Natale dei Sardi, tesoro universale nella poesia di Nicola Loi

Isili, nuraghe Is Paras

Tra i tesori custoditi nell’immenso scrigno dell’emisfero boreale, il Natale è una delle perle più preziose. Giunto fino a noi attraverso la nuova Fede, conserva bagliori e riflessi che rimandano ad origini arcaiche e profonde, velate di dolcezza e tenerezza – davanti alla grande paura del buio, col sole che sembra spegnersi; davanti al pericolo che incombe, la salvezza è nella solidarietà. Forse anche per questo nel Natale trova ampio spazio l’amore per il prossimo ciclicamente sigillato da buoni proponimenti. Tempo che finisce e che si rinnova, associato al ciclo del sole che muore e rinasce, come il Bambinello puntualmente risorto col formarsi della luna piena e feconda di Pasqua: al pari del quotidiano risorgere.
Ancestrali riverberi che ritroviamo nella poesia che Nicola Loi di Ortueri (Nuoro) ha inviato per il laboratorio Linguistico “Eja emmo sì, là dove il sì suona, s’eja, s’emmo cantant”; incontri mensili transoceanici, che mettono in collegamento il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella e il Circulo Sardo “Antonio Segni” di La Plata (Argentina).
Con i suoi versi – nella traduzione di Grazia Saiu – il Poeta invita ogni “carrale”, ogni “fratello”, a tenersi per mano, “a manu tenta”, affinché “no siat solu una promissa”, “non sia solo una promessa” e che, nel santo giorno di Natale, “Siat s’amistade tunda che aneddu / sia amicizia [piena], rotonda come l’anello”, la sola a regnare.
Attraverso la specificità dello strumento linguistico di sa Limba sarda – prima lingua storica, la seconda lingua parlata in Italia – gli auguri di Su Nuraghe di Biella, condivisi ed estesi alle altre specificità non solo linguistiche, che fanno ricca e grande l’Italia di oggi insieme alla nuova Europa di cui Isole e Penisola sono parte fondante.

Simmaco Cabiddu


Pasca ‘e Nadale

Chi siat unu Nadale chena sonos,
De tronos de sas bombas e cannones.
S’umanidade boghet sabios bonos,
Chi ponzant paris tota sas persones.

Cudda peraula chi nos narat frades,
No devet esser’ betada a su ‘entu.
No pius ratzas e ne calidades,
Bi siat su pane cun-dogni alimentu.

Amus boladu in sos pianetas,
Amus sulcadu mares e oceànos.
Mai amus bidu sas eras chietas,
Semper in gherra semus sos umanos.

Ma pro sa die santa de Nadale,
Devimus aer’ custa ‘idea fissa.
A manu tenta cun-dogni carrale,
Ma chi no siat solu una promissa.

Tue chi as negadu su faeddu,
Ca in altu ti pares in rejone.
Solu su tou iscurta de cherveddu,
No andes a inghiriu che matzone.

Ammentade in custa die santa,
Siat s’amistade tunda che aneddu.
In custa terra unida totacanta,
Est a sighire cuddu bonu isteddu.

Chi siat bon’aùra custa naschida,
Assumancu cun lughe de ispera.
Ca est che una cussorza male paschida,
Solu venditas de dogni manera.

Bonas Pascas cumpridas in su coro,
Chi bene intendant cuddos meres mannos.
E sa lughe de paghe in domo issoro,
Fetat lenire totue sos dannos.

Bonu Nadale, cola amigu meu,
Cun s’animu serenu amiga mia.
E gai siat totu s’annu intreu,
Bene e salude istrinare cheria.

Nicola Loi, su 17 de Nadale 2021

Natale

Che sia un Natale senza rumori,
di tuoni di bombe e cannoni.
L’umanità abbia dei saggi buoni,
Che ritengano uguali tutte le persone.

La parola che ci dice fratelli,
Non deve essere gettata al vento.
Mai più né razze né diversità,
Ci sia pane con ogni alimento.

Abbiamo volato tra i pianeti,
Abbiamo solcato mari e oceani.
Mai ci sono stati tempi tranquilli,
Sempre in guerra siamo noi umani.

Ma per il santo giorno di Natale,
Dobbiamo avere questo proponimento:
Teniamoci per mano con ogni fratello,
Ma che non sia solo una promessa.

Tu che hai negato il saluto,
Perché dall’alto ritieni di avere ragione.
Solo il tuo ascolta di cervello,
Non vagare come una volpe.

Ricordate in questo santo giorno,
Sia l’amicizia tonda come un anello.
In questa terra unita finalmente,
Si segua quella buona stella.

Sia buon augurio questa nascita,
Almeno con una luce di speranza.
Non come un terreno mal coltivato,
solo vendette di ogni tipo.

Buon Natale di tutto cuore,
Che ben capiscano questi grandi della terra.
E la luce della pace a casa loro,
Possa lenire ovunque i danni.

Passa un buon Natale, amico mio,
Con l’animo sereno amica mia.
E così sia tutto l’anno intero,
Bene e salute vorrei donare.

Nicola Loi, 17 dicembre 2021


Nell’immagine: Isili (Cagliari), Nuraghe “Is Paras” innevato. Sardegna, museo a cielo aperto, i nuraghi candidati a diventare patrimonio UNESCO (foto di Fabrizio Roberto Schirru).

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