Donne sole che partono: sarde, venete e biellesi

 baule con la biancheria e le masserizie essenziali che accompagnava le mondine in arrivo nelle risaie biellesi

Tra i primi appuntamenti dell’estate in Valle Elvo, incontro a Graglia lunedì 3 luglio, alle ore 21, in via Canale, 3: conversazione con Battista Saiu per parlare di “quando Biellesi, Sardi e Veneti emigravano”. Ai piedi delle Alpi, la storia dell’emigrazione si intreccia con le tante storie di donne e di uomini; “andare e venire”, varcando mari e monti in cerca di una terra promessa, allora come ancora oggi da altre parti del mondo.
Durante la serata verranno presentati allestimenti del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli recentemente inaugurato a Pettinengo, con al centro figure femminili (mondine, caterinette, sartine ed operaie), portando la loro testimonianza attraverso la ricerca di Rosa Corbelletto Usai e le storie raccolte da Maurizia Palestro tra le immigrate venete nel Biellese e oggetti simbolo: il baule con la biancheria e le masserizie essenziali che accompagnava le mondine in arrivo nelle risaie biellesi e vercellesi; costrette a dormire per terra, nel loro viaggio portavano il cuscino su cui posare il capo. Curioso, il tagliere da polenta che la signora “Dina”, Pasqua Dina Menegon, ha realizzato con rimando alla polenta, pane per antonomasia per Veneti e popolazioni alpine, trasformandolo con l’aggiunta di falce, martello e crocefisso in vero e proprio oggetto-totemico che ne racchiude radici e storia personale, inscrivendole nel contesto più ampio della storia di un’intera generazione. “Entrambi mi hanno aiutato, ma tutti e due mi hanno fatto soffrire” affermava Dina, spiegando l’inconsueto accostamento dei due simboli, lei partigiana e credente che da sola ha allevato il figlio frutto del suo amore.Continua a leggere →

Quando Biellesi, Sardi e Veneti emigravano, conferenza a Graglia

Hortus Otii, conferenza di Battista Saiu

Lunedì 3 luglio 2017, Graglia, ore 21, in via Canale, 3 – XVII edizione di “Vita d’Artista” nella “Ca’ di Celeste e di Rosa” – conversazione con Battista Saiu, “Quando Biellesi, Sardi e Veneti emigravano” – proiezione di immagini – rinfresco – ingresso libero

Con l’arrivo dell’estate, i paesi delle montagna biellese si rianimano grazie agli emigrati che ritornano nei luoghi di origine aprendo le loro vecchie abitazioni intatte di arredi e di ricordi.
A Graglia, da anni, particolari serate a tema si svolgono nella suggestiva cornice di una tipica casa a corte, conosciuta come “Ca’ di Celeste e di Rosa”, caratteristica dell’architettura biellese, messa a disposizione da Giuseppe Alfredo Campra, psicoterapeuta originario della Valle Elvo, residente a Torino, presidente dell’Università della Terza Età.
Anche quest’anno, sotto l’insegna di “Hortus Otii”, nell’abitazione di via del Canale, 3, si tiene la XVII edizione di “Vita d’Artista”, alla quale sono invitati sindaci e parroci, in servizio ed emeriti, musicisti, agronomi, biologi, architetti, ingegneri, avvocati, prestigiatori, antropologi e studiosi del folclore locale, alla scoperta di saperi dotti e tradizionali: originali serate in famiglia, come antiche veglie nei cortili di casa, che si concludono con generosi rinfreschi.Continua a leggere →

Pizza a Su Nuraghe, serata in amicizia pensando all’Isola madre

Volontari di Su Nuraghe

Sabato 1° luglio, dalle ore 19.30, pizza al Circolo per salutarci prima della chiusura estiva di Su Nuraghe. Appuntamento atteso che si rinnova per trascorrere una serata serena in amicizia. In una società dove il “non” mangiare supera il bisogno del mangiare, sedersi a tavola continua ad essere importante momento di condivisione. L’occasione viene data da soci che prestano il generoso servizio volontario, con l’abile guida di Pasqualino Senes, pizzaiolo professionista, gestore per anni a Ponderano del “Pulcinella”, l’attuale pizzeria “Mangiafuoco”.
Nelle cucine di Su Nuraghe, il grande forno a cupola costruito alla sarda tanti anni fa da zio Agostino Angotzi, verrà di nuovo acceso per la gioia di tutti.
Tante le cose da raccontare a tavola con al centro le mete da raggiungere durante le imminenti vacanze, prima fra tutte la Sardegna e i prezzi sempre più impossibili che le compagnie armatrici impongono tutto l’anno con insopportabili impennate nei mesi estivi, costringendo a dissanguanti salassi chi deve recarsi da parenti ed affetti lasciati al di là del mare.Continua a leggere →

