Pane benedetto per la festa di Sant’Eusebio da Cagliari a Lessona

Lessona, festa di sant'Eusebio da Cagliari

L’oratorio di sant’Eusebio da Cagliari che sorge a Lessona, nell’antico cantone Barazia, oggi noto come canton Mozzetto, ha accolto i fedeli per l’annuale festa rionale del patrono. Al sardo Eusebio, primo vescovo di Vercelli, eletto patrono del Piemonte da san Giovanni XXIII (1963), hanno fatto riferimento il parroco di Lessona, don Renzo Diaceri, e mons. Salvatore Pompedda, da Pattada (Sassari), collegiale di Oropa. Durante il panegirico sono state evidenziate vita e vicissitudini di sant’Eusebio, condannato all’esilio e mandato a Scitopoli, in Palestina; trasferito prima in Cappadocia, poi nella Tebaide egiziana. Con la Morte dell’imperatore Costanzo, salito al trono Giuliano l’apostata, il santo vescovo ha potuto far rientro in Piemonte attraverso l’Illirico – antica provincia romana corrispondente alla penisola balcanica che si affaccia sul mare Adriatico – predicando e convertendo alla fede di Cristo risorto.Continua a leggere →

Il vestito nero della festa di spose sarde e della Bürsch al museo di Pettinengo

Museo delle Migrazioni, abito da sposa di Oliena

Un oggetto presente nel Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo che sempre colpisce i visitatori è il costume sardo di Oliena, donato dalla Famiglia Medde. Tipico abito della festa, veniva indossato dalla sposa il giorno del matrimonio. Nel mondo della tradizione isolana e in quella alpina, il vestito nuziale di colore nero, rimanda alla luna nuova: nera, vergine e madre ad un tempo. Tingere di nero il tessuto era difficile, per di più soggetto a scolorire in fretta se indossato sovente; di conseguenza era il cromatismo della festa, indossato la domenica e in occasioni speciali, come nel matrimonio. Nella sua eccezionalità, il nero indicava il tempo straordinario come quello del rito di passaggio nella prospettiva di formare una nuova famiglia.Continua a leggere →

Una parola sarda al mese: T come TZURPOS

incipit T, in Giampaolo Mele, Die ac NocteRadici e semantica delle parole sarde, rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico di storia e di cultura sarda a Biella

THURPOS, tzurpos. Sono le famose maschere del Carnevale di Orotelli, totalmente nere, vestite con pastrano nero tessuto con lana di capra nera, incappucciati di nero, col viso nero di carbone. Gli unici termini da me trovati sono il babilonese ṭurpu ‘rimozione forzata, sequestro, confisca’ e bab. ṭupru ‘zoccolo (di bestia)’. Poiché il passo dei Thurpos (Tzurpos) è simile a quello dei Mammutthònes, una coppia in cui il primo thurpu imita l’animale che scappa mentre l’altro thurpu lo insegue e lo prende al laccio, è evidente l’origine dal bab. (ṭurpu: ‘sequestrare’).
Ma a ben vedere qui abbiamo anche un concorrere di altre forme e significati che tendono a fondersi. Perché c’è pure il bab. šurpu(m) ‘burning, incineration (of wood); firewood, combustible’, ossia ‘bruciatura, incinerazione di legna; legna da ardere, combustibile’. È esattamente la figura che appare nel travestimento del thurpu: che è un ‘tizzone’ vagante.Continua a leggere →

Migrazione di vegetali, funghi di Piemonte e di Sardegna

Boletus erythropus Pers.

“Migrazione di vegetali e di animali” è il tema che accomuna molte attività programmate dal Circolo Culturale Sardo di Biella, alcune dedicate attraverso “Su Calendariu 2018” a funghi di Piemonte e di Sardegna. Lo strumento di misura del tempo realizzato da Su Nuraghe si avvale della collaborazione scientifica del micologo Renato Tizzoni, di Robin Cara e dell’appassionato contributo di Lucio Bordignon, arricchito dagli scatti fotografici di Ettore Diana e di Andrea Virla, unitamente a quelli realizzati da Renato Tizzoni, Robin Cara e dallo stesso Lucio Bordignon. Ogni mese una corposa didascalia correda le singole immagini.
Il mese di luglio, appena trascorso è dedicato al Boletus erythropus Pers., corredato dal nome popolare italiano (porcino rosso, boleto piede rosso) e da quello nella parlata piemontese dove il Boletus erythropus è detto: “fré, frant”.Continua a leggere →

Sant’Albano Stura invia a Biella pietra per Nuraghe Chervu

Giorgio Bozzano e Gianluca Capellino ritratti con la pietra del loro Comune inviata a Biella

Da diverse località della provincia “Granda” stanno arrivando a Biella pietre di riuso con inciso il nome del Comune e il numero dei Caduti durante il Primo conflitto mondiale, rispondendo all’appello del prefetto di Biella, Annunziata Gallo, che ha esteso l’invito nelle regioni Piemonte e Sardegna attraverso le locali autorità di governo.
Giorgio Bozzano e Gianluca Capellino, sindaco e assessore di Sant’Albano Stura si sono messi in contatto con gli uffici “Parchi e giardini”, che fanno capo all’assessore Valeria Varnero, per comunicare l’adesione al progetto del Comune di Biella che ha accolto la proposta del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” per il completamento dell’area monumentale di “Nuraghe Chervu” con pietre provenienti da diverse regioni d’Italia.Continua a leggere →