Lingua sarda, Walser e Piemontese: l’Italia ratifichi la Carta europea

Simone Pisano, Matteo Rivoira e Marco Angster

Dalla comunità dei Sardi di “su disterru”, di coloro che vivono lontano, fuori dall’Isola, arriva un nuovo contributo per la tutela delle lingue materne, un’occasione per riflettere sulla situazione linguistica della penisola e della Sardegna è stata offerta ai partecipanti all’incontro “Il sardo e il walser: due lingue dalle radici forti” svoltosi a Gattinara venerdì 19 u.s.
Se infatti l’italiano è ormai consolidato negli usi ufficiali e civili dello stato, una serie di tradizioni linguistiche “altre” rende il panorama linguistico del Bel Paese tra i più complessi e variegati di Europa, anzi, possiamo dire con Tullio De Mauro, che una diversità linguistica così marcata non si ritrova che nel Caucaso o nel sub-continente indiano.
Il principio costituzionale in base al quale “La repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche” (cfr. art. 6 della Costituzione repubblicana) ha avuto attuazione solamente a partire dal 1999 con la LN 482 che, non senza ambiguità, ha colmato un vuoto istituzionale durato più di cinquant’anni.Continua a leggere →

È morto Ilio Burruni di Ghilarza

Ilio Burruni, autoritratto

L’amato Ilio Burruni si è spento ieri mattina, 20 febbraio 2016, all’età di 98 anni. Ne danno il triste annuncio la moglie Adele con i figli Rodolfo, Marco, nipoti e parenti tutti. Oggi, domenica 21 febbraio, a Bioglio, alle ore 18, ci sarà la recita del Santo Rosario nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta. I funerali avranno luogo a Bioglio, lunedì 22 febbraio, alle ore 10.45, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta. La cara salma proseguirà per il tempio crematorio di Mappano.
Nato a Ghilarza (Sardegna) nel 1917, Ilio è vissuto, a partire dagli otto anni, a Chieri (Torino) con la famiglia, dove inizia la sua formazione artistica. Dal 1927, per alcuni anni, è allievo del Barone Manno (avvocato e pittore di temi sacri); a Pavarolo conosce il celebre Felice Casorati e gli sottopone i primi oli. Ottenute le maturità Classica nel Liceo di Chieri e quella Artistica a Torino, si laurea in Giurisprudenza per compiacere la famiglia, ma segue contemporaneamente il corso della libera scuola del Nudo all’Accademia delle Belle Arti di Torino. Dopo il 1949 si dedica esclusivamente all’arte risiedendo ripetutamente in Sud America, in Francia e in Italia.Continua a leggere →

Osilo (Sassari) premia “La sacralità del Pane” e “Anime rubate”

panorama di Osilo

La cerimonia di premiazione si terrà ad Osilo, presso Monte granatico, Sabato 30 aprile 2016, ore 15.30 – faranno da cornice le opere degli artisti locali e alcuni banchetti espositivi da parte degli Editori che concorrono al Premio

Il Premio letterario Osilo 2015, nato dall’impegno dell’Associazione Culturale “Salotto Letterario”, giunto alla XI edizione, il 9 febbraio u.s., ha incoronato come Premio Selezione “Il libro dell’anno”: per la sezione saggistica, il testo “La sacralità del pane”, di Marisa Iamundo De Cumis, Ed. Delfino, mentre per la sezione narrativa, il riconoscimento è andato al romanzo “Anime rubate”, di Ottavio Olita, Ed. Città del Sole.
Nel complesso, i testi segnalati, pervenuti ed esaminati dalle 4 Giurie del Premio Osilo sono circa 60, con una discreta prevalenza dei testi della sezione saggistica.
Ha avuto accesso alla finale un congruo numero di testi per ciascuna sezione: 10 per la saggistica, 7 per la narrativa, tre per la poesia, tre per le arti figurative, tre per il giornalismo.Continua a leggere →

Maraviglias di Sardegna, merveilles della Valle d’Aosta

sas maraviglias

Sabato 20 febbraio 2016, alle ore 21, i saloni addobbati a festa della biblioteca di Su Nuraghe, in via Galileo Galilei, 11, si animeranno per il Carnevale degli adulti del Circolo dei Sardi di Biella.
Intanto, nell’angolo di Sardegna che sorge ai piedi delle Alpi continuano i preparativi. Nulla viene lasciato al caso. Quest’oggi di buon’ora sono stati messi a lievitare gli impasti per la preparazione dei dolci tipici del Carnevale isolano, iniziando dalle universali “bugie”, italianizzazione del ligure “böxie”, conosciute con questo nome sia nei paesi che si affacciano nella Riviera a Levante e a Ponente di Genova, sia in Piemonte, da Torino alle terre di Langa. Note come “risòle” nella Provincia Granda, mentre nella vicina Vercelli e fino alle porte di Novara, sono dette: “gale, gali”, quasi facenti eco ai “galani” veneti o alle bergamasche “galarane”, testimoni di antiche migrazioni. Quella veneta, risulta essere la comunità etnica più numerosa non solo nel Biellese. Oltre al cibo, lo stesso “Gipin” di Biella sarebbe la versione locale dell’antica maschera di Bergamo – città di confine della Serenissima dal XV secolo fino al Trattato di Campoformio del 1797, data che segna la fine della millenaria Repubblica marinara – giunta al seguito dei “bergamin”, addetti alle stalle biellesi, impiegati nei lavori più umili.Continua a leggere →

Donne del filet, artiste di ago e filo tra Sardegna e Piemonte

Biella, Donne del filet

Può capitare che, rovistando negli armadi di casa, capiti tra le mani un vecchio capo del corredo domestico, ereditato chissà da quale nonna. Da uno sguardo più attento si capisce subito che si tratta di un oggetto prezioso, fatto di ricami di fili intrecciati a formare fiori e ghirlande. Il tempo ha segnato il suo passaggio e il pizzo, sebbene splendido, necessita di qualche intervento di restauro.
Il fortunato approdo nelle mani delle Donne del filet si rivela un vero e proprio toccasana per riportare a nuova vita l’antico oggetto di valore non solo affettivo, che racconta frammenti di storie familiari.
Da anni, puntualmente, tutti i mercoledì le artiste dell’ago e del filo che fanno capo a Su Nuraghe si incontrano nelle accoglienti sale del Circolo Culturale Sardo di Biella per lavorare insieme, ma, anche e soprattutto, per incontrare le amiche, per mostrare i lavori fatti durante la settimana, per condividere idee e trovare soluzioni davanti a ricami particolarmente impegnativi, elaborando schemi, sfogliando riviste, valutando e chiedendo consigli sui diversi tipi di filati scelti per il nuovo lavoro, magari davanti a una fetta di dolce fatto in casa secondo ricette di una volta. Modi diversi ed articolati per tramandare gli antichi saperi di cui sempre più ci sentiamo e siamo depositarie per far sì che le tradizioni non si perdano, perché con esse perirebbe gran parte delle nostre radici.

Salvatorica Oppes

Nell’immagine: Biella, Donne del filet, analisi dell’oggetto prima del restauro