Piemonte e Sardegna, concerto a San Germano Vercellese

LocandinaVenerdì 12 settembre 2014, alle ore 20.30, nella chiesa parrocchiale di San Germano Vercellese, si terrà “Incontri canori sangermanesi 2014, memorial Moreno Nodari”, organizzato dal locale “Coro Airone” diretto dal M° Fabrizio Bragante. Ospite Massimo Zaccheddu, cantautore di Santhià, Sardo di seconda generazione, amministratore di Su Nuraghe, che proporrà “Ninniu”, “una dolce ninna nanna carica di poesia e armonia – confida Fabrizio Bragante – che Max aveva scritto e noi armonizzato per quattro voci e chitarra, che aveva avuto un grande successo dieci anni fa, al Salone del libro di Torino, quando lo presentammo insieme al Circolo Culturale Sardo di Biella“.
Invitato di eccezione alla rassegna musicale piemontese, il Coro di Iglesias (Carbonia), diretto da Paolo Autelitano e presieduto da Umberto Madau, che proporrà brani in lingua sarda popolari e inediti. Nato nel 2006, nel 2009 rappresenta la Sardegna al 3° Festival internazionale di canto popolare, esibendosi ad Ariccia e Castel Gandolfo. Riconosciuto dal Ministero per i Beni Culturali di “Interesse nazionale”, nel 2011ha partecipato al Festival internazionale di musica sacra di Cagliari, organizzato dal “Collegium karalitanum”; vasto il repertorio di canti della tradizione religiosa isolana.
Sarà un onore per noi del Coro Airone e per la nostra rassegna sangermanese ospitare il Coro di Iglesias che arriverà appositamente dalla Sardegna – afferma Bragante -. Piemonte e Sardegna sono molto legati da tradizione e storia; la musica, non fa eccezione, anzi. Grazie a Michela Rosetta, sindaco di San Germano e alla bellissima amicizia e collaborazione con Massimo Zaccheddu, passionale amante, come noi, delle tradizione della terra d’origine e alla collaborazione con le comunità sarde di Biella e di Vercelli, è stato possibile organizzare la serata il cui incasso sarà devoluto in beneficenza“.

Eulalia Galanu

Biellesi e Sardi, due secoli della Mazza civica (1814-2014)

Sindaco di Biella e mazza civicaDomenica 31 agosto 2014, alle ore 9.30, presso il Santuario Mariano Eusebiano Alpino di Santa Maria di Oropa, si è svolta l’annuale rievocazione della “chiusura dei cancelli” del sacro recinto, aperti a maggio con analogo rito.
Un gesto semplice ma ricco di significati che rimanda alla responsabilità che la Città di Biella ha sul Santuario, alla cui gestione partecipano la componente civile e religiosa, governato pariteticamente dai canonici di Santo Stefano e dal Consiglio comunale, vescovo e sindaco in primis.
Per l’occasione è stata inalberata la Mazza civica, la massima insegna del potere cittadino, portata e scortata dalla Guardia municipale in alta uniforme, a fianco del sindaco che con le antiche chiavi chiudeva il cancello principale e poi quello a monte, assistente il rettore canonico don Michele Berchi.
Da duecento anni, la maestosa insegna accompagna i Biellesi pellegrini ad Oropa, a fianco del primo cittadino. Venne eseguita nel 1814 in sostituzione di quella d’argento, donata, al pari di quella del Capitolo della Cattedrale, al Governo provvisorio piemontese costituitosi nel dicembre 1798.
Con la Restaurazione, il ritorno della monarchia e il rientro da Cagliari del Re di Sardegna, il Comune decise di dotarsi di una nuova Mazza di rappresentanza – questa volta in legno dorato – incaricando l’architetto e ingegnere Nicola Tarino di studiarne la foggia. Sulla sommità, formata da tre medaglioni riproducenti ciascuno la Madonna di Oropa, lo stemma del Regno di Sardegna e della Città di Biella, altrettante epigrafi: “Deipara Protegente; Rege Sardiniae Imperante; Bugellae Civitas Felix”, abbreviate in: DEIP. PROT. – REG. SAR. IM. – BUG. FX.
Se nella capitale sarda è rimasta sempre in uso la Mazza viceregia, simbolo regale dell’Isola, portata a cavallo dall’alternos durante la processione di Sant’Efisio, Biella, in alternativa al gonfalone della Città, forse la sola in Piemonte, può fregiarsi ancora dell’antica insegna d’onore del corpo decurionale, in uso già dal 1660, dopo la concessione delle Patenti ducali di infeudazione.

Simmaco Cabiddu

Comunità di Lessona e Sardi di Biella nel nome di sant’Eusebio

Lessona, volontari della cena di sant'Eusebio tra torte e portate
Lessona, volontari della cena di sant'Eusebio tra torte e portate.

