Il caso di Andrea, recuperare antiche manualità e saperi

Intervista a Raffaella Ponzio, responsabile nazionale dei Presìdi Slow Food, presentatrice a Biella-Città Studi, del film “Sentire l’aria”

Andrea
Andrea e i suoi animali negli scatti di Andrea Taglier.

D- Quali sono i punti di contatto della filosofia alla base del progetto Presidi Slow food e “Sentire l’aria”?
R- Quando cerchiamo di salvaguardare tecniche produttive antiche, prodotti dimenticati, razze in estinzione, inevitabilmente parliamo anche di uomini, donne, e culture; persone che vivono della terra e dell’allevamento dei loro animali e che mantengono un rapporto straordinario con il tempo, le stagioni, le forze della natura, che conoscono cosa vuol dire vivere in armonia con essi. la passione che prova andrea e la gioia di vivere all’aria aperta in mezzo agli animali, è un elemento fondamentale per vivere l’agricoltura non come una condanna o una scelta di rimessa laddove non ci sono state altre prospettive: è il presupposto per fare qualcosa di buono e di importante, per fare un’agricoltura buona giusta e pulita.

D- Qual è il senso di un progetto come “Sentire l’aria” nel panorama mediatico attuale?
R- Serve ed è importante per cambiare le prospettive e i punti di vista scontati, per far pensare la gente, per farle capire cosa vuol dire vivere la terra.

D- Può l’esempio della scelta di vita del giovane Andrea, tra il sentimentale e il tradizionale, essere valido come proposta economica?
R- Questo è lo scopo del lavoro della nostra associazione: lavorare affinché queste scelte siano nuovamente praticabili , i nostri progetti – dai Presìdi Slow Food alle comunità del cibo – raccontano, valorizzano esperienze come questa; riteniamo che sia imprescindibile ritornare a guardare a questi ambienti come capaci di creare economie sostenibili (sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista delle possibilità di reddito, sempre che le ambizioni di chi agisce in questi contesti siano equilibrate), in grado di dare la giusta dimensione a chi vuole recuperare antiche manualità e saperi, applicandoli a produzioni di grande qualità ma di piccola dimensione .Continua a leggere →

«Sentire l’aria» per «rubare il lavoro»

«Feel the air» to «steal the job»

Busachi
Soggetto femminile, Busachi, 1972.

Il 2011, anno di celebrazione del 150° Anniversario dell’Italia Unita, è ormai alle porte, dopo mesi durante i quali i mass-media e vari studiosi di diverse discipline hanno messo in evidenza gli effetti di una crisi socio-economica che mina alle basi l’integrità ed il funzionamento del “sistema Italia“. Talora, quasi come «voci che esortano nel deserto», eminenti figure istituzionali hanno cercato di incoraggiare una reazione ponendo in risalto le potenzialità e le opportunità insite nell’anima del Bel Paese, prima fra tutte quella del Presidente della Repubblica in carica, Giorgio Napolitano, il quale, nel corso di una visita presso l’Accademia dei Lincei, ha rammentato la necessità di promuovere l’«Unità Nazionale attraverso la valorizzazione delle identità e delle autonomie locali».
Appello non rimasto inascoltato, ma accolto e reso propria “bussola di navigazione” dalle genti che popolano le pendici delle Alpi Occidentali, soprattutto grazie ad un connubio operativo privilegiato tra Piemonte e Sardegna.Continua a leggere →

Un tassello inserito nel mosaico della memoria delle radici

Essere custodi della memoria ed elementi attivi del “passaggio di testimone culturale” a cui siamo chiamati come figli di sardi di seconda e di terza generazione

Fenicotteri rosa
Fenicotteri rosa a Molentargius.

Sabato 4 dicembre si è tenuta la proiezione del documentario «Sa Gent’Arrubia» del regista Davide Mocci. Il tema del documentario riguardante la nidificazione del 1993 dei fenicotteri rosa (sa gent’arrubia, “il popolo rosso” nella parlata campidanese), presso lo Stagno di Molentargius a Cagliari, è stata l’occasione, antropizzando questi animali, per creare un simbolico parallelo tra la nascita e la crescita dei pulli e la mia personale esperienza di crescita e formazione a Pozzomaggiore (Sassari), luogo di origine della mia famiglia.
Ciò è stato possibile attraverso una serie di ricordi personali che ho condiviso, volentieri, con il pubblico alla presenza della mia famiglia.
È stata una grande emozione poiché la mia famiglia ha una natura molto riservata e vederli tra il pubblico è stato un evento eccezionale.
Trovo che questa presenza sia stata ancora più importante, non solo a livello personale ma per la comunità dei sardi, perché è la testimonianza di persone emigrate che, nel corso del dibattito seguito alla proiezione, non hanno esitato ad affermare che l’emigrazione porta ad uno smarrimento di identità per la quale è difficile trovare soluzione.
Difficile ma non impossibile e credo che le proposte culturali del Circolo Su Nuraghe vadano proprio nella direzione dell’integrazione della popolazione emigrata affinché si possa sentire di nuovo “a casa” scoprendo, come ha detto il Presidente Saiu, nel corso della serata, la dualità che vive in ciascuno di noi come sardi ma anche come biellesi, inseriti nel tessuto socio-economico della Città di Biella.Continua a leggere →

