Radici e semantica delle parole sarde, rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico, di storia e di cultura sarda a Biella
PÁPEROS (donnos páperos) nel Medioevo sardo sono i ‘vassalli’ del giudice o i ‘membri della famiglia reale’, o genericamente il ‘patrimonio della corona’ (li troviamo citati nel Codice di San Pietro di Sorres: 25, 34, 37, 38, 43, 65, 297, 300, 303, 304, 305, 342); una volta si legge pauperos. Una sola volta occorre in un documento cagliaritano del 1119 (CDS I, p. 198b) in forma latina: servos de pauperum. La parola s’incontra solo in documenti del sec. XI o dei primi del XII (Bonazzi, ed. CSP, p. 156). I donnos paperos ricordati dal CSP 34 sono precisamente i monaci di S. Pietro (pag. 58 dell’estratto). D’altronde la voce pauperes indica in numerosi documenti esattamente i poveri ed i degenti (CDS, p. 226b, anno 1164): ad sustentationem pauperum; ibd p. 244a (sec. XII): sa eclethia paupera; p. 251a, 252b (anno 1182): ab alimentis istorum pauperum (Solmi, Cost., p. 47, n. 4). (Tutto quanto precede è stato scritto dal Wagner, e il lettore attento si sarà già accorto della confusione da lui prodotta nell’intera questione).Continua a leggere →