Sabato 5 marzo a Su Nuraghe di Biella, alle ore 21 – musica, balli, e festa – una grande torta a forma di Sardegna e mimose per tutte – quest’anno, avremo due regali di più: le sorelle Solinas di Pozzomaggiore con una canzone tra le più amate: “Non potho reposare” e, la loro mamma, una poesia. Testimonianza della Dott.sa Udoamaka Elenwoke, sociologa antropologa keniota.
Da qualche tempo la ricorrenza della Festa della Donna era vista, dalle donne stesse, che spesso non desideravano più festeggiarla, come une delle tante feste a sfondo consumistico che faceva felici solo i venditori di mimose.
Ma quest’anno, penso che questa festa si sia rivestita di una valenza nuova, alla luce dell’imbarbarimento dei costumi che, nuovamente, come nei secoli passati, vogliono ridurre la donna a mero oggetto di possesso e di piacere, usando il suo corpo come merce di scambio o per promuovere qualsiasi prodotto col quale solleticare il popolo assuefatto dei consumatori globali.
Mai come in questo periodo della nostra storia italiana si era caduti così in basso, con la benedizione dei potenti e di quanti governano il paese.
Un sommovimento d’indignazione ha scosso le donne di ogni ceto e provenienza chiamandole, con moto spontaneo, a riversarsi sulle piazze per gridare al mondo in nome della dignità del proprio corpo e della persona tutta. Come le donne sanno fare, ci sono stati cortei pacifici conditi, spesso, dall’allegria di canti e balli, perché questo sono le donne: esseri solari, creativi, sensibili, belli nei loro corpi integri e sani, anche con le rughe ed i capelli bianchi, quei segni di maturità raggiunta dopo una vita per lo più spesa a favore degli altri, degli affetti da far crescere insieme, da accudire e da preservare. Donne libere, affrancate da padri, mariti e compagni padroni, donne che hanno il senso del proprio valore come esseri umani e così vogliono realizzarsi nella società.Continua a leggere →