Na paròla piemontèisa al mèis: “V” come “Versa”

descrizioneOmaggio dei Sardi dell’Altrove alla terra di accoglienza, “omagià daj Sardagneuj fòra ’d Finagi”.

Per quanto riguarda le intemperie le parole piemontesi abbondano. Eccone alcune :

burian-a è la burrasca, parola usata anche figurativamente: a ventrà speté ch’a passa la burian-a = bisognerà aspettare che passi la burrasca  

desverseri è una tempesta con venti fortissimi, un ciclone

oragi è la parola per temporale, tempesta, uragano, utilizzata da Gianrenzo Clivio per comporre un bellissimo distico: parèj ëd na lòsna an fior che ant l’oragi pì nèir a foata lë scur ch’a la travond = come un fulmine in fiore che nel temporale più nero fustiga l’oscurità che la trangugia

orissi è ancora un’altra parola per uragano, tempesta, come nei bei versi di Tavo Burat: i resto tut solengh an ardrissanda la tëggia che j’orissi a l’han dësblame = resto tutto solo riparando la capanna che gli uragani m’hanno disfatta

ramà equivale a un rovescio improvviso e brevissimo di pioggia

slavass è anch’essa una parola per un rovescio improvviso, ma più lungo e più intenso che in ramà

stravent è un forte vento foriero di pioggia, vento da burrasca

versa è un rovescio di pioggia improvviso e forte

Tutte queste parole sono state tratte dai versi di poeti contemporanei. È un vero peccato che lo spazio di questa rubrica, che già generosamente ci permette di condividere ben più di “una parola al mese”, non ci consenta di pubblicare anche le poesie da cui sono state tratte.

Sergi Girardin (Sergio Maria Gilardino)

Nell’immagine: pagina con incipit “V”, Sacramentarium Episcopi Warmundi (Sacramentario del Vescovo Warmondo di Ivrea): fine secolo X, Ivrea, Biblioteca Capitolare, Ms 31 LXXXVI). Priuli Verlucca,1990, copia posseduta a Biella dal Comm. Mario Coda

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