«Ho voluto far tornare nuovamente al cielo i passeri morti»

Passeri
Passeri.

Merlo che canti nella morte della notte.
Prendi queste ali spezzate e impara a volare.
Per tutta la vita hai aspettato solo questo momento per librarti.
Merlo che canti nella morte della notte.
Prendi questi occhi infossati e impara a guardare.
Per tutta la vita hai aspettato solo questo momento per essere libero.
Vola merlo!
Vola merlo!
Nella luce del nero della notte.
(Blackdird, Beatles)

Gli uccellini che compaiono nei miei lavori sono comuni passeri di città, creature piccole e discrete che condividono con l’uomo la vita e il caos dei centri abitati e spesso ne sono vittima. Mi è capitato spesso di trovare ai bordi dei marciapiedi o in angoli nascosti di verde uccellini morti adagiati sul terreno; inosservati o ignorati, questi esseri hanno subito attirato la mia attenzione, il mio spirito di osservazione che il più delle volte si rivolge ai particolari più piccoli. Trovo che il corpo inerte di un passero conservi una delicatezza e una grazia particolare: la freschezza del piumaggio, l’impalpabilità e l’estrema leggerezza del corpo conferiscono al passero dolcezza anche nel momento della morte.Continua a leggere →

Il sindaco Dino Gentile saluta «il ritorno del Gelindo» a Biella

Domenica 19 dicembre, alle ore 16, replica del “Gelindo” a Graglia -“Mercatino di Natale” – esposizione di prodotti tipici locali della cultura materiale alpina. Nella sezione Fotografias è possibile vedere immagini delle prove e della rappresentazione del nuovo Gelindo biellese.

Gelindo
Il Sindaco Dino Gentile ritratto tra gli attori del Gelindo e le Voci di Su Nuraghe.

Venerdì 17 dicembre, nella basilica di San Sebastiano, accolti dai Frati Francescani Minori di Biella, padre Epifanio e padre Accursio, si è tenuta la “prima” di “Il ritorno del Gelindo, Ieri come Oggi”, pièce teatrale che – a buon titolo – rientra nel filone delle sacre rappresentazioni del Natale, scritta e diretta da Ludovica Pepe Diaz.
Bravissimi i giovani attori; Mirko Cherchi, Francesco Logoteta, Veronica Morellini e Marinella Solinas, coadiuvati dal tecnico delle luci, Enrico Bonardi, della “Compagnia dello Zircone” e dall’artista biellese Andrea Morabito per l’impianto audio.
Le “Voci di Su Nuraghe”, dirette dal M° Biagio Picciau, accompagnate all’organo dal M° Marco Montecchio, hanno fornito la colonna sonora con alcuni canti di Natale, in sardo e in piemontese.
In apertura di serata, dopo le parole di benvenuto del padre guardiano, seguite dai ringraziamenti del presidente del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe, Battista Saiu, il sindaco di Biella, Donato Gentile, ha portato il saluto personale e istituzionale della Città, ricordando la sua origine meridionale, “terrone” come sovente e spesso ingiuriosamente, venivano indicati gli Italiani che, nei decenni passati, migravano, spostandosi dalle regioni povere del Sud della Penisola, verso quelle più ricche del Nord in cerca di lavoro e migliori opportunità di vita dignitosa.Continua a leggere →

È mancata Clara Taberlet, da Cagliari a Biella per amore

Clara Taberlet
Una recente immagine di Clara Taberlet.

In questi ultimi giorni dell’anno, un altro lutto funesta la comunità dei Sardi di Biella. Ieri, 16 dicembre, è mancata Clara Taberlet, vedova Ravetti, di 86 anni. Lascia nel dolore i figli Maria Vittoria, Simonetta e Gianmaria (Nino) con le rispettive famiglie e la nipote Anna, Rappresentante di Base del Circolo Su Nuraghe.
Nata a Cagliari, studia alla Facoltà di Farmacia; giunge a Biella nel 1950 con Giovanni Ravetti, giovane studente universitario biellese, conosciuto sui banchi dell’Ateneo caralitano.
Sono gli anni del Dopoguerra, in una Cagliari martoriata dai bombardamenti alleati, brulicante di sfollati. I Ravetti di Biella, imparentati con la famiglia Fois, si trasferiscono nell’Isola per far studiare Giovanni,
L’amore per Giovanni, la laurea del marito la portano a Biella per gestire l’antica farmacia della famiglia Ravetti di Chiavazza che ha sede, allora, in via Rosazza.
Il suo legame con la Sardegna è sempre stato molto intenso, con frequenti trasferimenti sull’Isola.
Da sempre Socia del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe, partecipa alla vita associativa, contribuendo al buon andamento dei Corsi di cultura materiale con la sua presenza amabilissima.
Negli ultimi anni, nonostante i problemi di salute, mantiene costanti i rapporti, informandosi sull’andamento della grande famiglia dei Sardi di Biella.
Domani, sabato 18 dicembre, alle ore 9.30, i funerali nella chiesa parrocchiale di Chiavazza; l’ultimo saluto sarà accompagnato dalle note del Deus ti salvet Maria. Dopo la funzione religiosa, la Salma proseguirà per il cimitero di Tronzano per essere tumulata nella tomba di famiglia.Continua a leggere →

«Gelindo», un ritorno di «identità» sulla scena del Natale biellese

Venerdì 17 dicembre, ore 21, basilica s. Sebastiano – teatro sacro del Natale “Il ritorno del Gelindo, Oggi come Ieri” – fogli di sala con copione, testi e traduzioni – canti sardi, canto piemontese finale con partitura – replica a Graglia, domenica 19 dicembre, ore 16, chiesa della Confraternita – ingresso libero

Presepe sardo
Presepio sardo ad Oropa, Natività, opera di Paolo Monni, Collezione Alvigini, permanentemente esposto nella Basilica superiore del Santuario Mariano Eusebiano Alpino.