I Sardi di su disterru come i fenicotteri rosa a Molentargius

La popolazione dei fenicotteri in continuo aumento, la comunità sarda al circolo si arricchisce di nuove belle e simpatiche famiglie – come i fenicotteri di Molentargius, il Biellese terra accogliente dove fermarci, accasarci e far nascere la nostra prole

La famiglia Cuccuru
Incontro di famiglie a Su Nuraghe di Biella. Al centro, Felicina Longheu con il marito Gioachino Cuccuru ritratti con le figlie Elisa e il fidanzato Alessio, Francesa e il marito Michele.

Sabato 4 dicembre a Su Nuraghe – durante l’ultimo appuntamento mensile di “lezioni di cinema”, è stato proiettato “Sa Gent’Arrubia”,”La Gente Rossa”, opera del regista sardo Davide Mocci.
Il filmato è stato presentato da una giovane biellese, Elisa Cuccuru, sarda di seconda generazione.
Il documentario parla dei fenicotteri rosa che da tantissimi anni arrivavano in Sardegna a svernare e che puntualmente, all’inizio della bella stagione, tornavano nei più caldi luoghi di partenza, per nidificare. Un bel giorno, nella primavera del 1993, inspiegabilmente, gli animali decisero di restare negli stagni di Molentargius, sul litorale cagliaritano, per la nidificazione; per la prima volta, in Sardegna, ci furono nascite di fenicotteri: il miracolo continua tutt’oggi.
La bella storia dei fenicotteri rosa e la grande sensibilità di Elisa ha colto un nesso con la nostra emigrazione, quella dei suoi genitori e di tantissimi altri Sardi che, a partire dagli anni Cinquanta e fin oltre i Settanta, in massa, hanno dovuto lasciare i paesi natii.
Molti di noi, inizialmente, pensavano ad una emigrazione temporanea che, poi, invece, è divenuta definitiva. Cosi, anche noi, come i fenicotteri di Molentargius, abbiamo trovato nel Biellese una terra accogliente dove fermarci, accasarci e far nascere la nostra prole. La giovane docente, durante la lezione di cinema al Circolo, era accompagnata dalla sua bellissima famiglia al completo, cordiali e simpatici conversatori, proprio come lei, ragazza solare che ha subito catturato la simpatia dei presenti, incoraggiando il dibattito che si è arricchito di numerosi interessanti interventi.Continua a leggere →

Sardi del Verbano Cusio Ossola, unità di spirito e di identità

Nella sezione Fotografias è possibile vedere alcune immagini della festa.

apostoli
Premosello Chivenda: gli Apostoli della Confraternita di Santa Croce di Chiaramonti ritratti con il parroco e Pinuccio Pinna, presidente dell'Associazione dei Sardi Costantino Nivola di Domodossola

Weekend di ospitalità, di incontro e di condivisione per i Sardi del Verbano Cusio Ossola gli scorsi Sabato 4 e Domenica 5 Dicembre 2010. Due giorni di festa che, organizzati dalla locale associazione “Costantino Nivola” in collaborazione con il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, hanno avuto come luogo-base Domodossola ed il vicino abitato di Premosello Chiovenda.
Guest-star delle relative manifestazioni è stato, per il secondo anno consecutivo, il “Coro de Tzaramonte“, proveniente da Chiaramonti (Sassari), vero e proprio soggetto catalizzatore della comunità isolana che vive in questo estremo lembo d’Italia ai confini con la Svizzera. Una presenza che ha trovato la sua ragione d’essere nelle caratteristiche dei Sardi che abitano la Valle dell’Ossola, molti dei quali in servizio tra le forze dell’ordine o pubblici dipendenti alla frontiera, nei posti di dogana.
La devozione per San Matteo, in particolare, patrono della Guardia di Finanza e, in provvidenziale analogia, del centro dell’Anglona, è diventata il trade-union per richiamare ancora una volta la corale di Chiaramonti, diretta dal M°Salvatore Moraccini e formata da dodici “Apostoli della Confraternita di Santa Croce“, le cui voci hanno decorato i riti religiosi che si sono celebrati nella due giorni in mezzo alle Alpi.Continua a leggere →