Specialità biellesi e dolci sardi alla Pasticceria Brusa di Biella

Michela
Michela Brusa Cuccuru mostra i dolci sardi fatti arrivare per i Biellesi.

Biella e Sardegna si incontrano attraverso il gusto. I dolci della tradizione sarda sono approdati alla pasticceria Brusa di Biella. Un vasto assortimento di dolci sardi, tericas, sospiros, papassinos, è presente nello spaccio aziendale di via Nazionale, 3, vicino a Nuraghe Chervu.
Uno scambio di sapori, “canestrelli di Biella” prodotti da Brusa esportati in Sardegna per far conoscere ai Sardi specialità continentali e dolci sardi a Biella: per questo Natale, nella città della lana, grazie alla pasticceria Brusa si possono trovare entrambe le specialità.
I Brusa sono una famiglia di imprenditori specializzati nell’arte della panificazione, noti e stimati anche fuori dai confini locali per l’accuratezza con cui sfornano cibi della tradizione riproponendo e tramandando antiche ricette alpine.
Biellesi e Sardi ad un tempo: gli attuali proprietari sono figli, da parte di madre, dei Cuccuru di Pozzomaggiore (Sassari), Sardi di terza generazione, perfettamente integrati nella nuova patria, con legami con l’Isola da cui arrivarono i nonni.
In occasione del Natale 2014 hanno deciso di arricchire la gamma delle loro offerte, donando ai Biellesi la possibilità di gustare altri prodotti di pasticceria, inserendo un nuovo assortimento di dolci della “Pasticceria sarda” di Ittiri (Sassari).

Salvatorica Oppes

Quadrangolare giovani promossa da Su Nuraghe Calcio Biella

Su Nuraghe Calcio BiellaLunedì 8 dicembre, dalle ore 19, presso il Centro sportivo “Vittorio Pozzo” di Ponderano, si disputerà una quadrangolare di calcio tra Su Nuraghe Calcio Biella di Giovanni Mocci e Pietro Lecca, la squadra di 16enni di Efisio Addis, capitanata da Andrea Mocci e altre due formazioni composte da giovani che dagli spalti seguono il campionato di calcio a 7 promosso dal Comitato di Biella dell’A.C.S.I (Associazione Centri Sportivi Italiani).
Animatori dell’iniziativa, i giocatori di Su Nuraghe Calcio Biella che, continuando gli allenamenti, omaggiano i loro beniamini nel periodo di riposo forzato prima della ripresa del girone di ritorno, al declinare dell’inverno, nella seconda metà del prossimo mese di febbraio.
Quattro formazioni di giovani e giovanissimi nate da ragazzi che, nel gioco del calcio come nella vita, cercano di dribblare e superare pericoli, insidie e difficoltà.
I ragazzi di Su Nuraghe Calcio Biella offrono, così, ai loro coetanei la possibilità di incontrarsi attraverso il gioco e le sue regole, “hanno l’occasione – afferma Giovanni Mocci, mister del Su Nuraghedi sfidare ‘la nostra squadra tosta’ che è scesa in campo nel campionato di Biella con i colori della Sardegna“.
In palio, cena per i vincitori. A fine gara, verso le ore 21, tutti a tavola in allegria anche per la tifoseria (info, Giovanni, 3486082854)

Efisangelo Calaresu

Gli emigrati sardi in udienza da Francesco, il Papa con la valigia

I Sardi di su disterru, gli emigrati dei 70 circoli sardi aderenti alla FASI, la Federazione Associazioni Sarde Italia, insieme a rappresentanti di altre Federazioni del vecchio e del nuovo continente incontreranno Papa Francesco nell’udienza di mercoledì 10 dicembre alle ore 8.30, nella sala Paolo VI.
Giungeranno a Roma anche dalla lontana Australia e dall’Argentina, terra di Bergoglio, per portare il saluto al fratello con la valigia in mano, confortati dalla consapevolezza che il Papa, per esperienza sua e dei suoi familiari, conosce la situazione di chi si trova in terra straniera tra parlanti un’altra lingua per loro “non materna”.
Da Biella, i Sardi di Su Nuraghe, guidati dal presidente Battista Saiu, hanno fatto pervenire nei giorni scorsi, presso la Santa Sede, i testi della preghiera dei Vespri della Madonna e della Missa in lingua sarda, autorizzata, quest’ultima, ad experimentum dall’Arcivescovo metropolita di Oristano, mons. Ignazio Sanna.
Due esempi – al centro del convegno organizzato da Su Nuraghe a Oristano nello scorso novembre – del lavoro che si sta facendo in Sardegna per favorire una partecipazione più incarnata e inculturata alla preghiera della Chiesa universale.
Messaggio che arriva da Biella e dai Circoli di emigrati sardi del Piemonte, regione che certo evoca per lo stesso Sommo Pontefice l’importanza delle radici della propria Fede.
Contributo concreto dall’Isola e dal mondo dell’emigrazione in difesa delle radici cristiane, che non può non passare attraverso la difesa della lingua dei popoli, che, per noi è quella del popolo sardo.

