Na paròla piemontèisa al mèis, luglio / lügn, “T” come “Tiòrba”

incipit T in Sacramentarium Episcopi WarmundiOmaggio dei Sardi dell’Altrove alla terra di accoglienza, “omagià daj Sardagneuj fòra ’d Finagi” nel centenario della nascita di Barba Tòni Bodrìe

Da un distico, tratto dai versi raffinati e ultra-curati della dotta poetessa Elisa Revelli (sei volumi di liriche), ricaviamo il nome di due strumenti musicali tipici della vecchia tradizione piemontese (e non solo): la tiòrba (la gironda) e l’arbeba (lo scacciapensieri):
It vron-e l’arbeba e na tiòrba at rëspond, parèj t’arciame l’antica costuma e ij temp së slargo dij bërgé përdù [Elisa] = suoni lo scacciapensieri ed una ghironda ti risponde, così rievochi l’antico rito [usanza, costume] e i tempi si estendono dei pastori perduti.
La ghironda è uno strumento a corde strofinate da un disco azionato a mano. Più corde possono venire strofinate simultaneamente. Veniva utilizzato nei monasteri per insegnare musica ed eseguire brani sacri. Lo scacciapensieri è costituito da una struttura ripiegata su sé stessa, a forma di ferro di cavallo, con in mezzo una sottile lamella fissata da un lato allo strumento mentre dall’altro è lasciata libera.
Elisa Revelli, che ha studiato a fondo la poesia latina e la lirica francese, ha raccolto negli anni parole della sua gente (è originaria delle Langhe), cui lei ha assegnato campi semantici molto più estesi, affiancandole a parole della più pura tradizione letteraria dei classici piemontesi. Il suo è un linguaggio ricchissimo, sensibile alle più sfumate sensazioni dell’animo e alle più iridate manifestazioni della natura nelle diverse stagioni.

Sergi Girardin
(Sergio Maria Gilardino)

Nell’immagine: l’incipit “T”, Sacramentarium Episcopi Warmundi (Sacramentario del Vescovo Warmondo di Ivrea): fine secolo X, Ivrea, Biblioteca Capitolare, Ms 31 LXXXVI). Priuli Verlucca,1990, copia posseduta a Biella dal Comm. Mario Coda.

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