Domenica 14 luglio 2013, a Graglia, alle ore 21, XIII Edizione di “Vita d’Artista”.
Presso la sede di “Hortus otii”, in via Canale 3, Battista Saiu terrà una conversazione dal titolo: Parlandone dal vivo, lettura antropologica di immagini di Vittorio Besso e Vittorio Sella. L’etnologo illustrerà alcuni aspetti dell’opera di Virginia Majoli Faccio e della poliedrica produzione di Alfonso Sella, alla scoperta delle radici dell’identità biellese.
“Restano ancora da studiare le immagini dell’archivio fotografico di Alfonso Sella che – sostiene Battista Saiu – dal 1962 al 1974, ha documentato, anche con la macchina fotografica, aspetti oramai scomparsi del Biellese.
Alfonso iniziò, negli anni Cinquanta del Novecento, come fotografo naturalista, “trasformando frammenti di natura in arte astratta“.
A partire dagli anni Sessanta, il suo obiettivo si sposta sull’uomo, attore protagonista di antichi mestieri, officiante di riti arcaici sopravvissuti all’incedere dell’industrializzazione tessile biellese, fotografandolo al lavoro con gli attrezzi e gli oggetti di uso quotidiano. Mette a fuoco le emergenze architettoniche industriali ed urbane, quelle delle baite alpine e delle cascine biellesi. Interessanti sono le “tegge“, le baite con i tetti di paglia. Si tratta di caratteristiche costruzioni “con copertura vegetale un tempo diffuse in gran parte dell’Alta Valle, la cui tipologia costruttiva è fatta risalire da alcuni, come per i “taragn” valsesiani, alla capanna celtica“. Qui, in dettaglio, quasi si trattasse di una ripresa fotografica “macro“, il Sella ne ritrae anche gli interni con gli oggetti e gli arredi in esse contenuti: le elaborate marche per il burro e i busiet dal preis, cioè “recipienti in legno per conservare il caglio”, le basciàia, “vassoi di noce per scegliere il riso”, le glossa, le casula e i vantulet “palette di fogge diverse impiegate per travasare e raccogliere farina e granaglie”, i brailin, sorta di “tazze con manico più o meno lungo” e artisticamente lavorato; poi piatti e scodelle di legno, campane e collari per capre e vacche.Continua a leggere →
Su Nuraghe ad Oropa, tramandare tecniche, strumenti, antichi saperi

Mercoledì 3 luglio, le “donne del filet” del Circolo culturale sardo Su Nuraghe di Biella si sono ritrovate, come al solito, ma senza fili, aghi, telai: non ci si fermava a lavorare, ma si partiva alla volta di Oropa, per restituire una preziosa tovaglia d’altare, con uno splendido pizzo a filet raffigurante l’Ultima Cena, che qualche tempo fa il presidente Battista Saiu aveva ottenuto in prestito, non senza difficoltà, per poterla riprodurre.
La tovaglia è stata fotografata, poi Betty ha trasportato il complesso disegno su carta quadrettata e Laura lo ha ricamato a punto tela: il risultato è stato veramente bello! Così il gruppetto, con le due tovaglie e lo schema del disegno, è arrivato al Santuario ed è stato accolto da Mons. Pompedda, don Cuffolo e don Brughitta, unitamente ad alcune Figlie di Maria: suor Maria Antonietta, suor Caterina e suor Eleonora.
L’incontro si è svolto nei locali in cui le Figlie di Maria lavorano per conservare al meglio il prezioso patrimonio di paramenti e arredi, di cui sono particolarmente gelose.
Durante l’incontro, Battista Saiu ha illustrato brevemente la singolare storia della tovaglia: vale la pena ricordare che questa è stata ricamata usando un antico telaio, appartenuto dapprima a Suor Maria Battistina – al secolo Caterina Sotgiu di Bosa – Pietatina di clausura al Cottolengo di Biella, che, alla sua morte, l’aveva lasciato alla nipote, fondatrice del gruppo delle “donne del filet”, “zia Antonietta Sotgiu”, che ora ha 93 anni e la vista troppo indebolita per lavorare ancora: così il telaio è ora nelle mani di Laura Rossetti… Si tramanda la tecnica, si tramandano gli strumenti, in tal modo la tradizione continua e gli antichi saperi e le antiche arti rimangono vive.Continua a leggere →
Incontro a Biella dei Circoli sardi di Piemonte e Liguria

Domenica 30 giugno, nei locali del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella si è riunito il Coordinamento Nord Ovest della F.A.S.I., Federazione Associazioni Sarde Italia, per discutere sulla situazione spese dei Circoli per il 2012; eventi programmati dai Circoli sardi fino a dicembre 2013; idee e proposte per eventi in collaborazione per far conoscere agli altri Circoli le diverse attività, valutando opportunità di collaborazione e progetti disponibili, tra cui eventi low cost.
Durante l’incontro, dopo aver illustrato il sito web della FASI, sono state costituite la “Commissione bandi UE” e la “Commissione progetti”.
Tra le proposte, una manifestazione a Biella e l’incontro, nel prossimo autunno, tra i vertici della Regione Autonoma della Sardegna e le realtà organizzate dell’emigrazione sarda in Piemonte e Liguria, con il coinvolgimento dei Circoli sardi che partecipano al Coordinamento Nord Ovest: “Nuraghe“, Alessandria; “Su Nuraghe“, Biella; “Ichnusa“, Bra CN; “Sarda Tellus“, Genova; “Grazia Deledda“, Ventimiglia IM; “Eleonora D’Arborea“, Castelletto Sopra Ticino NO; Associazione dei Sardi di Novara NO; “Il Nuraghe“, Savona SV; “4Mori“, Rivoli TO; “Gennargentu“, Nichelino TO; “Kinthales“, Torino TO; “Quattro Mori“, Oulx TO; “Sa Rundine“, Ivrea Bollengo TO; “Sant’Efisio” Torino TO; “Grazia Deledda“, Pinerolo TO; “Su Nuraghe“, Piossasco TO; “Costantino Nivola”, Domodossola VB; “Cuncordu” Gattinara VC; “Giuseppe Dessì“, Vercelli VC.
Maurizio Sechi
Esame di maturità in Piemonte: «Sardegna tra gusto e storia»

