
L’impegno straordinario degli studenti biellesi per preservare la spiaggia rosa si infrange contro l’inerzia e l’inefficienza dell’Ente Parco della Maddalena. A dieci anni dall’avvio della campagna “Non si sbudelli l’Italia”, restano solo promesse disattese e amarezza.
Nel febbraio 2025 ricorrevano dieci anni dall’avvio di un’esperienza di cittadinanza attiva che ha commosso e ispirato l’Italia intera. Tutto era nato quando venti ragazzi della classe 2ª B di Mosso, piccolo comune montano del Biellese, decisero di non restare indifferenti di fronte al destino incerto dell’Isola di Budelli, gioiello dell’arcipelago della Maddalena, custode della celebre “spiaggia rosa”. Un lembo di terra di straordinaria bellezza, dove la sabbia assume tonalità rosate grazie ai frammenti di un microrganismo, la Miniacina miniacea, che abita le praterie di posidonia e i cui gusci vengono trascinati a riva dalle correnti marine.
L’utopia possibile dei giovani biellesi
Era il marzo del 2016 quando il governo annunciò lo stanziamento di tre milioni di Euro necessari per acquisire l’Isola, sottraendola al magnate neozelandese Michael Harte, che aveva dovuto rinunciare al suo progetto, scoraggiato dai vincoli ambientali. Una notizia che il professor Giuseppe Paschetto, allora insegnante di matematica nella classe 2ª B di Mosso, accolse con sentimenti contrastanti: sollievo per il mantenimento della proprietà pubblica, ma anche profonda preoccupazione per l’affidabilità dell’Ente Parco nazionale dell’arcipelago della Maddalena.
L’intuizione si sarebbe rivelata tristemente profetica.
Appena pochi giorni prima, l’11 marzo 2016, quegli stessi giovani studenti avevano lanciato una straordinaria campagna di crowdfunding (raccolta di fondi), battezzata suggestivamente “Non si sbudelli l’Italia”. L’obiettivo, ambizioso, era quello di raccogliere i fondi necessari all’acquisto dell’Isola. Le offerte arrivarono a pioggia non soltanto dall’Italia, ma da numerosi Paesi nel mondo. Massimo Giletti, da subito prezioso testimonial dell’iniziativa, era pronto a organizzare una partita del cuore per contribuire alla raccolta fondi.
“Resto convinto che ce l’avremmo fatta e che avremmo acquisito l’isola come scuola e come WWF Italia, trasformandola in un’oasi WWF e in un centro di educazione ambientale nel cuore del Mediterraneo”, afferma amareggiato il professor Paschetto. “E invece…”
Le webcam fantasma e le promesse tradite
Nel 2021, sembrava finalmente giunto il momento di dare forma concreta all’impegno di quei giovani che, nel frattempo, avevano completato le scuole superiori. Le webcam di videosorveglianza destinate alla spiaggia rosa sarebbero state acquistate dal WWF utilizzando i fondi raccolti durante la campagna e posizionate dal Parco, saranno invece dirottate alla oasi WWF di Scivu sulla costa occidentale. Presso la dimora del custode, Mauro Morandi – l’eremita della spiaggia rosa, scomparso un anno fa dopo aver trascorso trentadue anni in splendida solitudine a proteggere quel paradiso – era inoltre pronta per l’installazione di una targa commemorativa con i nomi di tutti i sottoscrittori.
Nel 2022, le telecamere vennero effettivamente installate e collaudate. La conferenza stampa era stata indetta, così come era stato spedito l’invito all’inaugurazione ai protagonisti di quella memorabile avventura. Poi, inspiegabilmente, tutto si bloccò. Riprese il valzer di presidenti, direttori e commissari che ha caratterizzato la travagliata gestione dell’Ente Parco.
“Tenevo i contatti con Antonio Canu, responsabile WWF per le oasi della Sardegna, che seguiva da vicino la vicenda”, prosegue sconsolato e furente Giuseppe Paschetto. “Oggi, purtroppo! mi è arrivata una lettera che mette definitivamente fine alle speranze di vedere le webcam attive sulla spiaggia rosa. E chissà dove è finita anche la nostra targa commemorativa.”
La lettera che certifica il fallimento
La missiva, inviata dal delegato WWF per la Sardegna, Antonio Canu, al presidente dell’Ente Parco costituisce un atto d’accusa tanto garbato nella forma quanto implacabile nella sostanza. Datata 5 novembre 2025, la comunicazione ripercorre l’odissea delle telecamere: acquistate dal WWF con i fondi raccolti dagli studenti, posizionate nel 2022 con il supporto dell’Ente Parco stesso, che ne aveva sottolineato l’importanza attraverso un comunicato stampa dell’11 agosto di quell’anno.
Dopo alcune settimane di regolare funzionamento, il direttore subentrato fece presente che l’apparecchiatura non rispettava le normative, contrariamente a quanto avvenuto in numerosi parchi naturali dove sistemi analoghi operano senza problemi. L’assicurazione che la situazione si sarebbe sanata nel giro di pochi mesi si è rivelata un’illusione: sono trascorsi più di tre anni e le telecamere giacciono spente e inutilizzate presso una struttura del parco.
Gli studenti, oggi universitari o professionisti, attendono ancora il coronamento di una storia che si è dimostrata più grande del loro entusiasmo. La richiesta finale di Canu – che in occasione del decennale della campagna si possa ricordare quel gesto iniziale e coinvolgere i ragazzi e la scuola nell’inaugurazione del nuovo progetto articolato di videosorveglianza annunciato dalla stampa – è rimasta, per l’ennesima volta, senza risposta. Persino il quotidiano regionale a cui era stata inviata copia della lettera non ha ritenuto di darne notizia.
