
Biella e Sardegna si incontrano attraverso il gusto. I dolci della tradizione sarda sono approdati alla pasticceria Brusa di Biella. Un vasto assortimento di dolci sardi, tericas, sospiros, papassinos, è presente nello spaccio aziendale di via Nazionale, 3, vicino a Nuraghe Chervu.
Uno scambio di sapori, “canestrelli di Biella” prodotti da Brusa esportati in Sardegna per far conoscere ai Sardi specialità continentali e dolci sardi a Biella: per questo Natale, nella città della lana, grazie alla pasticceria Brusa si possono trovare entrambe le specialità.
I Brusa sono una famiglia di imprenditori specializzati nell’arte della panificazione, noti e stimati anche fuori dai confini locali per l’accuratezza con cui sfornano cibi della tradizione riproponendo e tramandando antiche ricette alpine.
Biellesi e Sardi ad un tempo: gli attuali proprietari sono figli, da parte di madre, dei Cuccuru di Pozzomaggiore (Sassari), Sardi di terza generazione, perfettamente integrati nella nuova patria, con legami con l’Isola da cui arrivarono i nonni.
In occasione del Natale 2014 hanno deciso di arricchire la gamma delle loro offerte, donando ai Biellesi la possibilità di gustare altri prodotti di pasticceria, inserendo un nuovo assortimento di dolci della “Pasticceria sarda” di Ittiri (Sassari).
Salvatorica Oppes

Lunedì 8 dicembre, dalle ore 19, presso il Centro sportivo “Vittorio Pozzo” di Ponderano, si disputerà una quadrangolare di calcio tra Su Nuraghe Calcio Biella di Giovanni Mocci e Pietro Lecca, la squadra di 16enni di Efisio Addis, capitanata da Andrea Mocci e altre due formazioni composte da giovani che dagli spalti seguono il campionato di calcio a 7 promosso dal Comitato di Biella dell’A.C.S.I (Associazione Centri Sportivi Italiani).
Dopo aver celebrato l’Eucaristia, sacramento della morte-risurrezione del Signore, è giunto il momento di rivolgere al nostro fratello Salvatore il nostro saluto, il nostro addio. Nell’uso consueto diciamo “addio” quando non vediamo alcuna possibilità di incontrare ancora una persona. Ma questa parola racchiude in sé un significato diverso: “a Dio”; e poiché Dio non è Dio dei morti ma dei viventi, questo saluto rimanda ad un incontro che non avverrà in questa condizione terrena, mortale, ma in Dio, nella vita beata e immortale che Dio prepara per noi. Nutriamo allora la speranza che questa nostra assemblea che ora scioglieremo, nella tristezza del distacco, la ricomporremo nella gioia della risurrezione.