Dietro la pubblicazione dei risultati degli esami di maturità dei giovani candidati ci sono lo studio e il lavoro di un intero anno scolastico, in alcuni casi dell’ultimo biennio, sfociati in interessanti tesine compilative e di ricerca. Notevole il lavoro di Raffaele Zanella Maolu, sardo di terza generazione, che ha indirizzato gli impegni scolastici là dove batteva il cuore: la sua Sardegna, conosciuta attraverso il racconto dei nonni Carmelo, di Belvì (Nuoro) e Mariangela, di Lunamatrona (Cagliari), la frequentazione estiva dell’Isola con i genitori e la partecipazione a diverse iniziative organizzate dalla comunità dei Sardi di Biella.
La discussione dell’esame di maturità presso la sede di Cavaglà dell’I.P.S.S.A.R. “Ermenegildo Zegna” (Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e Ristorazione), di Trivero, è iniziata con la degustazione di caldissime “seadas” appena sfornate, dolci di formaggio edulcorati con miele amaro di corbezzolo.
La commissione, presieduta dal prof. Luigi Geddo, dopo aver scandagliato la tesina chiedendo conto al candidato del lavoro di ricerca e di studio, è entrata nel dettaglio delle singole discipline, ben disponibile, alla fine della discussione, a lasciarsi immortalare con il meritevole studente.
Simmaco Cabiddu
Sardegna, una terra meravigliosa, fonte delle mie ispirazioni

Ho deciso di realizzare questo progetto per onorare le origini sarde della mia famiglia.
Questa tesina è stata pensata per valorizzare la Sardegna, una terra meravigliosa, fonte delle mie ispirazioni e soprattutto la sua cucina, che a mio parere è una delle più sane e gustose di tutta Italia. Descriverò principalmente i suoi piatti tipici, la sua economia, la sua storia e il territorio geografico.
Nelle prossime pagine troverete una breve descrizione della mia ultima stagione lavorativa in questa stupenda regione dove le persone sono accoglienti e i paesaggi mozzafiato. Questa esperienza è stata possibile grazie alla scuola I.P.S.S.A.R “E. Zegna” di Cavaglià, ma specialmente al prof. Andrea Botalla che grazie alla sua esperienza e alle sue conoscenze ha permesso la realizzazione di questa splendida opportunità.
Dopo questa breve introduzione troverete venti ricette che comprendono antipasti, primi, secondi e dolci, le prime quindici sono ricette che ho imparato questa estate in Sardegna durante uno stage della scuola, mentre le ultime cinque, di dolci, sono ricette di famiglia che mi hanno insegnato Mariangela Cau, mia nonna, e Teresa Detiana, un’amica di famiglia.
Le ricette sono state tutte scritte e preparate interamente da me e le foto scattate con la mia macchina fotografica; è stato un lavoro lungo iniziato già da Ottobre 2012 e ancora in aggiornamento per un possibile prossimo libro di cucina.Continua a leggere →
Nel Biellese crescono fusti giganti: il finocchio selvatico sardo

La dinamica vivacità di Su Nuraghe di Biella stupisce anche con inattese performances dei soci, piccoli colpi di scena nella serena vita associativa. L’altra sera, tra lo stupore dei presenti, Rita Pistori di Iglesias, ha portato al Circolo un suo particolarissimo dono, bello e inatteso ricordo che rimanda alla sua Sardegna, molto gradito dai presenti: due grandi rami di finocchio selvatico, Foeniculum vulgare, pianta che comunemente caratterizza la flora mediterranea.
Si tratta di una specie botanica che, coltivata in ambiente umido, prospera e si sviluppa in una sorta di gigantismo. Considerando lo sviluppo vegetativo del fusto e delle foglie, la pianta pare ben gradire l’ambiente alpino dei monti biellesi. L’esemplare viene coltivato a Castellengo, estrema propaggine baraggiva che da Candelo si estende verso Cossato.
Giunta a Biella nel 1978, come tessitrice in una nota fabbrica di Sandigiliano, Rita Pistori ha in casa e nell’ampio giardino che la circonda, molti segni che rimandano alla grande Isola.
Sovente, la nostalgia porta a condividere con gli altri piccoli e grandi doni che rimandano agli insegnamenti di Madre Teresa di Calcutta: “non è tanto quanto si dà, ma è l’amore che mettiamo nel dare che conta“. È noto, infatti, come “ciascuno di noi ami dare ciò che ha più bisogno di ricevere“. Forse, in questo asserto può essere racchiuso il significativo omaggio vegetale degli inusuali fusti cilindrici di finocchio selvatico.
Salvatorica Oppes