Un “Gelindo” nel 2010!? Che senso può avere una simile proposta culturale oggi, avente quali protagonisti della scena soggetti “esterni” e proveniente, per lo più, da una Comunità di origine non propriamente “indigena” come quella Sarda? In risposta a questa domanda è possibile fare cenno ad alcune riflessioni che sono alla base del relativo allestimento, meditazioni articolate e non del tutto scontate in un tempo nel quale la “memoria” e la consapevolezza del «sé», individuale e collettivo, vengono esposte come oggetto di pubblica retorica piuttosto che intento nella prassi.
La ragione di fondo appare legata alla «riscoperta dell’identità», nel senso rammentato, di recente, dal noto antropologo d’Oltralpe René Girard, il quale ha affermato come al giorno d’oggi sia «terribilmente importante che esista qualcosa come il Natale, capace di rammentarci i cicli delle stagioni e il senso della vita che si rinnova. Natale è un richiamo. È la prosecuzione della nostra storia, della nostra civiltà» ((Così in R.Girard, La tradizione fra crisi e fede, in La Repubblica, 23 Dicembre 2008, p. 41.)). Da qui derivano tutta una serie di corollari cui fare brevemente cenno.
Un primo profilo risulta strettamente legato al territorio di messa in scena dell’iniziativa e di elezione dei proponenti, il Biellese e, più in generale, il Piemonte e le zone limitrofe: il teatro sacro popolare, infatti, è una peculiare riscoperta nella quotidianità contemporanea ai piedi delle Alpi. Nella regione subalpina, in particolare, risalente e diffusa risulta quella tradizione simbolica legata ai riti ed al ricordo della Natività di Gesù, espressi, per lo più, attraverso quelle forme particolari dell’arte religiosa costituite dai presepi ((Dal latino «praesepepraesepium», ossia recinto chiuso, greppia, in G.Filoramo, Presepe. Alle origini della nostra storia, in La Repubblica, 21 Dicembre 2004, p. 45.)), “viventi” e non, dalle cappelle dei Sacri Monti ((Cfr. C.Benedetto (a cura di), Natività nei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, Atlas – Centro di Documentazione dei Sacri Monti, Calvari e Complessi devozionali europei, Ponzano Monferrato (AL) 2007; M.Dolz, La Betlemme di Varallo, in Avvenire, 22 Ottobre 2010, p. 27; G.Filoramo, cit., p. 45.)) e dalle sacre rappresentazioni natalizie paraliturgiche di ambiente agro-pastorale ((Per tutti: A.Borra, Il teatro popolare della Natività: dall’adorazione dei pastori alla rappresentazione del Gelindo, in P.Grimaldi e L.Nattino (a cura di), Il teatro della vita, Omega, Torino 2009, pp. 157-165; G.Moro, Presepe piemontese, Priuli&Verlucca, Ivrea (TO) 2010, pp. 9-13.)), delle quali il “Gelindo” costituisce proprio l’esempio più noto.Continua a leggere →

Un figlio di Sardegna che non tornerà più alla sua cara Isola

Franco Deias
Il sorriso di Franco Deias.

Sabato 11 dicembre, alle prime luci dell’alba è mancato Franco Deias di 52 anni.
Nato a Teulada, è giunto a Biella nel 1969 con la famiglia, fratelli e sorelle, il padre Pietro e la mamma Giovanna Aresu. Erano gli anni della grande emigrazione con interi nuclei familiari che si spostavano in cerca di lavoro e di condizioni di vita migliore.
Da subito, frequenta gli amici della comunità dei Sardi che si andava strutturando; conosce Valeria, la ragazza di Ales che diverrà sua moglie, dalla quale nascerà Luca, l’unico loro figlio. Anche le tre sorelle sposeranno altrettanti conterranei: i fratelli Corrias di Pralungo, Comune nel quale risiedono dal primo momento. Troverà lavoro nel paese vicino come operaio alla Filatura di Tollegno.
Socio del Circolo Su Nuraghe, figura solare dal carattere gioviale, partecipava alle attività sportive gareggiando in coppia fissa con il figlio.
Sul corpo di Franco, composto nella sua abitazione di Camburzano, è stata posta la medaglia dell’ultimo torneo di calcetto di cui è stato vincitore; tra le mani unite, un fiore e il filo del Rosario.
Questa sera, alle 18.30, verrà recitato il Santo Rosario nella Chiesa parrocchiale Santa Maria della Pace in Pralungo. Domani, 13 dicembre, alle ore 10.30, i funerali sempre a Pralungo. In contemporanea, anche le campane di Teulada batteranno i rintocchi ad annunciare la perdita di un figlio di Sardegna che non tornerà più alla sua cara Isola, mentre le Voci di Su Nuraghe l’accompagneranno con le note del Deus ti salvet Maria.Continua a leggere →