Lane biellesi e orbace sardo

Biella, Circolo Su Nuraghe

Mese di Giugno. Su Calendariu 2017 è il messaggio, tangibile e visivo, attraverso il quale la Comunità dei Sardi di Biella vuole fornire il proprio contributo alla memoria quale elemento fondamentale per la consapevolezza nell’affrontare il presente e costruire il domani.

La lana ha rappresentato storicamente per l’Isola una fonte di ricchezza, frutto di allevamento tenace e pressoché millenario. Parallelamente il Biellese, pur presentando similari attività di pascolo da secoli, è diventato dal ‘700 patria della lavorazione laniera, artigianale prima ed industriale poi. In Sardegna, tra i prodotti tradizionalmente più noti della produzione tessile locale, l’orbace ha avuto un ruolo principe, in quanto ampiamente utilizzato fino in epoca recente per l’abbigliamento ed il corredo rude ma funzionale dei pastori: la lavorazione dell’orbace e delle altre tipiche stoffe isolane è avvenuto soprattutto grazie all’impegno di donne, riunite anche in piccole imprese familiari, produttrici di abiti maschili e femminili, coperte da letto coloratissime, tappeti da tavola, pizzi e tele. Tra le Alpi Biellesi l’orbace è rientrato nella produzione delle imprese locali, come testimonia la camicia rossa di Garibaldi conservata presso il Museo del Risorgimento di Torino, risultata lavorata alla Fabbrica della Ruota di Pray. In epoca fascista, l’orbace fu ampiamente utilizzato per la confezione delle divise, le “camicie nere”: tale produzione rivestiva un ruolo così strategico che il regime cercò di organizzarla in maniera ottimale, istituendo controlli di qualità particolari e razionalizzando le fasi della lavorazione. Ma in Sardegna la produzione tessile legata all’allevamento ovino ha continuato comunque a rivestire un ruolo determinante, oltre che per l’economia dell’Isola, per il mantenimento delle tradizioni.Continua a leggere →

Arte sarda nel Biellese, Francesco Ciusa e il suo tempo

Sabato 8 luglio, alle ore 21, a Pettinengo, in canton Gurgo, nell’oratorio di s. Grato e s. Eusebio, conversazione con Aldo Brigaglia – Arriverà da Sassari per illustrare la “Madre dell’Ucciso”, opera marmorea di Francesco Ciusa esposta a Pettinengo nelle sale del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli – Ingresso libero.

La Madre dell'Ucciso di Francesco CiusaAveva 24 anni, Francesco Ciusa, quando nel 1907 la giuria internazionale della Biennale di Venezia decretò il trionfo della “Madre dell’Ucciso”. Povero ma talentuoso, aveva ottenuto ragazzino dal Comune di Nuoro un sussidio per frequentare a Firenze l’Accademia di Belle Arti e ne era tornato con una solida preparazione tecnica. L’ispirazione artistica, quella gli veniva dalla precoce esperienza di vita barbaricina. Ne è prova proprio la Madre, i cui dettagli anatomici e le cui forme classicheggianti trasferiscono nella dimensione del mito e del simbolo la tragica realtà della società sarda.
Declinato l’invito a trasferirsi negli Stati Uniti, l’artista preferì tornare alla sua terra. Nuoro era a quel tempo l’Atene della Sardegna. Insieme al poeta Sebastiano Satta, alla scrittrice Grazia Deledda, al pittore Antonio Ballero, al musicista Priamo Gallisai e a tanti altri giovani nuoresi di talento, Francesco Ciusa contribuì a costruire quel rinnovato spirito di identità e di orgoglio “nazionale” che, nel sogno di scuotere la Sardegna dall’atavica costrizione sociale, sarebbe di lì a poco esploso nel rivendicazionismo e nel “sardismo”.
La sua opera si trasferirà col passare degli anni dalla grande statuaria alla ceramica, dal monumentale alla raffinatezza déco, sempre con una intensità espressiva che a ragione lo consacrano come il più grande artista sardo del Novecento.Continua a leggere →