Simmaco Cabiddu

Anche dolci sardi al mercatino del vischio di Graglia

Coro dell'antica confraternita di Graglia
Coro dell'antica confraternita di Graglia

Come è tradizione ormai da parecchi anni, la Confraternita della SS. Trinità e S. Croce di Graglia promuove, per domenica 14 dicembre, il Mercatino del Vischio, che si svolgerà in piazza Astrua, davanti alla Chiesa di S. Croce. Al mattino verrà allestito il mercatino: nell’apposita casetta di legno si potranno acquistare i rami di vischio, al naturale, ornati con fiocchi colorati; in piazza ci saranno bancarelle con oggetti regalo, prodotti locali, formaggi tipici provenienti dall’alta Savoia, ghiottonerie varie.
Un gradito ritorno: saranno presenti , come lo scorso anno, anche i dolci sardi, abilmente prodotti e confezionati dalle donne del Circolo Su Nuraghe di Biella, che allestiranno la loro bancarella.
Nella tarda mattinata Babbo Natale accompagnerà i bambini a Campra, per imbucare la letterina nell’apposita cassetta, mentre nel pomeriggio si svolgerà la corsa delle slitte di Babbo Natale, dove i partecipanti fungeranno da renne e da cocchieri. Durante tutto il giorno si potrà visitare, nella Chiesa, una mostra di Presepi da tutto il mondo. Sarà una giornata di allegria e fraternità, per scambiarci gli auguri per le prossime Festività Natalizie!

Agostina BecchiaContinua a leggere →

Ricordo di Salvatore Còntini nelle parole del cappellano di Su Nuraghe

mirto fruttatoDopo aver celebrato l’Eucaristia, sacramento della morte-risurrezione del Signore, è giunto il momento di rivolgere al nostro fratello Salvatore il nostro saluto, il nostro addio. Nell’uso consueto diciamo “addio” quando non vediamo alcuna possibilità di incontrare ancora una persona. Ma questa parola racchiude in sé un significato diverso: “a Dio”; e poiché Dio non è Dio dei morti ma dei viventi, questo saluto rimanda ad un incontro che non avverrà in questa condizione terrena, mortale, ma in Dio, nella vita beata e immortale che Dio prepara per noi. Nutriamo allora la speranza che questa nostra assemblea che ora scioglieremo, nella tristezza del distacco, la ricomporremo nella gioia della risurrezione.
Salvatore è nato nella terra di Sardegna, nella bella terra di Sardegna e, dopo aver lavorato come pastore e minatore, è emigrato in questa terra che noi sardi chiamiamo “Continente” – perché la bella terra di Sardegna spesso non è governata bene, in modo da offrire ai suoi figli la possibilità di una vita dignitosa. Qui, in continente, ha dato – come tantissimi sardi – un contributo di lavoro in diverse occupazioni, delle quali voglio sottolineare quella di postino, che lo ha portato ad incontrare molte persone, lui che non aveva certo un temperamento schivo, ma aperto alle relazioni. Si è impegnato però anche nella vita sociale: in politica, nell’amministrazione del paese (non senza motivo è presente il gonfalone del Comune di Pettinengo), nel sindacato, nella vita delle associazioni. Era legato molto al Santuario di Banchette, che frequentava insieme al fratello Gavino, all’epoca del rettore padre Coppetti – chi non lo ricorda come battitore di incanti a favore di quella chiesa? Un aspetto ancora desidero far presente: aveva imparato da giovane a suonare la chitarra e gli piaceva farlo durante le feste con gli amici, accompagnando le canzoni “a chitterra, comente naramus nois”.Continua a leggere →