Un riconoscimento ai massimi livelli tradito dalla politica locale
L’esperienza di “Non si sbudelli l’Italia” resta comunque una straordinaria testimonianza di cittadinanza attiva per quella classe 2ª B che l’ha realizzata. Un’esperienza il cui valore è stato riconosciuto ai massimi livelli istituzionali. Nel marzo 2018, il professor Paschetto, insieme alla dirigente Patrizia De Fabiani, si recò al Quirinale, dove la rappresentante di classe, Eleonora Cavagna, ricevette dalle mani del Presidente della Repubblica il titolo di Alfiere della Repubblica.
La campagna in difesa dell’isola rosa trovò eco anche tra i Sardi emigrati nel Biellese, che portano nel cuore un pezzo della loro terra d’origine. Nel 2016, il palco della festa sarda di Biella divenne tribuna per la causa, testimoniando come la battaglia per Budelli unisse generazioni e terre lontane. In questa occasione, il cantautore e amministratore di Su Nuraghe, Massimo Zaccheddu, compose “Passeggiando per Budelli”, canzone dedicata all’Isola rosa, che divenne colonna sonora della campagna di mobilitazione, accompagnando i momenti più intensi di quella straordinaria esperienza. A testimonianza di questo legame profondo, al termine della campagna stessa, il plastico che illustra l’Isola rosa venne accolto nel “Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli” di Pettinengo – unico bene extraterritoriale della Regione Autonoma della Sardegna -, dove ancora oggi racconta quella straordinaria mobilitazione.
“Non è stata certamente all’altezza la politica sarda, che ha deluso profondamente le aspettative di venti ragazzini biellesi, che ci avevano messo il cuore, e la comunità isolana che vive all’ombra del Mucrone”, denuncia con fermezza Paschetto.
La vicenda mette in luce un contrasto stridente: da un lato, giovani cittadini che dimostrano senso civico, competenza organizzativa e amore per il patrimonio naturale; dall’altro, istituzioni che si rivelano incapaci di dare seguito concreto a progetti già finanziati, compromettendo la tutela di uno dei tesori naturalistici più preziosi del Mediterraneo.
L’eredità di Mauro Morandi e il futuro negato
La scomparsa di Mauro Morandi, avvenuta nel gennaio 2025 all’età di ottantacinque anni, aggiunge un ulteriore elemento di malinconia a questa storia. L’ex insegnante di educazione fisica modenese che, nel 1989, aveva scelto di fermarsi a Budelli durante un viaggio in barca con gli amici, diventandone custode per trentadue anni, aveva incarnato lo spirito di dedizione che i ragazzi di Mosso avevano cercato di onorare con la loro iniziativa.
Sfrattato nel 2021 dall’Ente Parco con la motivazione della necessità di bonificare l’area e mettere in sicurezza la struttura, Morandi aveva trascorso gli ultimi anni della sua vita lontano dall’Isola che aveva protetto come fosse parte di sé. La targa che avrebbe dovuto celebrare l’impegno degli studenti biellesi avrebbe trovato collocazione proprio nei pressi della dimora di questo moderno Robinson Crusoe, creando un ponte ideale tra generazioni diverse unite dall’amore per Budelli.
Oggi quella targa, come le telecamere, è scomparsa nel vortice dell’inefficienza burocratica.
L’Isola rosa merita di più
L’Isola di Budelli si trova nell’area più incontaminata del Parco Nazionale dell’arcipelago della Maddalena, vicino alle Bocche di Bonifacio, nell’estremo Nord della Sardegna. La sua spiaggia rosa, situata precisamente a Cala di Roto sul versante Sud-orientale, rappresenta una meraviglia unica al mondo, posta sotto tutela integrale dal 1998 con divieto di sbarco, balneazione e ancoraggio per preservarne l’ecosistema fragile.
A dieci anni dall’avvio di “Non si sbudelli l’Italia”, il bilancio è amaro. L’entusiasmo e l’impegno di venti adolescenti biellesi, sostenuti da migliaia di cittadini in tutto il mondo, si sono infranti contro un sistema incapace di dare continuità ai progetti, di rispettare gli impegni assunti, di valorizzare lo slancio civico delle nuove generazioni.
Le telecamere di videosorveglianza giacciono inutilizzate, la targa commemorativa è sparita, le promesse sono state dimenticate. Resta l’amarezza di chi ha creduto che fosse possibile cambiare le cose, amarezza condivisa anche dalla comunità sarda che fa capo al Circolo Su Nuraghe di Biella. La vicenda ha già trovato eco nella stampa continentale, amplificando lo sdegno per l’ennesimo fallimento istituzionale, sperando, almeno, nella sensibilità della stampa regionale.
Il Consiglio Direttivo del Circolo Culturale Sardo di Biella, in forma di supplica, ma, insieme, di accorata protesta, invita le massime autorità regionali a porre rimedio a questo nuovo scempio a danno della terra che devono difendere, per non tradire i giovani di Mosso che, appoggiati anche dai Sardi dell’Altrove, hanno dimostrato che un’altra Italia è possibile.
Dimostrino ora le istituzioni sarde di essere degne di quella lezione di civiltà.
Battista Saiu
Nelle immagini, Il Presidente della Repubblica durante la cerimonia di consegna del titolo di “Alfieri della Repubblica” agli allievi di Mosso, con la nomina della rappresentante di classe Eleonora Cavagna. I ragazzi della classe 2ª B di Mosso sul palco della festa sarda di Biella con il cantautore Massimo Zacchedu. Giovani e insegnanti ritratti davanti alla sede del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo durante la consegna del plastico di Budelli


