Il 6 e 7 luglio, festeggiamenti per il 1.700° Anniversario dell’Editto di Milano – In Sardegna, a Sedilo e a Pozzomaggiore, andrà in scena “s’árdia“, spettacolare corsa equestre in onore di “Santu Bantìne“, Costantino Magno I imperatore, venerato come santo.

Árdia è termine ricorrente in Sardegna; attualmente denota la corsa dei cavalli (cavalcata) che viene fatta per onorare certi Santi: celeberrima è s’Árdia de Santu Bantìne a Sédilo. Talora la Cavalcata è laica, ma in tal caso, nel suo ìncipit storico, appare come fatto estemporaneo organizzato per festeggiare un’occasione altrettanto estemporanea. Ad esempio, la Cavalcata di Sassari, ripetuta ogni anno dal 1951 dopo parecchio oblio, ricorda la prima cavalcata organizzata nel 1899 in occasione della visita del Re.
Il sardo árdia e l’italiano cavalcata indicano la stessa cosa, lo stesso fenomeno. Ma va fatta chiarezza, poiché sul sardo árdia oggi c’è soverchia confusione: soltanto rimettendo ordine riusciremo a comprendere il significato del nome del pane chiamato Árdia de santu Antòni.
Francesco Cesare Casula (Dizionario di Storia Sarda 389) ricorda che «in tutta l’Europa medioevale, compresa la Sardegna giudicale e poi regnicola aragonese, la cavalcata era una breve spedizione militare di portata limitata, effettuata a cavallo in terra nemica… In ambiente feudale era la prestazione del vassallo all’esercito del signore per un giorno… Cessato, dopo il Cinquecento, l’obbligo feudale del servizio militare dei baroni nelle guerre e nelle spedizioni armate del signore concedente (che nel Regno di Sardegna era ovviamente il re) la formula sparì». Da questa illustrazione storica si arguisce che negli ultimi secoli la cavalcata (meglio, s’árdia), proprio per essere cessata come obbligo di sottomissione al signore, divenne un piacevole passatempo o una parata onorifica rimessa in piedi per eventi veramente eccezionali.Continua a leggere →