Sabato sera, a Lessona, nell’area delle feste, presso il Palazzetto, si è svolta la cena di sant’Eusebio, ovvero della solidarietà, proposta dal gruppo dei volontari coordinati da Adriano Briasco. Il ricavato verrà utilizzato per i lavori al tetto della chiesa frazionale e per il locale oratorio.
Significativa la partecipazione, nonostante il giorno feriale e il sabato di pioggia torrenziale che non ha voluto dar tregua neanche durante la cena, con l’acqua che cercava di infiltrarsi tra i piedi dei commensali.
Il piacevole momento conviviale è stato preceduto dalla Santa liturgia celebrata il giorno prima nel seicentesco oratorio intitolato al sardo Eusebio, primo vescovo e patrono del Piemonte.
Nei reciproci ringraziamenti tra Lessonesi e Sardi, “il nostro sant’Eusebio”, a significare l’amore e l’attaccamento verso radici comuni orgogliosamente rivendicate da entrambe le Comunità.
All’appuntamento, con i frazionisti di Mozzetto Sant’Eusebio, parenti, amici, simpatizzanti e quanti volevano trascorrere momenti sereni in allegria, erano presenti il sindaco di Lessona, Clara Comoglio, il parroco, don Renzo Diaceri, la direttrice dell’Istituto Giovanni XXIII, Angelina Figoni, il presidente di Su Nuraghe, Battista Saiu e il presidente del Comitato del Carnevale, Paolo Pistoletto.
Tra i volontari: Tiziano e Antonella, Mario e Gabriella, Paolo e Claudia, Adriano e Luisella, Silvia, Paola e Barbara.Continua a leggere →

Muzzano, Ternengo e Vallemosso, nel nome del sardo Eusebio

Don Michelangelo Miranti e Battista Saiu con organizzatori e pubblico
Don Michelangelo Miranti e Battista Saiu con organizzatori e pubblico.

Domenica 2 agosto 2014 – Mercoledì scorso (30 agosto), in preparazione della festa di Sant’Eusebio (1 e 2 agosto), don Michelangelo Miranti, parroco di Muzzano, ha tenuto a Graglia una dotta conferenza “Sant’Eusebio Patrono del Piemonte e di Muzzano”, incontro inserito all’interno del XIV edizione di “Vita d’artista”, appuntamenti quotidiani estivi coordinati da Anna Lasiu, Patrizia Bartolomei, Michele Facenna ed Eralda Zuccoli. Una sorta di preparazione laica alla celebrazione della ricorrenza religiosa, seguendo e anticipando i tempi, com’è nella storia dei Salesiani di don Bosco a cui don Michelangelo appartiene.
Muzzano, Vallemosso e Ternengo sono tre parrocchie della Diocesi di Biella intitolate al Santo evangelizzatore del IV secolo. L’iconografia lo raffigura anziano, con barba incanutita e attributi vescovili. La chiesa di Pollone – differendo la data della memoria liturgica ad altro giorno di agosto – è dedicata a Sant’Eusebio prete: lo ricorda come giovane “lettore” con l’incarico di custodire e proteggere i testi sacri nella Roma delle persecuzioni.
Chiesette, oratori, cappelle e piloni votivi proteggono il vasto territorio piemontese affidatogli il 16 dicembre dell’anno 345. Diffusissima la toponomastica eusebiana. In molti affreschi Sant’Eusebio appare associato alla Madonna di Oropa ed altri santi, testimonianza iconica della ultramillenaria evangelizzazione nel nome di Maria “Madre di Dio”. Secondo forte e consolidata tradizione popolare, Crea, Oropa e la sua nativa Cagliari custodiscono le tre Madonne nere portate dall’Oriente. Religiosità dei semplici per indicare il culto mariano forte e vivo presente nelle terre che hanno sentito e accolto la sua voce e la sua ombra.

Simmaco Cabiddu

Festa a Lessona Mozzetto di sant’Eusebio “natione sardus”

Festa a Lessona Mozzetto di sant'Eusebio

Sabato 2 agosto 2014 – In questa strana estate, un sole raro, atteso e particolarmente caldo ha salutato la Festa di sant’Eusebio, con al centro il seicentesco oratorio della frazione Mozzetto di Lessona; addossato all’edificio sacro, una casa di civile abitazione con in facciata un coevo affresco della Madonna di Oropa. Dal sagrato, il vicolo Sant’Eusebio si addentra tra le case che incoronano la chiesa proteggendola, protetti dal Patrono che dà nome al villaggio, allargandosi al centro, con le abitazioni che si affacciano sulla centrale irregolare piazzetta.
Venerdì 1° agosto, alle ore 18.00, richiamati dalla campana, la celebrazione della santa Messa officiata dal parroco don Renzo Diaceri, resa più solenne da canti accompagnati dal M° Silvio Bono, direttore della cantoria parrocchiale.
Decorato da fiori bianchi e rossi, sull’altare una sontuosa tovaglia ricamata ad intaglio e per terra un bel tappeto sardo filato e tessuto a mano al telaio, il tempio è dominato dalla Vergine nera e dalla statua a grandezza naturale del pio Eusebio. Evidenti richiami a due tratti distintivi del Santo evangelizzatore del IV secolo “natione sardus”, nato a Cagliari, come testimoniano gli antichi documenti e introduttore del culto mariano sui nostri monti, come ricordato il celebrante durante il panegirico. Attraverso la lettura della lettera inviata da Eusebio dall’esilio di Scitopoli, il parroco ha sottolineato la tenerezza verso il gregge privato del Pastore e il saluto a quanti erano ancora pagani. “Il mondo lo guardava per imitarlo”, ricorda Sant’Ambrogio di Milano, allora come oggi, anticipando di diciassette secoli i gesti e le parole del nostro amato papa Francesco.Continua a leggere →