingresso libero

Quando si studiano le migrazioni è buona pratica porsi una serie di domande, più o meno sempre valide, utili sia per farsi una prima idea sul fenomeno specifico che si sta indagando, sia per conoscere il contesto in cui esso si colloca per poterlo comprendere al meglio. Nel momento in cui si indaga sulle migrazioni delle persone, per esempio, è bene interrogarsi sull’identità di chi si sposta (per quanto sembri ovvio, questa informazione può già dirci molto: si tratta di uno singolo o di un gruppo, come una famiglia?), il luogo da cui parte e le motivazioni che determinano questa scelta: in questo modo si delinea il contesto storico-sociale e geografico di partenza, che può aiutare a comprendere perché si sia scelta una data destinazione. Ed ecco le altre domande: dove ci si ferma? Si è deciso in precedenza o durante il viaggio? Se già le risposte a queste domande possono essere illuminanti, il quadro si completa ragionando su altri punti: lo spostamento è definitivo? Se non lo è, ogni quanto e perché si torna a casa? Con chi si instaurano dei rapporti nella destinazione: con i locali o altri migranti, con cui magari si condivide l’origine e la spinta alla migrazione?

È attraverso questi interrogativi che il Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli indaga e presenta i casi di Piemontesi, Sardi, Veneti, operai e artisti, uomini e donne. Ed è proprio alle donne che è dedicata la prima sala per scoprire come le migrazioni del primo Novecento aiutino a trasformare l’identità delle donne, i loro ruoli e le aspettative a cui sono soggette. È proprio da qui che parte la visita, dove vari reperti, corredi e indumenti, oggetti di cultura materiale aiutano a toccare con mano la storia di queste persone. Vi aspettiamo domenica, dalle 14.30 alle 18.30! Ingresso libero.

Marta Campana

Nell’immagine, trasferimento della statua “La madre dell’ucciso” di Francesco Ciusa, da Villa La Malpenga alla sede del Museo delle Migrazioni di Pettinengo

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